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01/02/11

Bambini con l’influenza

                                                                            Bambini con l’influenza
il pediatra consiglia
la «regola delle 3 L»
Non vanno mai forzati a mangiare, mentre è bene incoraggiarli a bere. Via libera alle ricette leggere, mentre vanno esclusi i piatti troppo elaborati e conditi, perché più difficili da digerire. E poi, se si seguono le "tre L" che una volta venivano consigliate dai medici condotti, "non si sbaglia mai", spiega a Salute24 Andrea Vania, docente di Pediatria all`Università di Roma La Sapienza - Polo Pontino. "Durante l`influenza i bambini non vanno forzati a mangiare, perché l`inappetenza è uno dei sintomi della malattia", spiega l`esperto. Ecco le "linee guida" per i genitori dei bambini influenzati: facili regole da seguire per rendere ai bimbi l`influenza meno fastidiosa possibile.
Ricette leggere - Cucinare in modo semplice è d`obbligo se il bambino sta male: "Piatti troppo elaborati e troppo speziati non favoriscono la digestione che già di per sé, solitamente, durante un`influenza è rallentata e un po` più difficoltosa del normale. Via libera a ogni ricetta, ma cucinata in modo sano e con poco condimento".
Bere è fondamentale - Non insistere se non vogliono mangiare, spiega il medico, mentre è importante, invece, incoraggiarli a bere "per evitare la disidratazione, pericolosa tanto più quanto più il bambino è piccolo. E, se proprio non vogliono mangiare, si possono usare delle bevande zuccherate per far assumere loro, insieme ai liquidi, un po` di calorie". Tè, acqua e zucchero e succhi di frutta "ma anche latte, se non hanno problemi gastrointestinali". Ma diarrea e vomito sono sempre dietro l`angolo, soprattutto durante la stagione invernale. E se secondo i dati le complicazioni gastrointestinali interessano una persona su 10 che si ammala di influenza stagionale, per quanto riguarda la nuova influenza si parla di 4 persone su 10.
Orologio alla mano - In caso di diarrea le regole si seguono con l`orologio alla mano. "Tra le 6 e le 12 ore dopo il primo attacco è meglio limitare l`alimentazione e sostituirla con soluzioni reidratanti specifiche". Più il bambino è piccolo, più rischia di disidratarsi: "E tanto più è quindi importante seguire questo procedimento, facendosi ovviamente consigliare dal pediatra". Dopo le 12 ore, e fino alle 24 ore dopo il primo attacco, invece, è bene "evitare la somministrazione di latte e latticini, limitandosi eventualmente ai derivati a basso contenuto di lattosio, che sono più digeribili". Probiotici e prebiotici non sono specificamente richiesti dai medici, "ma possono essere consigliati, perché riducono la durata della diarrea e e aiutano l`intestino a rimettersi in sesto".
Un cucchiaino alla volta - Se il bambino ha vomitato "si deve assolutamente evitare di farlo bere subito e, comunque, di fargli assumere eccessive quantità di liquidi, perché in entrambi i casi si re-innesca facilmente il vomito". Sono out tutte le bevande che non siano acqua e zucchero o tè, e quindi latte, cioccolata, yogurt, succhi di frutta, "perché rimangono più a lungo nello stomaco, aumentando la situazione di pesantezza". E se il bambino ha sete, "dare da bere in quantità piccolissime, un cucchiaino alla volta". Le bevande migliori sono acqua e zucchero o tè: "In particolare il tè, oltre ad essere leggero e facilmente digeribile, grazie alla teina rallenta l`attività gastrica". Con o senza limone, non fa differenza: "È un falso mito quello secondo cui il limone sia di aiuto contro la nausea. Contro il vomito è la teina a funzionare, non il limone".      
Le "tre L" - In sintesi, "letto, lana, latte", spiega il pediatra. Semplici e antiche, ma ancora efficaci: "Sono le norme che i vecchi medici condotti consigliavano alle mamme apprensive alla prese con bambini influenzati - continua Vania -, ma sono valide anche oggi". "Letto" significa "riposo totale": "I bambini con la febbre possono guardare la tv, stare a letto o sul divano, ma non devono assolutamente fare giochi agitati e scalmanarsi. Devono riposarsi", spiega il pediatra. "Lana" sta per "stare al caldo". Quanto al latte, "è un consiglio generale che indica che durante l`influenza bisogna assumere liquidi per non disidratarsi".
La convalescenza - Almeno 5 giorni, ma se si arriva a 7 è meglio: dopo essere stati a letto a causa dell`influenza una buona convalescenza è indispensabile evitare di riammalarsi. "Che sia influenza stagionale o pandemica, a causa della malattia l`organismo subisce una depressione immunitaria. Per tornare a svolgere le attività quotidiane il corpo deve recuperare, e per recuperare ha bisogno di stare in convalescenza". Evitare di riportare i bambini a scuola prima del tempo: "Sarebbe buona norma farli stare tranquilli per una settimana dopo la malattia, evitando di riportarli subito a scuola e all`asilo e di reinserirli nelle loro attività pomeridiane extrascolastiche che, anche se sono un divertimento, risultano pur sempre impegnative".

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