BB

>4pediatriapa Seguici su Facebook //12 Novembre Giornata mondiale contro la Polmonite // 14 Novembre Giornata mondiale del diabete // 17 Novembre Giornata mondiale dei nati prematuri // 20 Novembre Giornata universale del bambino //div>

11/10/10

L’ABUSO SULL’INFANZIA

L’ABUSO SULL’INFANZIA

L’abuso sull’infanzia è qualsiasi comportamento volontario o involontario, da parte di un adulto, che danneggi in modo grave lo sviluppo fisico, psicologico, affettivo, intellettivo e morale della vittima. Abusare di un bambino significa impedirne la crescita armonica, non rispettandone i bisogni, condizionandone e destabilizzandone la personalità in evoluzione e le relazioni che instaurerà con il gruppo dei pari e con i familiari.

Esistono diverse forme di abuso: alcune sono più esplicite, poiché avvengono per mezzo della violenza, altre sono meno dirette, e quindi più difficili da riconoscere. L’abuso tende generalmente a essere negato e nascosto dall’abusante, dalla vittima, e spesso da chi ne viene a conoscenza (specialmente se si tratta di abuso intrafamiliare). Inoltre è essenziale tenere presente che esso non ha una risoluzione spontanea e tende ad aggravarsi nel tempo.
Le diverse forme di abuso possono essere racchiuse all’interno di tre grandi categorie: Maltrattamento, Patologia delle cure e Abuso sessuale.
Parliamo di Maltrattamento Fisico del bambino quando i genitori, o chi se ne prende cura, commettono, o permettono che si eseguano, lesioni fisiche sul bambino. Nonostante questa forma di abuso rientri apparentemente tra quelle più facilmente riconoscibili, non sempre chi subisce questo tipo di maltrattamento presenta segnali evidenti. Infatti, anche quando si lascia una traccia visibile sul corpo della vittima, essa viene spesso nascosta dagli indumenti.
Il Maltrattamento psicologico, invece, è quel comportamento o modello di relazione che trasmette al bambino l’idea di non essere all’altezza di situazioni e/o di persone, di valere poco, di non essere capace, di non essere amato e desiderato, di non andare bene così com’ è. Questi comportamenti vengono generalmente messi in atto da persone che hanno un ruolo di potere nei confronti del bambino, non permettendogli di sviluppare una stima di sé adeguata.
Sia il maltrattamento fisico sia quello psicologico influiscono in modo determinante sulle relazioni che il bambino instaura col mondo circostante; infatti, nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza, il corpo e l’immagine che il bambino ha di sé rappresentano uno strumento di relazione importantissimo per la crescita. Il comportamento di un bambino maltrattato, pertanto, evidenzierà uno stile passivo, con cui il bambino rinuncerà all’affermazione di sé e si adeguerà alla definizione negativa che gli altri danno di lui, oppure uno stile reattivo, per mezzo del quale il bambino si opporrà, cercando di “sfatare il mito” della propria incapacità.
Una forma di abuso difficilmente conosciuta in quanto tale è sicuramente la Patologia delle cure, che riguarda le situazioni in cui i genitori di un minore, o chi se ne prende cura, non rispondono adeguatamente ai suoi bisogni fisici ed emotivi, in rapporto all’età anagrafica e alla fase evolutiva che sta attraversando. A seconda della modalità prevalente con cui vengono fornite le cure, possiamo individuare tre categorie cliniche:
·         Incuria: quando le cure sono insufficienti, dal punto di vista fisico (cibo, cure mediche) o psicologico (attenzione insufficiente per i bisogni emotivi del bambino).
·         Discuria: quando le cure vengono fornite in modo distorto rispetto alla fase evolutiva e al bisogno del bambino (per esempio, richiedere a un bambino di 9 mesi il controllo degli sfinteri).
·         Ipercura: eccessiva somministrazione di cure, uso improprio di farmaci, e accertamenti medici invasivi.
Il bambino, oggetto di cure inadeguate, sperimenta che nella relazione non c’è spazio per lui (incuria) o che esiste uno spazio inadatto per i suoi bisogni (discuria e ipercura), per cui tenderà ad adeguarsi alle aspettative dell’altro, rinunciando alla propria individualità, perdendo il contatto con la realtà oppure utilizzando la malattia come strumento per stabilire la relazione con i genitori e con gli altri.

IL FENOMENO DELLA PEDOFILIA
Il DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) include la pedofilia all’interno della categoria diagnostica delle Parafilie (disturbi sessuali e identità di genere). La Pedofilia è caratterizzata da fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti eccitanti sessualmente, che comportano attività sessuale con uno o più bambini prepuberi (minori di 14 anni e comunque prima dello sviluppo fisico delle caratteristiche sessuali di genere).
Nonostante rappresenti la forma di abuso più nota, la confusione in merito è ancora grande.
Infatti molto spesso si ritiene che un bambino oggetto di abuso sessuale sia esclusivamente quello su cui si è agito con violenza o che è stato costretto contro la sua volontà a prendere parte a un rapporto sessuale. In realtà, la questione è ben più complessa; abusare sessualmente di bambini e adolescenti, quindi soggetti immaturi e dipendenti, significa coinvolgerli in attività che non riescono pienamente a comprendere e alle quali non sono in grado di acconsentire con totale consapevolezza.
Ne fanno parte:

  • atti sessuali che implicano un contatto fisico violento
  • atti sessuali che implicano un contatto fisico non violento
  • atti sessuali in cui il contatto fisico è assente (ad esempio, mostrare ad un minore immagini a contenuto pornografico).
Queste attività si verificano all’interno di una relazione non paritaria, in quanto il minore si trova, rispetto all’adulto, in una posizione di inferiorità fisica, psichica e di potere che nessun adattamento passivo, scambiato per consenso, può annullare o ridurre.
E’ un fenomeno che investe trasversalmente tutte le fasce sociali, pertanto sia l’abusante che la vittima possono essere dappertutto, in qualsiasi tipo di famiglia.
Oggi l’età delle vittime tende spiccatamente ad abbassarsi: riscontriamo infatti abusi sessuali anche su bambine di tre o quattro anni, e negli ultimi tempi la vittima è spesso un maschietto anche piccolissimo.
L’abuso intrafamiliare, cioè quello compiuto da un componente della famiglia del bambino, rappresenta, purtroppo, la tipologia più frequente.
Questa è sicuramente il luogo in cui da sempre si sono consumati gli abusi più gravi e più distruttivi, perché è il luogo al quale il bambino per natura si affida e rispetto al quale dove non può attivare difese; perciò egli, fiducioso, accetta tutto ciò che gli viene richiesto e gli viene dato come "buono" e finalizzato al suo "bene".
L’abuso extrafamiliare viene, invece, commesso da persone esterne al nucleo familiare d’origine. Spesso il bambino conosce il proprio abusante e ha già stabilito con lui un rapporto privilegiato. E’ sicuramente il caso degli abusi commessi a scuola.
La scuola, infatti, agenzia di socializzazione seconda solo alla famiglia, anche sotto il profilo dell’abuso rappresenta il secondo luogo ove il bambino è esposto al rischio di essere violato nella sua intimità.
Nonostante gli abusi sessuali commessi da persone che il bambino non conosce rappresentino una minima parte rispetto alla totalità degli abusi, in realtà la strada rappresenta comunque un luogo a rischio, soprattutto perché è anche il luogo in cui si manifesta, persino in zone sufficientemente frequentate, la violenza di gruppo. Oggi più che mai questo tipo di violenza è sempre più frequente.
Infine, lo sfruttamento sessuale consiste nell’utilizzo del minore a fini di lucro, commesso da singoli o gruppi criminali organizzati. Appartiene a questa categoria la Pedofilia on line : esiste un fondamentale luogo comune sulla pedofilia, che sarebbe opportuno analizzare e sfatare, rappresentato dalla convinzione secondo cui i frequentatori di quel mondo non siano veri pedofili, ma soggetti che si limitano a guardare, ovvero una specie di pedofili voyeur o, addirittura, una categoria di pedofili platonici.
In realtà il pedofilo on-line, prima di essere on-line, è un pedofilo. I dati sulla frequenza assidua, spesso pluri-quotidiana, di molte migliaia di persone (si intende italiani, altrimenti bisognerebbe parlare di centinaia di migliaia) nei siti che offrono materiali pedopornografici a pagamento, ognuna delle quali scarica centinaia di foto e filmati di questo tipo, non si concilia affatto con l’idea del semplice curioso e nemmeno con quella del soggetto trasgressivo o perverso che cerca di superare i limiti del lecito e del normale. Al contrario, si concilia benissimo con l’idea del pedofilo cui la tecnologia ha finalmente consentito di accedere a materiali un tempo di difficilissimo reperimento, e di un soggetto che dimostra in pieno la natura compulsiva e ossessiva della propria devianza sessuale, ovvero di un pedofilo del tutto classico, al quale internet ha solo reso più facile l’esercizio della propria pulsione. Sono ormai diverse centinaia i siti quotidianamente accessibili in internet, che offrono, a pagamento, materiali pedopornografici, assistiti da alcune migliaia di siti promozionali diretti che fungono da esca, consentendo l’accesso ad altri siti più completi.
FONTE:  http://www.missionearcobaleno.org/index.asp

Nessun commento:

Posta un commento