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05/03/11

malattia di Wilson

nightingale-florence2   Definizione
La malattia di Wilson é un disordine ereditario del metabolismo del rame, caratterizzato da un accumulo di questo elemento in vari
organi e tessuti, in particolare a livello del fegato, del sistema nervoso centrale e della cornea. Questa malattia è stata descritta
per la prima volta nel 1912 da Wilson col nome di "degenerazione lenticolare progressiva". Il gene responsabile della malattia è
stato individuato nel 1993 da tre gruppi di ricerca indipendenti.
  Descrizione
Il rame è un oligoelemento essenziale dotato di un'elevata reattività; ciò lo rende un indispensabile componente di molti enzimi ma
anche un elemento potenzialmente tossico per le cellule se lasciato in forma libera (non incorporato o legato a proteine). Il rame è
ampiamente diffuso negli alimenti e, con una dieta normale, ne introduciamo quotidianamente una quantità maggiore di quella
necessaria. La principale via a nostra disposizione per eliminare il rame in eccesso è rappresentata dalla sua escrezione per
mezzo della bile; l'anomalo accumulo di rame che caratterizza la malattia di Wilson dipende da un'alterazione di questo processo.
L'accumulo del rame inizia tipicamente a livello del fegato per poi interessare altri organi. Quando la massima capacità di
immagazzinamento del rame dei vari tessuti viene superata, esso inizia ad esercitare i suoi effetti tossici sulle cellule

determinando la comparsa dei sintomi e dei segni caratteristici  della malattia. La severità delle alterazioni tessutali e delle
manifestazioni cliniche sono molto variabili nei singoli soggetti. L'accumulo di rame nel fegato determina, nella maggior parte dei
casi, un'azione tossica cronica di lieve entità che non da alcun segno per un periodo di tempo più o meno lungo, durante il quale
può essere rivelata solo dalla presenza di una positività degli  indici di laboratorio di danno epatico. Successivamente possono
comparire un aumento del volume dell'organo (epatomegalia) associato o meno ad un accumulo di grassi al suo interno (steatosi
epatica) mentre, nelle fasi più avanzate, si determina un grave sovvertimento della struttura del fegato (cirrosi epatica) che può
manifestarsi con i sintomi ed i segni dell'insufficienza epatica cronica e/o dell'ipertensione portale. In alcuni casi la tossicità epatica
può essere più intensa determinando una rapida ed estesa compromissione del fegato (epatite acuta), fino alla possibile
insorgenza di un'insufficienza epatica acuta (epatite acuta fulminante), spesso accompagnata da un'emolisi acuta intravascolare
(improvvisa lisi di globuli rossi circolanti) e da un'insufficienza  renale acuta. Il sistema nervoso centrale è in genere colpito più
tardivamente rispetto al fegato. Le strutture nervose più sensibili agli effetti tossici del rame sono quelle dei gangli della base ed il
loro coinvolgimento può causare disturbi del movimento di tipo parkinsoniano o coreoatetosico. Possono comparire anche
manifestazioni psichiatriche quali disturbi dell'apprendimento scolastico, disturbi del comportamento, sindromi ansioso-depressive
e psicosi. Il rame si deposita anche a livello della cornea determinando la comparsa di un caratteristico anello, di colore variabile
dal marrone-verde al giallo-verde (anello di Kayser-Fleischer), visibile a volte a occhio nudo o, più accuratamente, con specifici
strumenti oculistici (lampada a fessura). Gli anelli di Kayser-Fleischer sono tipicamente evidenziabili nel 95% dei soggetti che
hanno già sviluppato sintomi a carico del sistema nervoso centrale. Un'altra sede di deposizione del rame a livello oculare è
rappresentata dal cristallino. Gli accumuli di rame nella cornea e nel cristallino regrediscono gradualmente con la terapia. Altre
possibili manifestazioni della malattia comprendono: disturbi renali (tubulopatia, calcolosi), ematologici (emolisi cronica), ossei
(osteomalacia, osteoporosi, condrocalcinosi, osteoartrosi), cardiaci (cardiomiopatia, aritmie), endocrini (ipoparatiroidismo),
pancreatite e deposito di rame a livello ungueale (lunula azzurra). Le donne possono presentare irregolarità del ciclo mestruale,
infertilità ed aborti ricorrenti. Per quanto riguarda le caratteristiche di laboratorio sono in genere presenti: alterazioni dei principali
indici di danno epatico, una riduzione della concentrazione della ceruloplasmina sierica (proteina circolante che contiene il 95 %
del rame presente nel sangue), un aumento della concentrazione  plasmatica del rame non legato alla ceruloplasmina e
dell'escrezione urinaria di rame nelle 24 ore. La diagnosi di malattia di Wilson si basa sul riscontro delle caratteristiche cliniche e di
laboratorio precedentemente descritte e sull'esclusione di altre cause di sofferenza epatica e/o neurologica. Per la valutazione del
contenuto di rame e/o per lo studio delle caratteristiche morfologiche del fegato può essere indicata una biopsia epatica, mentre in
caso di sintomi neurologici può essere indicata una risonanza magnetica nucleare del sistema nervoso centrale. L'analisi del DNA
per la ricerca dell'alterazione responsabile della malattia può rendere definitiva la diagnosi ma è limitata dall'elevato numero delle
possibili mutazioni.
  Sinonimi    epatolenticolare
  
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