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24/01/11

Il dolore del bambino: si può e si deve combattere

Il dolore del bambino: si può e si deve combattere


Introduzione
Il trattamento del dolore è uno dei principali doveri del medico.
L’adempimento di questo dovere è stato storicamente scarso specie nei confronti del paziente
pediatrico.  Fino  a  pochi  anni  orsono  prevaleva  il  concetto  che  i  bambini  non  percepissero  o  non
ricordassero  gli  eventi  dolorosi  con  la  stessa  intensità  di  un  adulto.  Si  temeva  anche  in  modo
infondato  che  il  trattamento  del  dolore  mascherasse  sintomi  di  lesioni   ingravescenti.  Tutto  ciò  è
falso  a  non  è  più  appropriato  limitarsi  a  negare  l’analgesia.  Sono  state  date  numerose  ed  erronee
motivazioni  per  non  trattare  il  dolore  in  pediatria.  L’affermazione  più  frequente  era  che  i  bambini
specie se lattanti non provassero dolore. Di fatto le vie neurali  nocicettive sono attive entro la 23a e
24a settimana di E.G.
I neonati a termine e pretermine presentano un completo sviluppo delle vie di trasmissione del
dolore  senza  presentare  un  completo  sviluppo  dei  sistemi  di  inibizione  del  dolore.  Pertanto  è
dimostrato che provino dolore in misura maggiore rispetto ai soggetti di età inferiore. Inoltre, molti
medici  rifiutano  la  somministrazione  di  analgesici  o  li  somministrano  in  modo  inadeguato  per  il
timore di gravi effetti collaterali possibili, quali la depressione respiratoria o l’ipotensione, ma l’uso
appropriato  di  qualsiasi  farmaco  analgesico  riduce  fortemente  i  rischi  suddetti.  Un’altre  falsa
affermazione  è  che  i  bambini  presentano  un  maggiore  rischio  di  assuefazione  o  di  mascheramento
dei sintomi di peggioramento. Non esiste alcuna ragione per negare una adeguata analgesia ad un
bambino. I miti e i dogmi del passato relativi al trattamento  del dolore in pediatria sono superati e
non  esiste  più  alcuna  valida  ragione  per  negare  analgesici.  I  bambini  sofferenti  sono  confusi,
spaventati e stremati: è nostro dovere mitigare la sofferenza. Vorremmo concludere riportando dei
versi tratti dal libro “Dalle parole non dette” di Kahlil Gibran:

…puoi dimenticare le persone con cui hai riso
mai quelle con cui hai pianto.

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