09/03/11
I Sintomi di Sospetto di una Malattia Metabolica
INTRODUZIONE Gli errori congeniti del metabolismo (ECM) sono difetti geneticamente determinati di una proteina- enzima; più raramente la proteina può avere una funzione di trasporto, di attivazione di un enzima, di protezione, strutturale. I meccanismi patogenetici possono essere pertanto diversi e peraltro non ancora completamente noti per alcune forme, ad esempio accumulo di materiali a monte del difetto, produzione di prodotti collaterali tossici, difetto del prodotto a valle del blocco enzimatico. Attualmente sono conosciuti circa 400 ECM ma il numero degli enzimi presenti nell’organismo umano è stimato intorno a 10.000 ed è ipotizzabile che le patologie da ECM ancora da individuare siano numerose. E’ inoltre ipotizzabile che alcuni difetti metabolici, ad esempio correlati alla sintesi di DNA e RNA, siano incompatibili con la vita e possano essere responsabili dell’alta frequenza di aborti spontanei specie in comunità ad elevata endogamia con segregazione di difetti in omozigosi. Nuovi difetti metabolici vengono "continuamente" descritti; molto recente è per esempio la descrizione del difetto di timidina fosforilasi, enzima importante nella regolazione della disponibilità di timidina per la sintesi del DNA e quindi particolarmente importante per la sintesi del DNA mitocondriale, che presenta alta velocità di replicazione. Tale difetto enzimatico è responsabile della sindrome MNGIE, caratterizzata da dismotilità intestinale con disturbi gastroenterici pseudo ostruttivi, leuco distrofia e neuropatia periferica. Nuovi gruppi di ECM vengono anche descritti ad esempio è di pochi mesi fa (settembre ’99) la segnalazione di un difetto nella sintesi di cisteina-leucotrieni. La presenza di importanti manifestazioni neurologiche in due bambini è un aspetto interessante di un errore di un metabolismo (leucotrieni acido arachidonico) conosciuto implicato nei fenomeni immunologici ma non nel metabolismo cerebrale. La reale incidenza degli ECM, nonostante i progressi nelle conoscenze e nelle tecnologie, è ancora certamente sottostimata in quanto sono considerate patologie rare e pertanto spesso non sospettate; questo risulta evidente dai lunghi iter diagnostici di alcuni pazienti e dall’anamnesi familiare che è spesso positiva per soggetti con sintomatologie analoghe ma senza una corretta diagnosi. Gli ECM sono singolarmente rari, ma se considerati nel loro insieme hanno un’incidenza relativamente alta e attualmente si ritiene che circa 1 neonato ogni 200 ne sia affetto. Per la maggior parte di essi l’ereditarietà è di tipo autosomico recessivo; più raramente la trasmissione è X-legata ad esempio il difetto di ornitina carbamil transferasi (OCT), ed ancora più rare so- no le forme ad ereditarietà autosomica dominante. Una altra
Malattia di Gaucher
La malattia di Gaucher è una malattia ereditaria rara. Il nome origina da quello del medico francese Philippe Charles Ernest Gaucher, che nel 1882 per primo descrisse la malattia in un paziente di 32 anni con milza e fegato ingrossati. Nel 1924, il medico tedesco H. Lieb riusci ad isolare un particolare componente grasso dalle milze di pazienti affetti, identificato dieci anni più tardi come glucocerebroside dal medico francese A. Aghion. Nel 1965 il medico americano Roscoe O. Brady e i suoi collaboratori dimostrarono che l'accumulo di glucocerebroside è causato dalla mancanza genetica dell'enzima glucocerebrosidasi.
La ricerca condotta negli ultimi trenta anni ha fornito le premesse per lo sviluppo della terapia enzimatica sostitutiva adoperando una forma modificata della glucocerebrosidasi per sostituire l'enzima mancante nei pazienti affetti dalla malattia di Gaucher.
La malattia di Gaucher è una malattia da accumulo lisososomialecausata dalla mancanza del l'enzima glucocerebrosidasi.
Che cosa significa malattia da accumulo lisososomiale?
Il corpo umano contiene i macrofagi, specializzati nella trasformazione di cellule che hanno completato il loro ciclo vitale in molecole semplici che possono essere riutilizzate. Tramite questo processo, molto simile all'atto di mangiare e digerire il cibo, i macrofagi "mangiano" le cellule invecchiate e le "digeriscono" per mezzo di enzimi contenuti in compartimenti cellulari chiamati lisosomi. L'enzima glucocerebrosidasi è uno dei tanti enzimi lisosomiali che ha il compito di trasformare il glucocerebroside in zuccheri (glucosio) e grassi (ceramide).
08/03/11
L’assistenza al bambino con malattia metabolica congenita
Introduzione: Il termine “malattie metaboliche congenite” (MMC) descrive un gruppo di più di 500 malattie che coinvolgono una o più vie metaboliche. Alcuni esempi sono costituiti dal deficit del ciclo dell’urea oppure le aminoacidopatie come la malattia delle urine a sciroppo di acero. Nella tabella 1 sono riportati brevi definizioni di alcune malattie metaboliche congenite. Il numero, la complessità e la variabilità clinica con cui tali quadri si presentano, rendono le MMC una vera sfida per i professionisti sanitari. Un ritardo nella diagnosi può causare, nei primi giorni di vita, gravi danni neurologici o rivelarsi addirittura mortale (1). Lo screening delle malattie metaboliche si è perfezionato negli ultimi anni, in particolare è aumentata la disponibilità di spettrometri di massa tandem, così oggi gli Infermieri si trovano ad assistere bambini con MMC molto più frequentemente rispetto a qualche anno fa. L'argomento principale di questo articolo è l’assistenza infermieristica al bambino con MMC in fase acuta, tuttavia alcuni aspetti dell’assistenza qui menzionati possono essere applicati anche alla gestione infermieristica del bambino con MMC nelle fasi che seguono quella acuta. L’articolo fornisce anche informazioni circa la diagnosi e la classificazione delle MMC. La fisiopatologia sarà illustrata usando come esempi i difetti del ciclo dell’urea e le organicoacidurie da aminoacidi ramificati, che si incontrano più frequentemente nella pratica clinica.
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06/03/11
FEBBRE MEDITERRANEA FAMILIALE
FEBBRE MEDITERRANEA FAMILIALE (FMF)
Cos’è?
La febbre mediterranea familiare (FMF) è una malattia genetica caratterizzata da
ricorrenti attacchi di febbre, accompagnati da dolori addominali, al torace e/o alle
articolazioni con gonfiore. Generalmente la malattia interessa persone originarie della
zona del mediterraneo e del medio oriente, cioè Ebrei (specialmente Sefarditi), Turchi,
Arabi e Armeni.
Quanto è comune?
La frequenza della malattia nelle popolazioni a rischio è di circa 1-3 casi su mille. È rara
in altre parti del mondo. Dopo la scoperta del gene, è stata però diagnosticata più
frequentemente anche tra le popolazioni dove si pensava fosse molto rara, vedi gli
Italiani, i Greci e gli Americani.
Emoglobinuria parossistica notturna
Definizione
Raro disordine di natura clonale caratterizzato da distruzione prematura delle cellule del sangue, conseguente ad anomalie della
membrana cellulare acquisite durante la formazione midollare.
Descrizione
L'Emoglobinuria parossistica notturna è una rara forma di anemia, caratterizzata dalla seguente triade clinica: 1) emolisi
intravascolare cronica (rottura dei globuli rossi con fuoriuscita di emoglobina), 2) trombosi venose, che si verificano nel 50% circa
dei pazienti, specie a carico delle vene epatiche, addominali, cerebrali e del derma 3) citopenia (insufficiente produzione di cellule
del sangue nel midollo osseo), che può essere lieve o severa (pancitopenia), in associazione con anemia aplastica.
Pur essendo cronica, la malattia mostra riacutizzazioni episodiche dei sintomi (crisi emolitiche), e per questo viene definita
parossistica: gli episodi hanno durata variabile, da pochi giorni ad alcune settimane, e sono caratterizzati tipicamente da comparsa
di urine scure al mattino, crisi dolorose specie a carico del distretto esofageo e addominale, possibilità di eventi trombotici. La
distruzione dei globuli rossi determina gradi estremamente variabili di anemia; si va infatti da forme clinicamente silenti a quadri
dominati da astenia, facile faticabilità, colorazione giallastra di cute e mucose (ittero), ingrandimento della milza (splenomegalia).
In alcuni casi la presenza di emoglobina nelle urine (emoglobinuria) può non essere mai riscontrata, mentre è quasi sempre
evidenziabile la presenza di emosiderina, forma insolubile di ferro derivante dal metabolismo dell'emoglobina. Gli episodi tendono
a verificarsi in particolare di notte o in condizioni di stress fisico (es. interventi chirurgici, infezioni).
Oltre all'anemia i pazienti possono presentare anomalie, e riduzione del numero, a carico dei globuli bianchi con un'aumentata
suscettibilità alle infezioni, nonché a carico delle piastrine con comparsa di manifestazioni trombotiche profonde dei vasi
addominali, epatici (con ittero, dolore addominale, epatomegalia, ascite), del derma (con formazione di noduli cutanei rossastri
dolorosi). Rara è la trombosi dei vasi cerebrali (con cefalea, papilledema). Nel 10-20% dei casi la riduzione progressiva dei globuli
bianchi associata alla diminuzione delle piastrine determina l'evoluzione dell'emoglobinuria parossistica notturna in anemia
aplastica. Sono comunque descritti anche casi di remissione spontanea della malattia.
La diagnosi viene posta attraverso l'esecuzione di accertamenti di laboratorio specifici. Gli esami di laboratorio evidenziano un
aumento della concentrazione della lattico deidrogenasi (LDH) e della conta reticolocitaria. Ridotta è invece la concentrazione
dell'aptoglobina nel sangue, mentre le urine presentano emoglobina ed emosiderina. L'analisi con citofluorimetria, o con anticorpi
monoclonali, rappresenta l'esame cardine per la diagnosi definitiva di questo disordine e dimostra la presenza di globuli rossi ed
altre cellule ematiche prive di particolari proteine di membrana (CD55 e CD59) importanti per la regolazione della lisi cellulare
mediata dal sistema del complemento (insieme di molecole deputate alla difesa dell'organismo). La citofluorimetria permette inoltre
di stabilire la percentuale e il tipo di cloni alterati così da avere una sufficiente correlazione con l'andamento clinico.
L'ecocolor-doppler, la tomografia assiale computerizzata e la risonanza magnetica possono evidenziare l'eventuale presenza di
trombosi venose.
Sinonimi
Sindrome di Marchiafava Micheli
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05/03/11
malattia di Wilson
La malattia di Wilson é un disordine ereditario del metabolismo del rame, caratterizzato da un accumulo di questo elemento in vari
organi e tessuti, in particolare a livello del fegato, del sistema nervoso centrale e della cornea. Questa malattia è stata descritta
per la prima volta nel 1912 da Wilson col nome di "degenerazione lenticolare progressiva". Il gene responsabile della malattia è
stato individuato nel 1993 da tre gruppi di ricerca indipendenti.
Descrizione
Il rame è un oligoelemento essenziale dotato di un'elevata reattività; ciò lo rende un indispensabile componente di molti enzimi ma
anche un elemento potenzialmente tossico per le cellule se lasciato in forma libera (non incorporato o legato a proteine). Il rame è
ampiamente diffuso negli alimenti e, con una dieta normale, ne introduciamo quotidianamente una quantità maggiore di quella
necessaria. La principale via a nostra disposizione per eliminare il rame in eccesso è rappresentata dalla sua escrezione per
mezzo della bile; l'anomalo accumulo di rame che caratterizza la malattia di Wilson dipende da un'alterazione di questo processo.
L'accumulo del rame inizia tipicamente a livello del fegato per poi interessare altri organi. Quando la massima capacità di
immagazzinamento del rame dei vari tessuti viene superata, esso inizia ad esercitare i suoi effetti tossici sulle cellule
27/02/11
GLICOGENOSI TIPO 1B
DISTURBI DEL METABOLISMO E DEL TRASPORTO DEI CARBOIDRATI (ESCLUSO: DIABETE MELLITO)
Un gruppo di disordini ereditari del metabolismo che coinvolgono gli enzimi della sintesi e della degradazione del glicogeno. In alcuni pazienti vi è un marcato ingrossamento epatico. In altri l'accumulo di glicogeno è più generalizzato, talvolta con importante coinvolgimento cardiaco. (Medline Thesaurus)
Le glicogenosi sono un gruppo di malattie ereditarie in cui il metabolismo del glicogeno è alterato . Virtualmente, tutte le proteine coinvolte nella sintesi o nella degradazione del glicogeno, e nella loro regolazione, sono state identificate come causa di qualche tipo di glicogeneosi. In questi disordini il glicogeno è alterato per quantità, per qualità o per entrambe. Fegato e muscolo contengono abbondanti quantità di glicogeno e rappresentano i tessuti più gravemente colpiti da queste malattie (C. Scriver et al., The Metabolic and Molecular Bases of Inherited Disease, Eighth Edition).
GLICOGENOSI TIPO I
(malattia di Von Gierke)
I pazienti con glicogenosi tipo I possono esordire nel periodo neonatale con ipoglicemia ed acidosi lattica; tuttavia, più comunemente l'esordio clinico è a 3-4 mesi con epatomegalia e/o convulsioni da ipoglicemia. Questi bambini spesso presentano una faccia definita 'da bambola', suggerita dall'eccesso di tessuto adiposo nelle guance, estremità relativamente sottili e un addome prominente a causa della massiva epatomegalia. Anche i reni sono simmetricamente ingranditi, mentre milza e cuore sono di normale grandezza. In infanzia possono essere evidenziati xantomi cutanei nelle braccia e nelle gambe, e alterazioni retiniche caratterizzate da lesioni multiple paramaculari giallastre e ben delimitate. Queste alterazioni appaiono correlate positivamente con il grado di iperlipemia. Ipoglicemia, acidosi lattica, iperuricemia e iperlipidemia sono patognomonici della malattia. Il plasma può essere lattescente a motivo dell'elevatissima concentrazione di trigliceridi.
Il tipo Ib ha un decorso simile, con in più il riscontro di neutropenia e di deficit della funzione neutrofila, con infezioni batteriche ricorrenti.
Il tipo Ic è stato descritto solo in pochi pazienti. Non ci sono informazioni sufficienti da permettere di dare una descrizione generale delle manifestazioni cliniche.
26/02/11
Giornata delle Malattie Rare 2011
Disuguaglianze e inequità
Le malattie rare hanno, a volte, nomi evocativi, come ad esempio Niemann-Pick, Paraparesi Spastica Ereditaria, Trombofilia, Emofilia, Progeria, Alcaptonuria, sconosciuti non solo al "grande pubblico", ma anche agli "addetti ai lavori". La scarsa conoscenza delle malattie rare fa pagare un conto molto salato ai malati rari, costretti a convivere con patologie pesanti e con un profondo senso di isolamento.
La prima chiave di volta per affrontare in modo efficace e corretto le malattie rare e i problemi dei pazienti sta proprio in questo: avere la stessa possibilità di accesso alle cure, la stessa capacità di attrarre interesse al pari di qualunque altra patologia non definita o considerata "rara".
"Chiunque ha il diritto di accedere alla prevenzione e il diritto a beneficiare dei trattamenti medici", dichiara l'articolo 35 della Carta Europea Dei Diritti Fondamentali. Eppure le storie dei malati rari testimoniano di profonde ingiustizie e disuguaglianze di trattamento. Pensiamo alle grandi disparità nella tempestività della diagnosi, oppure all'accesso ai farmaci o alle terapie. Ma pensiamo anche a quelle malattie rare che colpiscono pochissimi pazienti nel mondo e alle difficoltà di conoscenza, informazione e approfondimento. Un problema che riguarda tutti, non solo i comuni cittadini, ma anche i ricercatori, i medici, i produttori di farmaci come i farmacisti o i decisori politici che devono fare scelte in politica sanitaria ed economica.
In questi ultimi anni è aumentata in Europa l'attenzione verso uno sviluppo sostenibile ed equo alle risorse, in linea con i principi universali di giustizia sociale. È essenziale sostenere e supportare la voce del movimento europeo dei pazienti che promuove per tutti i malati rari l'accesso alla sanità, ai servizi sociali, ai farmaci orfani, all'assistenza e ai diritti sociali fondamentali: salute, educazione, lavoro, alloggiamento
Il valore aggiunto della Giornata delle Malattie Rare
"Rari ma uguali" è lo slogan che ben sintetizza il tema di questa Giornata e si inserisce bene nella cornice ideale che ogni anno dà il senso alla manifestazione: mantenere viva la dichiarazione dell'Unione Europea sulle malattie rare quale "Priorità di Sanità pubblica". Un concetto presente nell'attuale programma europeo di sanità pubblica, ma che dovrà essere confermato nella prossima edizione, 2014-2020, del programma: questo obiettivo è ben chiaro al movimento europeo dei pazienti ed è certamente un obiettivo della Giornata 2011.
Maggiori informazioni sulla Giornata delle Malattie Rare 2011 e le iniziative programmate da Eurordis - European Organisation for Rare Disease - e dalle organizzazioni federate nei vari Paesi potrete trovarle sul sito europeo (in inglese) www.rarediseaseday.org. Navigando tra le pagine del sito leggerete tante testimonianze della vita quotidiana dei malati rari: cosa significa ricevere una diagnosi di malattia rara, come cambiano le vite non solo delle persone colpite da una malattia rara, ma anche dei familiari, di chi se ne prende cura, di chi gli vuole bene. Anche la vostra storia personale è importante, se volete farla conoscere potete inviare un testo di massimo 1000 battute (spazi inclusi) anche in lingua italiana a rarediseasedaystories2011@eurordis.org Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .
La federazione è impegnata nel coordinamento delle manifestazioni di piazza che coinvolgeranno tutte le associazioni federate e centinaia di volontari e attivisti in tutta Italia.
Il 26 febbraio al Teatro Argentina in Roma, si svolgerà "Figli di un male minore - Rari ma uguali", organizzato dalla Fondazione Luca Barbareschi in collaborazione con Uniamo Federazione Italiana Malattie Rare onlus.
Domenica 27 febbraio la Lega Pallavolo Serie A Maschile e Femminile scenderà in campo con le sue squadre in tanti palazzetti alle ore 18:00 per una straordinaria giornata di campionato nazionale, ricca di significato.
Per ulteriori informazioni sul significato della Giornata delle Malattie Rare potete scrivere a Simona Bellagambi, bellagambi.estero@uniamo.org Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ; per segnalare una vostra iniziativa o partecipare ad una manifestazione oppure per richiedere materiali, mandate un messaggio alla segreteria di UNIAMO, segreteria@uniamo.org Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .
Maggiori dettagli sul programma li potete trovare nel programma allegato.
16/02/11
LE MALATTIE METABOLICHE EREDITARIE
LE MALATTIE METABOLICHE EREDITARIE
Aspetti pratici di diagnosi differenziale e principi di trattamento
Dr. ALBERTO BURLINA - Dipartimento di Pediatria -
Università di Padova
La patologia metabolica ereditaria rappresenta in Italia ormai una realtà non più riservata solo a Centri Specializzati ma presente anche nella pratica pediatrica quotidiana.
Introduzione
Le malattie metaboliche ereditarie hanno avuto per molto tempo e soprattutto nel nostro Paese nomea di patologie rare od eccezionali. Solo recentemente grazie all'enorme progresso nel campo diagnostico e terapeutico, tale patologie hanno raggiunto anche da noi una connotazione ben precisa. Con il controllo sempre più efficace delle patologie infettive e nutrizionali la percentuale dei ricoveri per malattie su base genetica è circa pari al 10 - 15% nei principali Centri Pediatrici. Si tratta di malattie ereditarie per lo più autosomiche recessive ed in piccole parte X-linked. Una mutazione, cioè una variazione della sequenza di basi del DNA a livello di uno specifico gene, porta alla sintesi di un m-RNA anomalo e, di conseguenza, di una proteina anomala (enzima, proteina di trasporto).
La diversa localizzazione della stessa mutazione in seno a uno stesso gene può provocare la stessa malattia ma di diversa gravità. Ciò spiega l'ampia eterogeneità clinica di queste malattie: la stessa malattia può presentarsi in forma acuta neonatale, ad insorgenza più tardiva nel lattante e varianti cosi lievi che si rivelano solo in condizioni particolari.
La funzione enzimatica può essere alterata per anomalie dell'apoenzima o della sintesi di cofattori.
Benché' eterogeneo e complesso, questo gruppo di malattie riveste un'indubbia importanza scientifica e pratica che deriva dalle seguenti considerazioni;
a) La diagnosi può in molti casi consentire una terapia in grado di far regredire il danno metabolico in atto permettendo un pieno recupero funzionale o limitando il danno e gli esiti a distanza.
Anemia di Fanconi
È una malattia ereditaria a trasmissione autosomica recessiva caratterizzata da:
bassa statura
pancitopenia
malformazioni varie
iperpigmentazione cutanea
La base patogenetica della malattia è una particolare fragilità dei cromosomi con rotture e riarrangiamenti che spiegherebbero le malformazioni quando si verificano nella vita intrauterina e le altre manifestazioni quando si manifestano dopo la nascita.
Queste alterazioni potrebbero dipendere da una alterazione dei processi di riparazione del DNA.
Clinica
Al momento della nascita sono presenti malformazioni che possono riguardare SNC, occhio, scheletro, rene, cuore e genitali.
Verso i 4-5 anni compaiono le alterazioni ematologiche: dapprima piastrinopenia, quindi anemia ed infine granulocitopenia.
Inizialmente si ha una aumentata proliferazione midollare (fase iperigenerativa) fino all’esaurimento midollare (fase iporigenerativa).
I soggetti affetti inoltre presentano una aumentata suscettibilità allo sviluppo di neoplasie (leucemie acute o neoplasie epatiche).
La prognosi è infausta: la maggior parte dei pazienti muore prima dei 20 anni.
Diagnosi
10/02/11
SINDROME Allgrove (AAA)
08/02/11
LE MALATTIE METABOLICHE EREDITARIE
Aspetti pratici di diagnosi differenziale e principi di trattamento
Università di Padova
La patologia metabolica ereditaria rappresenta in Italia ormai una realtà non più riservata solo a Centri Specializzati ma presente anche nella pratica pediatrica quotidiana.
Le malattie metaboliche ereditarie hanno avuto per molto tempo e soprattutto nel nostro Paese nomea di patologie rare od eccezionali. Solo recentemente grazie all'enorme progresso nel campo diagnostico e terapeutico, tale patologie hanno raggiunto anche da noi una connotazione ben precisa. Con il controllo sempre più efficace delle patologie infettive e nutrizionali la percentuale dei ricoveri per malattie su base genetica è circa pari al 10 - 15% nei principali Centri Pediatrici. Si tratta di malattie ereditarie per lo più autosomiche recessive ed in piccole parte X-linked. Una mutazione, cioè una variazione della sequenza di basi del DNA a livello di uno specifico gene, porta alla sintesi di un m-RNA anomalo e, di conseguenza, di una proteina anomala (enzima, proteina di trasporto).
La diversa localizzazione della stessa mutazione in seno a uno stesso gene può provocare la stessa malattia ma di diversa gravità. Ciò spiega l'ampia eterogeneità clinica di queste malattie: la stessa malattia può presentarsi in forma acuta neonatale, ad insorgenza più tardiva nel lattante e varianti cosi lievi che si rivelano solo in condizioni particolari.
La funzione enzimatica può essere alterata per anomalie dell'apoenzima o della sintesi di cofattori.
Benché' eterogeneo e complesso, questo gruppo di malattie riveste un'indubbia importanza scientifica e pratica che deriva dalle seguenti considerazioni;
a) La diagnosi può in molti casi consentire una terapia in grado di far regredire il danno metabolico in atto permettendo un pieno recupero funzionale o limitando il danno e gli esiti a distanza.
È ancora da sottolineare che le patologie di tipo ereditario sono tra le cause preminenti di handicap psichico e neuro-motorio in età infantile. Si deduce, quindi, quanto inciderebbe sull'organizzazione dell'assistenza sanitaria pediatrica un'efficace prevenzione, primaria o secondaria (quest'ultima per larga parte identificabile con la cosiddetta terapia) delle malattie genetiche.
b) Ove questa possibilità non esista, la diagnosi consente di fornire ai genitori specifiche informazioni genetiche concernenti futuri figli e diagnosi prenatale.
c) Le conoscenze sulla loro patogenesi portano al chiarimento di meccanismi più generali che svolgono un
Quando sospettare una malattia metabolica ereditaria
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23/01/11
Malattie metaboliche ereditarie: come riconoscerle in tempo
Dal 2007 l’Associazione Italiana Sostegno Malattie Metaboliche Ereditarie Onlus (AISMME), che riunisce i genitori dei bambini affetti da queste patologie, ha iniziato una campagna di sensibilizzazione a livello nazionale per contribuire a formare una maggiore consapevolezza nei confronti della prevenzione in epoca neonatale, e più in generale di questo tipo di malattie, che oggi purtroppo ancora stenta a farsi strada.
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ELENCO MALATTIE RARE ESENTI |
10/01/11
QUANDO SOSPETTARE UNA MALATTIA METABOLICA EREDITARIA
10/12/10
Mucopolisaccaridosi
06/12/10
GLICOGENOSI
05/12/10
SINDROME DI ALLGROVE
Definizione