Infezione virale acuta delle basse vie respiratorie caratterizzata da di stress respiratorio, dispnea prevalentemente espiratoria, sibili e rantoli crepitanti che colpisce i lattanti e i bambini piccoli.
Spesso la bronchiolite compare in forma epidemica e interessa soprattutto i bambini di età inferiore a 18 mesi, con un picco di incidenza nei lattanti di età inferiore a 6 mesi, età di maggiore incidenza delle infezione da virus respiratorio sinciziale (VRS) e da virus parainfluenzale tipo 3. L'incidenza annuale nel primo anno di vita sembra essere di 11 casi/100 bambini.
Eziologia e fisiopatologia
Gli agenti eziologici più frequenti della bronchiolite sono il VRS e il virus parainfluenzale tipo 3; cause meno frequenti sono i virus influenzali A e B, i parainfluenzali 1 e 2 e gli adenovirus. I rinovirus, gli enterovirus, il virus del morbillo e il Mycoplasma pneumonie non sono cause frequenti.
I virus responsabili diffondono dalle alte vie respiratorie alle medie fino ai piccoli bronchi e ai bronchioli, causando necrosi epiteliale. L'edema e l'essudato conseguenti provocano una parziale ostruzione che è più pronunciata in fase espiratoria e che conduce all'intrappolamento d'aria negli alveoli. L'ostruzione completa e il riassorbimento dell'aria intrappolata possono determinare zone multiple di atelettasia.
Sintomi e segni
Di solito il bambino con bronchiolite ha avuto una precedente infezione delle alte vie respiratorie (IRS) seguita dalla improvvisa comparsa di di stress respiratorio con tachipnea, tachicardia e tosse stizzosa. L'aggravarsi del di
stress respiratorio si manifesta con cianosi periorale, rientramenti sottocostali, intercostali e soprasternali e respiro sibilante udibile. Spesso il bambino appare marcatamente letargico, ma la febbre non è sempre presente. L'eventuale vomito e la diminuita assunzione orale di liquidi può provocare disidratazione. Con l'affaticamento il respiro può divenire sempre più superficiale e inefficace, fino a provocare acidosi respiratoria. Alla percussione il torace è iperfonetico, e l'auscultazione rivela respiro ansimante, espirazione prolungata e spesso fini rantoli crepitanti; la radiografia del torace mostra polmoni iperdiafani, diaframma abbassato e prominenza ilare. La presenza di infiltrato può essere dovuta ad atelettasia o a polmonite da VRS, che è abbastanza frequente nei lattanti con bronchiolite da VRS.
Diagnosi
I primi dati di laboratorio non sono utili per la diagnosi. Circa 2/3 dei bambini presentano 10000-15000/ml leucociti. La maggior parte presenta il 50-75% di linfociti. Nei casi gravi l'azotemia e gli elettroliti sierici mostrano il tipo e il grado della disidratazione; l'emogasanalisi evidenzia verosimilmente ipossia. La diagnosi eziologica specifica si può fare con l'isolamento del virus o con tecniche di diagnosi rapida come l'immunofluorescenza e il metodo ELISA per l'antigene del VRS (v. Infezione da Virus Respiratorio Sinciziale sopra).
La diagnosi differenziale si pone soprattutto nei confronti dell'asma, che è senz'altro più probabile nei bambini di età superiore a 18 mesi, specialmente se hanno presentato precedenti episodi di "wheezing" e se hanno un'anamnesi familiare positiva per diatesi allergica. Il reflusso gastroesofageo con aspirazione del contenuto gastrico può manifestarsi con una sintomatologia analoga a quella della bronchiolite; numerosi episodi in un lattante possono far sospettare questa diagnosi. Anche l'inalazione di un corpo estraneo occasionalmente causa "wheezing" e deve essere sospettato se l'anamnesi e l'epidemiologia sono suggestive e se l'esordio è stato improvviso e non preceduto da segni di infezione delle alte vie respiratorie (p. es., rinite).
Prognosi e terapia
La maggior parte dei bambini può essere trattata a domicilio e guarisce in 3-5 giorni senza alcuna conseguenza. La mortalità è inferiore all'1% se il trattamento medico è adeguato. Indicazioni per il ricovero sono il di stress respiratorio ingravescente, la cianosi, l'affaticamento e la disidratazione. I bambini affetti da condizioni patologiche preesistenti come malattie cardiache, immunodeficienza, o displasia broncopolmonare, che li rendono ad alto rischio di malattia grave o complicata, devono essere seguiti con attenzione e considerati candidati per una ospedalizzazione precoce.
Riconoscere e trattare l'ipossia è molto importante. In ospedale si deve eseguire l'emogasanalisi arteriosa poiché non è possibile valutare accuratamente l'entità dell'ipossia clinicamente. Adeguate concentrazioni di O2 (PaO2 > 60 mm Hg) si possono ottenere con una miscela di O2 al 30-40% erogato con tenda o maschera facciale. L'intubazione endotracheale è indicata se si verifica una progressiva ritenzione di CO2, se il bambino non riesce a eliminare le secrezioni bronchiali o se l'ipossia non risponde alla somministrazione di O2. Dopo l'intubazione la somministrazione di O2 deve essere continuata, le secrezioni polmonari devono essere eliminate (attraverso il drenaggio posturale e l'aspirazione tracheale) e le basse vie respiratorie devono essere umidificate con nebulizzatore a ultrasuoni.
L'idratazione può essere mantenuta con frequenti somministrazioni di piccole quantità di liquidi chiari. Ai bambini più compromessi i liquidi devono essere somministrati inizialmente EV, e il grado di idratazione deve essere controllato monitorando la quantità e il peso specifico delle urine e il livello sierico degli elettroliti.
I cortisonici
FONTE: http://www.msd-italia.it/content/corporate/index.html
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