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21/03/11

Errori nella gestione delle terapie


Errori nella gestione delle terapie (Medication errors)
E' definito errore di terapia, ogni errore nella prescrizione, distribuzione o somministrazione di un farmaco. Indipendentemente dalla sua capacità di determinare avverse conseguenze, esso costituisce la causa di danno per i pazienti che ha maggiori possibilità di essere prevenuta.
La recente classificazione degli errori di terapia, individua tre tipologie di errori che nella lingua inglese corrispondono ai termini mistake, slip e lapse che possono essere identificati nella lingua italiana rispettivamente con:
  • errore
  • svista
  • dimenticanza
I mistiche sono gli errori effettuati nella fase di pianificazione di una azione e che risultano da una carenza delle conoscenze necessarie che dovrebbero essere alla base di quella azione (per esempio, la prescrizione o la somministrazione di un farmaco senza che sia effettuato un accertamento sull'esistenza di condizioni che ne determinano nel caso specifico, una controindicazione, come una allergia al prodotto o ad un suo componente); oppure sono errori determinati dall'uso errato di una buona regola, dall'applicazione di cattive regole o dal fallimento dell'applicazione di una buona regola.
Gli errori riferibili a sviste ed a dimenticanze, sono da mettere in relazione alla fase della performance di una azione: una svista è per esempio la prescrizione o la somministrazione di un farmaco errato anziché quello giusto determinata dalla rassomiglianza della denominazione o del confezionamento del farmaco stesso (è il caso quest'ultimo delle confezioni di alcune soluzioni elettrolitiche); le dimenticanze possono invece determinare oltre che la mancata somministrazione o il non rispetto degli orari di assunzione del farmaco, la somministrazione di farmaci di cui si è a conoscenza, per esempio, della condizione di allergia del paziente.
A queste tipologie si aggiungono gli errori tecnici determinati dalla carenza di specifiche abilità, come nel caso della inserzione di una cannula intravascolare per la somministrazione di un farmaco, e quelli determinati da bis procedurali o dalla errata o mancata applicazione delle procedure definite per la terapia (per esempio l'estrazione delle fiale dalle confezioni, sul carrello della terapia oppure la preparazione non estemporanea delle diluizioni e, addirittura, la somministrazione di farmaci diluiti da operatori diversi).
Non meno importanti sono poi i fattori determinati dalle condizioni “ambientali” e organizzativi in cui l'attività assistenziale e terapeutica viene svolta: un ambiente rumoroso o la scarsa illuminazione, la frequenza delle interruzioni e delle interferenze a cui l'operatore è sottoposto, determinano un significativo innalzamento dei livelli di rischio.
L'incidenza degli errori di terapia è ad oggi ancora mal definita a causa delle modalità di approccio dei diversi studi e delle stesse differenze di definizione che sono state usate, per cui sembrano interessare tra il il 2 ed il 14% dei pazienti ospedalizzati e, secondo studi svolti negli Stati Uniti, circa l'1-2% sarebbero i pazienti che riporterebbero danni da tali errori.
Essi sembrano comunque costituire, secondo la National Audit Come
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missioni Report sula sicurezza del pazienti (UK), la seconda più frequente causa di incidente in ambito ospedaliero (al primo posto ci sarebbero le cadute).
Nella formazione infermieristica, il problema degli errori di terapia, ha da sempre costituito una problematica importante con cui confrontarsi. Per decenni la pratica infermieristica si è riferita alle 5 regole (le 5 G) a cui ogni buon infermiere avrebbe dovuto riferirsi nel praticare la terapia: giusto paziente, giusto farmaco, giusta dose, giusta somministrazione, giusto tempo.
Oggi ci possiamo rendere conto, in rapporto alla diversa complessità degli atti assistenziali e, fra questi, di terapia, ma anche alla ben diversa responsabilità e ruolo degli infermieri, come le 5 G siano ormai insufficienti e come siano da considerare ulteriori fattori per garantire la sicurezza del paziente.
Per esempio la corretta valutazione e rilevanza che deve essere data alle reazioni avverse alle terapie: la loro adeguata registrazione nella documentazione clinica ed infermieristica e la loro comunicazione costituiscono ormai un fattore fondamentale in rapporto agli errori di terapia.
Altro aspetto da non sottovalutare è la possibilità stessa di permettere l'emersione degli errori di terapia: in questo senso un approccio non sanzionatorio e volto all'analisi delle problematiche che sono a monte dell'errore stesso, da una parte permette il coinvolgimento di tutti gli operatori e rende più facile la sua segnalazione, dall'altro può permettere l'attivazione di interventi volti alla rimozione delle cause che ne sono all'origine.
Infine è necessario ricordare che, come dimostrato da alcuni studi, spesso gli infermieri svolgono una preziosissima funzione, in linea con le responsabilità che sono loro attribuite dal livello di competenze e professionalità almeno nei Paesi più sviluppati, di controllo sulle terapie prescritte, che permette di evitare e prevenire o, quantomeno, ridurre errori che potrebbero determinare importanti danni ai pazienti.
FONTE: http://www.nursingqual.it/                           LEGGI SCARICA PDF 

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