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01/04/11

L'ACETONE

  
        COSA E' L'ACETONE?

La presenza dei corpi chetonici nel sangue, comunemente detta “acetone”, determina nel bambino uno stato di malessere generale accompagnato a sonnolenza e irritabilità. Non è una malattia, ma accompagna alcune malattie concorrendo a peggiorare le condizioni generali del bambino. E’ per questo che rilevare e risolvere l’acetone è utile per fare star meglio il bimbo in attesa che la malattia di base guarisca. Questa situazione è il più delle volte transitoria e si risolve con semplici misure dietetiche.
QUANDO SOSPETTARE CHE IL BAMBINO PUO' AVERE L'ACETONE?
Quando in seguito a febbre, vomito o digiuno il bambino si presenta assonnato, è irritabile e rifiuta il cibo. Inoltre presenta alitosi (alito “pesante”).
I bambini più piccoli e i più magri ne sono maggiormente predisposti.

28/03/11

Una causa di dolore acuto nel lattante


Una causa di dolore acuto nel lattante
Queste informazioni sono basate su fonti attendibili e sono date ai genitori per aiutarli a gestire meglio i sintomi dei propri bambini, ricordando che in ogni caso il riferimento per la assistenza sanitaria dei vostri bambini deve essere un medico con competenze specifiche, eventualmente coadiuvato da altri operatori sanitari.
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Una crisi di dolore acuto nel lattante allattato al seno, nei primissimi mesi di vita (pianto, agitazione intensa e non riducibile consolando il bambino , senza altri sintomi evidenti) è molto spesso dovuta a coliche addominali. E’ sempre opportuna una valutazione pediatrica, almeno ai primi episodi e nel caso di sintomatologia intensa che preoccupi i genitori. Una causa possibile di coliche addominali o di crisi di dolore, soprattutto nel lattante appena più grande (4-5 mesi) è costituita da una forma di ipersensibilità ai cibi che si verifica quando la mamma assume cibi che contengono elevati livelli di istamina o comunque in grado di stimolare la produzione di istamina. Si tratta di un quadro clinico non molto noto e sul quale le conoscenze sono poco diffuse.

27/03/11

MASSAGGIO PEDIATRICO

MASSAGGIO PEDIATRICO AYURVEDICO MEKONG

La Scuola Mekong, Associazione di Massaggi Orientali e Ayurveda di Padova, ha sviluppato da molti anni il massaggio verso il settore pediatrico, andando ad approfondire la ricerca sotto i diversi aspetti quali il corpo, la mente e le emozioni, con manualità e trattamenti facenti parte della millenaria medicina e filosofia Orientale.

La vita è una miriade di sensazioni, di mutamenti, di crescita. Il corpo e la pelle trasmettono alla nostra mente, fin dalla nascita, l'essenza di queste vibrazioni. Il primo con­tatto esterno che conosciamo e ci rassicura dopo la nascita è la mano materna.

E' una sensazione meravigliosa, ci accompagnerà e ci seguirà per tutta la vita. La riscoperta di questa ca­rezza ci può essere data da qualsiasi persona che dedichi un po' della sua esistenza al benessere altrui. Il massaggio si prefigge da sempre di donare sicurezza, dolcezza, benesse­re fisico e mentale tramite il contatto o la pressione della mano.

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Questo articolo è un invito sia per i genitori che per i professionisti a riscoprire i segreti del massaggio at­traverso il contatto fisico e mentale fin da bambini quando si formano i nostri sentimenti, le nostre paure, le nostre gioie. Con l'aiuto della me­dicina Ayurvedica e del massaggio possiamo donare gioia e benessere a noi stessi e agli altri. Nella cultura orientale, e in quella indiana in particolare, il massaggio al bambino rappresenta una impor­tante forma di comunicazione e di affetto da parte dei genitori deside­rosi di proteggerlo e di rafforzarne le difese cutanee, muscolari, articolari ed energetiche.

Coliche del Neonato e dei bambini

Coliche del Neonato e dei bambini: cause e rimedi

I genitori di neonati e bambini piccoli spesso passano notti insonni, disturbate dai continui pianti del bambino, di solito causati da coliche addominali (dolori spastici allo stomaco o all’ intestino), di solito provocate dal latte usato nel ‘allattamento. I bambini allattati al seno sono meno soggetti alle coliche, sempre che le madri non bevano molto latte o non mangino cibi che favoriscono la formazione di aria nell’ intestino (legumi, castagne, lieviti). Sia che i bambini vengano allattati al seno o al biberon, le coliche in genere cessano con l’avanzare dell’età, di solito tra i tre ed i cinque mesi.
Attaccare il bambino al seno, oltre a risultare rassicurante e tranquillizzante per il bambino, può aiutarlo a liberarsi dell’aria intestinale, poiché la suzione stimola il movimento intestinale del neonato.
Se il fenomeno non scompare, è necessario consultare il medico, soprattutto nei casi in cui il piccolo soffra anche di diarrea o vomito, oppure se vi è una diminuzione o un arresto di peso.
I RIMEDI NATURALI PER ELIMINARE LE COLICHE NEI NEONATI
Le coliche intestinali o gassose dei bambini possono essere alleviate somministrando un cucchiaino ogni ora di infusi caldi alle erbe. Gli infusi possono essere di erba gattaia, di camomilla, di semi di finocchio. Anche la madre, se allatta , può bere gli stessi infusi, inoltre quando il neonato è tranquillo, e lontano dalle poppate, è utile effettuare dei massaggini al pancino in quanto aiuta a movimentare l’aria presente ed a evitarne l’accumulo che immancabilmente può portare alle coliche. Può essere anche utile inserire la punta del termometro nel sederino, così da aiutarlo ad espellere l’aria o le feci. Un bagnetto caldo nel pomeriggio aiuta a rilassare il tratto intestinale. ad uno sbalzo di temperatura. In questo caso il massaggio sì esegue seguendo, in senso orario, il colon ascendente, trasverso e discendente.
PARERE DELLA MEDICINA
Il medico prescriverà probabilmente un farmaco antispastico per rilassare gli organi interessati: l’effetto è di solito rapido e sicuro. E’ ovvio che verrà seguito un comportamento diverso se la diagnosi lo richiede.
Attenzione: Non fare assumere farmaci antispastici prima di aver consultato il medico per non mascherare quadri clinici acuti e gravi. Blogger Label: Coliche,Neonato,cause

20/03/11

BRONCHIOLITE

 
BRONCHIOLITE
Infezione virale acuta delle basse vie respiratorie caratterizzata da di stress respiratorio, dispnea prevalentemente espiratoria, sibili e rantoli crepitanti che colpisce i lattanti e i bambini piccoli.
Spesso la bronchiolite compare in forma epidemica e interessa soprattutto i bambini di età inferiore a 18 mesi, con un picco di incidenza nei lattanti di età inferiore a 6 mesi, età di maggiore incidenza delle infezione da virus respiratorio sinciziale (VRS) e da virus parainfluenzale tipo 3. L'incidenza annuale nel primo anno di vita sembra essere di 11 casi/100 bambini.
Eziologia e fisiopatologia
Gli agenti eziologici più frequenti della bronchiolite sono il VRS e il virus parainfluenzale tipo 3; cause meno frequenti sono i virus influenzali A e B, i parainfluenzali 1 e 2 e gli adenovirus. I rinovirus, gli enterovirus, il virus del morbillo e il Mycoplasma pneumonie non sono cause frequenti.
I virus responsabili diffondono dalle alte vie respiratorie alle medie fino ai piccoli bronchi e ai bronchioli, causando necrosi epiteliale. L'edema e l'essudato conseguenti provocano una parziale ostruzione che è più pronunciata in fase espiratoria e che conduce all'intrappolamento d'aria negli alveoli. L'ostruzione completa e il riassorbimento dell'aria intrappolata possono determinare zone multiple di atelettasia.
Sintomi e segni
Di solito il bambino con bronchiolite ha avuto una precedente infezione delle alte vie respiratorie (IRS) seguita dalla improvvisa comparsa di di stress respiratorio con tachipnea, tachicardia e tosse stizzosa. L'aggravarsi del di

17/03/11

rotavirus

rotavirus
La gastroenterite da rotavirus è una malattia diffusa in tutto il mondo. In Europa e nel resto delle zone temperate del pianeta, il virus si presenta con picchi di incidenza stagionale che, alle nostre latitudini, si verificano nel periodo invernale tra novembre e marzo. Nei Paesi tropicali si possono verificare picchi di incidenza, ma il virus è presente sostanzialmente tutto l'anno.
Il rotavirus è presente nell'ambiente in 6 diverse specie ed è la causa più comune di gastroenteriti virali fra i neonati e i bambini al di sotto dei 5 anni. In particolare, nei bambini molto piccoli (tra i 6 e i 24 mesi) il virus può causare una diarrea severa e disidratazione. Il virus esiste in diverse forme, ma l'infezione è pericolosa solo quando provocata dai rotavirus A (e in misura minore da quelli B e C). L'aver contratto il virus una volta non dà immunità sufficiente, anche se le infezioni che si contraggono negli anni successivi e in età adulta tendono a presentarsi in forma più leggera.
Nei Paesi occidentali, la gastroenterite da rotavirus non è una malattia letale, ma può dare complicanze anche molto gravi nelle persone anziane e in quelle immunocompromesse. Nei Paesi del Sud del mondo, al contrario, causa la morte di almeno 600 mila bambini ogni anno per diarrea, secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità che considera la malattia una vera e propria emergenza sanitaria.
Come si trasmette
La principale via di trasmissione del virus è quella oro-fecale, ma qualche volta la diffusione può avvenire anche per contatto e per via respiratoria. Poiché il virus è stabile nell'ambiente, la trasmissione può avvenire attraverso l'ingestione di acqua o cibo contaminato o a causa del contatto con superfici contaminate.

03/03/11

Peliosi Reumatica

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La porpora di Henoch - Schonlein (HSP) può considerarsi una vasculite sistemica con prevalente interessamento cutaneo che colpisce principalmente i bambini e più raramente gli adulti(1,2) . La malattia è caratterizzata dalla deposizione tissutale di immunocomplessi contenenti IgA. Questo aspetto la rende molto simile alla nefropatia ad IgA con la qualche condivide gli aspetti istologici renali.
Il quadro cutaneo caratterizzato da una porpora palpabile e/o petecchie è molto simile a quello riscontrato in corso di crioglobulinemia e di vasculite da ipersensibilità.
Epidemiologia
La HSP è stata segnalata in casi di età variabile dai 6 mesi agli 86 anni ma la maggior parte dei pazienti sono bambini. L'età media è di 6 anni, il 75% dei pazienti ha meno di 8 anni ed il 90% meno di 10 anni. Più è giovane l'età meno intensi sembrano essere i sintomi clinici. Nei bambini più piccoli la nefrite e le complicanze addominali sono più rare e meno gravi. Per contro nell'adulto la malattia sembra evolvere con sintomi più gravi e la nefrite essere più frequente. Alcuni autori riportano una frequenza di complicanze renali nell'85% degli adulti di cui un 13% con insufficienza renale grave. Anche la possibilità di recidive sarebbe più frequente negli adulti.
La maggior parte dei pazienti si ammala in autunno o in inverno e la HSP è preceduta spesso da infezioni delle vie respiratorie. Numerosi germi sono stati sospettati come fattori scatenanti tra cui: streptococchi b-emolitici di gruppo A, epatite B, herpex virus, parvo virus B19, virus Coxsackie,adenovirus, helicobacter pylori, .Anche fattori ambientali e farmaci sono stati guardati con sospetto ma senza prove certe.
Manifestazioni Cliniche

02/03/11

La febbre

nightingale-florence2La febbre

 

La febbre: un alleato

Qual è l’evento più comune (assieme alla tosse) nella storia clinica del bambino?
La febbre.
Ed il nucleo familiare, almeno all’inizio, è messo in allarme.
Dal punto di vista relazionale contribuisce a rinforzare i legami di richiamo reciproco e di protezione tra genitori e figli.
Ma cos’è la febbre?
È un segnale, un avviso, un campanello d’allarme che annuncia che qualcosa non va nel nostro organismo la malattia.
Ma è anche il primo e più elementare meccanismo di difesa che noi stessi mettiamo in atto.
Quando un agente infettivo entra nel nostro organismo (pressoché sempre tramite le vie aeree superiori) giunge in contatto subito con delle cellule deputate alla prima difesa del nostro corpo; scatta quindi il segnale d’allerta e si mette in moto un complesso e sofisticato sistema di difesa.
Una parte di questa risposta è la febbre.
Attraverso processi chimici, che intervengono a vari livelli nel nostro corpo, parte il comando alla temperatura di salire.
Cosa vediamo noi nella realtà?
I muscoli si mettono al lavoro, aumentano il loro tono, e talora danno la sensazione del brivido, e aumentano la produzione della temperatura (che in condizioni normali è 36-37°C).
Contemporaneamente, i vasi sanguigni della cute si contraggono, meno sangue arriva in superficie, la produzione di sudore diminuisce: ne consegue che questo calore viene difficilmente disperso.
A una temperatura superiore a 37 gradi non sono solo le cellule del nostro corpo che si trovano a disagio (è per questo che la febbre si accompagna a malessere), ma si trovano ancora peggio virus e batteri, che riescono difficilmente a moltiplicarsi.
La febbre ci fa sì star male, ma soprattutto ci serve per farci guarire.
Perciò non dobbiamo contrastarla a tutti i costi, ma semmai, dovremmo considerarla un alleato.

Come misurare la febbre

Termometro a mercurio: si scuote energicamente il termometro con la mano per far calare la sottile
colonnina di mercurio, poi lo si infila fra le gambette (soprattutto nei bambini più piccoli) o sotto l’ascella (nei bambini grandicelli). Si aspetta qualche minuto. Quindi lo si ruota lentamente per vedere a che altezza era salita la colonnina di mercurio.
Sono termometri che scompariranno e andranno “in soffitta”): l’Unione Europea ha decretato che, data la sua tossicità, le fonti di mercurio devono essere eliminate e quindi fra un po’ la commercializzazione di quei termometri sarà vietata.
È a tutt’oggi il metodo più semplice e preciso per misurare la febbre.

22/02/11

INFLUENZA

nightingale-florence2 Influenza, comunemente conosciuta come "l'influenza", è un'infezione virale altamente contagiosa del tratto respiratorio. Anche se l'influenza colpisce entrambi i sessi e di tutte le età, i ragazzi tendono ad avere più spesso rispetto agli adulti. La malattia ha anche un proprio stagione - da novembre ad aprile, con la maggior parte dei casi avviene tra fine dicembre ei primi di marzo.

Segni e sintomi

L'influenza è spesso confuso con il comune raffreddore, ma i sintomi influenzali sono generalmente più grave dei starnuti e tipici di un raffreddore.

I sintomi di influenza possono includere:

  • febbre
  • brividi
  • mal di testa
  • dolori muscolari
  • vertigini
  • perdita di appetito
  • stanchezza
  • tosse
  • mal di gola
  • naso che cola
  • nausea o vomito
  • debolezza
  • orecchio dolore
  • diarrea

I neonati con l'influenza può semplicemente apparire malato di colpo o "semplicemente non guardare a destra." L'influenza discusso in questa sede non è lo stesso ceppo di virus come l'influenza aviaria.

Durata

Dopo 5 giorni, febbre e altri sintomi sono di solito scomparso, ma un colpo di tosse e la debolezza potrebbe continuare. Tutti i sintomi di solito sono andato in una settimana o due. Tuttavia, è importante curare l'influenza sul serio, perché può portare a polmonite e di altre complicazioni pericolose per la vita, in particolare nei bambini, anziani e persone con problemi di salute a lungo termine.

Contagiosità

Diffusione di goccioline infette da virus che sono tossito o starnutito in aria, l'influenza è contagiosa. Le persone infettate con l'influenza sono contagiosi da un giorno prima di sentirsi male fino alla loro scomparsa dei sintomi (di solito circa 1 settimana per gli adulti, ma può essere fino a 2 settimane per i ragazzini).

L'influenza di solito si verifica in focolai di piccole dimensioni, ma epidemie tendono a verificarsi ogni diversi anni. Epidemie (quando la malattia si diffonde rapidamente e colpisce molte persone in un'area al tempo stesso) di picco entro 2 o 3 settimane dopo i primi casi si verificano

01/02/11

Bambini con l’influenza

                                                                            Bambini con l’influenza
il pediatra consiglia
la «regola delle 3 L»
Non vanno mai forzati a mangiare, mentre è bene incoraggiarli a bere. Via libera alle ricette leggere, mentre vanno esclusi i piatti troppo elaborati e conditi, perché più difficili da digerire. E poi, se si seguono le "tre L" che una volta venivano consigliate dai medici condotti, "non si sbaglia mai", spiega a Salute24 Andrea Vania, docente di Pediatria all`Università di Roma La Sapienza - Polo Pontino. "Durante l`influenza i bambini non vanno forzati a mangiare, perché l`inappetenza è uno dei sintomi della malattia", spiega l`esperto. Ecco le "linee guida" per i genitori dei bambini influenzati: facili regole da seguire per rendere ai bimbi l`influenza meno fastidiosa possibile.
Ricette leggere - Cucinare in modo semplice è d`obbligo se il bambino sta male: "Piatti troppo elaborati e troppo speziati non favoriscono la digestione che già di per sé, solitamente, durante un`influenza è rallentata e un po` più difficoltosa del normale. Via libera a ogni ricetta, ma cucinata in modo sano e con poco condimento".

24/01/11

Il dolore del bambino: si può e si deve combattere

Il dolore del bambino: si può e si deve combattere


Introduzione
Il trattamento del dolore è uno dei principali doveri del medico.
L’adempimento di questo dovere è stato storicamente scarso specie nei confronti del paziente
pediatrico.  Fino  a  pochi  anni  orsono  prevaleva  il  concetto  che  i  bambini  non  percepissero  o  non
ricordassero  gli  eventi  dolorosi  con  la  stessa  intensità  di  un  adulto.  Si  temeva  anche  in  modo
infondato  che  il  trattamento  del  dolore  mascherasse  sintomi  di  lesioni   ingravescenti.  Tutto  ciò  è
falso  a  non  è  più  appropriato  limitarsi  a  negare  l’analgesia.  Sono  state  date  numerose  ed  erronee
motivazioni  per  non  trattare  il  dolore  in  pediatria.  L’affermazione  più  frequente  era  che  i  bambini
specie se lattanti non provassero dolore. Di fatto le vie neurali  nocicettive sono attive entro la 23a e
24a settimana di E.G.
I neonati a termine e pretermine presentano un completo sviluppo delle vie di trasmissione del
dolore  senza  presentare  un  completo  sviluppo  dei  sistemi  di  inibizione  del  dolore.  Pertanto  è
dimostrato che provino dolore in misura maggiore rispetto ai soggetti di età inferiore. Inoltre, molti
medici  rifiutano  la  somministrazione  di  analgesici  o  li  somministrano  in  modo  inadeguato  per  il
timore di gravi effetti collaterali possibili, quali la depressione respiratoria o l’ipotensione, ma l’uso
appropriato  di  qualsiasi  farmaco  analgesico  riduce  fortemente  i  rischi  suddetti.  Un’altre  falsa
affermazione  è  che  i  bambini  presentano  un  maggiore  rischio  di  assuefazione  o  di  mascheramento
dei sintomi di peggioramento. Non esiste alcuna ragione per negare una adeguata analgesia ad un
bambino. I miti e i dogmi del passato relativi al trattamento  del dolore in pediatria sono superati e
non  esiste  più  alcuna  valida  ragione  per  negare  analgesici.  I  bambini  sofferenti  sono  confusi,
spaventati e stremati: è nostro dovere mitigare la sofferenza. Vorremmo concludere riportando dei
versi tratti dal libro “Dalle parole non dette” di Kahlil Gibran:

…puoi dimenticare le persone con cui hai riso
mai quelle con cui hai pianto.

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20/01/11

Il rischio di soffocamento nei bambini

                                                Il rischio di soffocamento nei bambini
Se un bambino sta soffocando per aver inalato un oggetto piccolo, dovremo seguire una procedura molto simile a quella prevista per un soggetto adulto. Bisogna solo ricordare bene che:
  • nei bambini molto piccoli, la manovra dei colpi addominali andrebbe evitata: è troppo alto il rischio di causare lesioni agli organi intra-addominali; la si sostituisce con i colpi toracici (vedasi più avanti l'immagine 3).
  • A volte un grave affanno respiratorio può essere dovuto anche a cause infettive (per esempio una laringite o l'infiammazione dell'epiglottide, l'epiglottite, per cui può essere importante saper distinguere per quale motivo un bambino sta soffocando. Di solito, se la causa è un corpo estraneo in gola, non ci sono altri segni di malattia precedenti come la febbre o la tosse e soprattutto si sa che il bambino stava giocando con piccoli oggetti oppure stava mangiando e in modo molto repentino è diventato dispnoico (cioè affannato da un punto di vista respiratorio).
Anche qui distinguiamo un'ostruzione lieve da una severa e lo facciamo in base all'efficacia della tosse del bambino. Vediamo la tabella.
 LINK:http://www.albanesi.it/Salute/Pronto_soccorso/rischio_soffocamento_bambini.htm

14/01/11

La gestione delle convulsioni febbrili: le conoscenze degli operatori sanitari

       La gestione delle convulsioni febbrili: le conoscenze degli operatori sanitari


La gestione del bambino con convulsioni febbrili (CF) risulta essere relativamente semplice, alla luce di quelle che sono le conoscenze prodotte nel corso degli anni.
Le Linee Guida pubblicate recentemente in letteratura suggeriscono in modo chiaro e con alti livelli di evidenza alcuni aspetti di conoscenza e di gestione delle CF, con particolare riferimento alla loro incidenza e ricorrenza, all’utilizzo dei clismi di diazepam in corso di crisi, alla inefficacia dei farmaci antipiretici nel prevenire la ricorrenza delle CF ed al ricorso o meno all’esame elettroencefalografico (EEG).

La forza delle evidenze disponibili ha suggerito l’opportunità di verificare lo stato attuale delle conoscenze e dei comportamenti da parte del personale sanitario (pediatri ospedalieri (PO), pediatri di libera scelta (PLS), specializzandi in pediatria (SP), infermieri pediatrici o di area pediatrica (IP)) in merito alle CF e le eventuali difformità su cui agire tramite apposite campagne di informazione.

05/01/11

LA PORPORA DI SCHOENLEIN HENOCH

              LA PORPORA DI SCHOENLEIN HENOCH

Che cosa è?
La porpora di Schoenlein Henoch (PSH) è uninfiammazione dei piccoli vasi sanguinei (capillari). Questa infiammazione, chiamata vasculite, colpisce solitamente i piccoli vasi sanguinei della cute, dell’intestino e dei reni. I vasi sanguinei infiammati possono sanguinare comportando la comparsa di un eruzione cutanea rosso o violacea chiamata porpora. I vasi possono anche sanguinare nell’intestino o nei reni causando la comparsa di  sangue  nelle  feci  nelle  urine  (ematuria).  La  PSH  prende  inome  dai  dottori Schoenlein e Henoch che hanno descritto la malattia più di 100 anni fa.


Quanto è comune?
Sebbene  la  PSH  non  sia  frequente  nell’infanzia,  è  tuttavia  la  più  comune  vasculite sistemica in bambini di età compresa tra i 5 e 15 anni. E più comune nei bambini che nelle bambine (2:1).
La malattia non si caratterizza per una distribuzione geografica o etnica. La maggior parte dei casi in Europa e nellemisfero settentrionale si verificano d’ inverno, ma sono stati osservati anche casi  in autunno e in primavera.


Quali sono le cause della malattia?
Non si conoscono le cause dell’PSH. Agenti infettivi come i virus e i batteri sono considerati  potenziali  cause  della  malattia,  perché  spesso  la  porpora  di  Schoenlein Henoch  esordisce  dopo  un  episodio  infettivo  alle  alte  vie  respiratorie.  Comunque  la malattia a volte può iniziare anche dopo lutilizzo di farmaci, dopo la puntura di insetti, esposizione  al freddo  o a sostanze  chimiche,  co come  reazione  allergica  ad  alcuni alimenti. Per questo motivo in precedenza è stato usato il termine porpora allergica” poiché si pensava che PSH fosse una reazione allergica a tutti questi agenti. In alcuni paesi è anche chiamata porpora reumatoide per il possibile coinvolgimento di articolazioni e muscoli (vedi più avanti “Quali sono i principali sintomi?”)
Il  riscontro  di  depositi  di  immunoglobuline  A  (IgA)  nelle  tipiche  lesioni  da  PSH
suggerisce una anomala risposta del sistema immunitario contro i capillari della cute, delle articolazioni, del tratto intestinale, dei reni e raramente del sistema nervoso centrale o dei testicoli, che provoca la malattia.


E’ ereditaria? E’ contagiosa? Può essere prevenuta?

16/12/10

Porpora di Schonlein -Henoch



Porpora di Schonlein -Henoch

La porpora di Henoch - Schonlein (HSP) può considerarsi una vasculite sistemica con prevalente interessamento cutaneo che colpisce principalmente i bambini e più raramente gli adulti(1,2) . La malattia è caratterizzata dalla deposizione tissutale di immunocomplessi contenenti IgA. Questo aspetto la rende molto simile alla nefropatia ad IgA con la qualche condivide gli aspetti istologici renali.
Il quadro cutaneo caratterizzato da una porpora palpabile e/o petecchie è molto simile a quello riscontrato in corso di crioglobulinemia e di vasculite da ipersensibilità.

Epidemiologia

15/11/10

CELIACHIA


CELIACHIA
L'interesse attuale della malattia celiaca (M.C.) deriva:
  1. dai molteplici e nuovi aspetti conoscitivi ad essa relati;
  2. dalla sua grande frequenza che sino a pochi anni fa non conoscevamo;
  3. dal fatto che essa, a motivo del suo notevole polimorfismo che può indurre a diagnosi erronee, rappresenta una felice espressione dell'esigenza, emergente in medicina, ad un ritorno alla visione unitaria del malato e della sua malattia, oggi, in parte perduta.
Infatti, discipline fondamentali come la Cardiologia clinica, la Medicina interna, la Chirurgia generale, a motivo dell'enorme sviluppo delle specializzazioni e conoscenze settoriali verificatosi negli ultimi decenni, potevano sembrare svuotate di significato, in quanto gran parte delle patologie ad esse afferenti erano divenute appannaggio delle varie specialità.

31/10/10

Sindrome di Steven-Johnson

è una varietà grave di eritema multiforme, una malattia mucocutanea di natura probabilmente autoimmune e scatenata da alcuni farmaci. Classici segni sono lesioni tipiche, come cerchi concentrici rossi che colpiscono soprattutto le mani e i piedi. La sindrome di Stevens-Johnson è una condizione particolarmente grave ed è associata a febbre e coinvolgimento mucoso multiplo. Un'infezione virale, ad esempio herpes virus, è la seconda causa comune.

15/10/10

LE CONVULSIONI FEBBRILI

        
Nei bambini forti rialzi di temperatura possono dare manifestazioni che spaventano. Ma quasi sempre sono episodi innocui, senza conseguenze.
Come misurare la temperatura?
La misurazione corretta si esegue così:
(il termometro a mercurio è ancora il più preciso). Per avere valori reali, occorrerebbe misurarla a livello rettale o orale. La misurazione sotto l'ascella è accettabile, ma fornisce la temperatura della pelle, più influenzata dalle condizioni ambientali e quindi leggermente più bassa. Infatti si parla di febbre se la temperatura supera i 37.5° C a livello rettale o i 37° C a livello cutaneo, cioè dell'ascella.

11/10/10

L’ABUSO SULL’INFANZIA

L’ABUSO SULL’INFANZIA

L’abuso sull’infanzia è qualsiasi comportamento volontario o involontario, da parte di un adulto, che danneggi in modo grave lo sviluppo fisico, psicologico, affettivo, intellettivo e morale della vittima. Abusare di un bambino significa impedirne la crescita armonica, non rispettandone i bisogni, condizionandone e destabilizzandone la personalità in evoluzione e le relazioni che instaurerà con il gruppo dei pari e con i familiari.

COME RICONOSCERE GLI ABUSI SUL BAMBINO

                      


National Collaborating Centre for Women’s and Children’s Health. When to suspect children maltratment. RCOG Press, 2009 London
Sofia Bisogni, Chiara Falchetti, Valentina Barbagli

Si calcola che in tutto il mondo siano 40 milioni i bambini che, globalmente, sono vittime di abusi e negligenze tali da richiedere assistenza sociale o cure mediche (1). Alcune stime calcolano che soltanto in Inghilterra ogni 10.000 bambini 26 abbiano subito una forma di grave violenza, che 12 siano stati oggetto di negligenza da parte dei genitori, 2 siano stati vittime di abusi sessuali, 7 di abusi emotivi e 2 abbiano ricevuto abusi multipli (2). Questi numeri sembrano rappresentare solo parzialmente la realtà; gran parte degli maltrattamenti non sarebbero infatti denunciati e per questo motivo non possono essere inclusi nei rapporti che frequentemente gli enti governativi e le organizzazioni sanitarie stilano a questo riguardo. L’abuso e il maltrattamento