14/11/19
17/08/19
Diabete, creata l’insulina “intelligente”: previene le ipoglicemie
Ribattezzata I-insulina, è stata sviluppata dai ricercatori dell’Università di Los Angeles.
Una ricerca condotta da ricercatori dell’Università di Los Angeles e pubblicata sulla rivista scientifica PNASha permesso di sviluppare quella che è stata ribattezzata I-insulina, ossia un’insulina “intelligente” che previene le ipoglicemie. Si tratta di una versione modificata dell’ormone, in grado di calibrare in modo preciso la quantità di zucchero assorbito dai tessuti, così da abbassare la glicemia fino a livelli normali, e non oltre.
23/06/19
creata l’insulina intelligente che previene le ipoglicemie
29/04/19
Aifa: «Rischio di errore terapeutico con il prelievo dell’insulina da cartucce e penne preriempite»
Non si tratterebbe di una pratica così inusuale tra i diabetici di lunga data, per sopperire a situazioni particolari dovute a mancanza di aghi monouso o malfunzionamento dell’autoiniettore.
15/09/14
Diagnosi di diabete: le fasi di accettazione della malattia
Imparare ad accettare la diagnosi di una malattia cronica come il diabete significa dover riorganizzare la propria vita (e quella di chi ci sta vicino) tenendo conto di un limite personale: questo processo può essere doloroso e richiede del tempo per elaborare la notizia e reagire alla
malattia in modo attivo e consapevole.
03/07/14
"L'autocontrollo nelle persone con diabete. Per un buon equilibrio glicemico e finanziario"
"L'autocontrollo nelle persone con diabete. Per un buon equilibrio glicemico e finanziario"
Il 14 maggio scorso è stato presentato il Protocollo per il diabete sottoscritto dalle Comunità Scientifiche e dalle numerose Associazioni di persone diabetiche presenti: si tratta di un documento che segna una 'svolta' presentato e discusso con il Ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin, che si sta notevolmente impegnando a favore dei pazienti diabetici, alla presenza di Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio, Salvatore Caputo di Diabete Italia Onlus, Emanuela Baio del Comitato Nazionale per i Diritti della Persona con Diabete oltre a un’ampia Delegazione di Assessori regionali alla Salute e alla folta Rappresentanza di Associazioni Nazionali di persone diabetiche e Categorie Mediche e Sanitarie che nutrono notevole interesse per questo nuovo documento.19/10/13
Il Bambino con Diabete e malattie intercorrenti
Malattie intercorrenti: istruzioni alla famiglia |
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16/01/13
RESPONSABILITA’ INFERMIERISTICA NELL’EDUCAZIONE DEL PAZIENTE DIABETICO INSULINO TRATTATO
"RESPONSABILITA’ INFERMIERISTICA NELL’EDUCAZIONE DEL PAZIENTE DIABETICO INSULINO TRATTATO"
INTRODUZIONE
Il diabete mellito è una malattia metabolica cronica, difficile d’affrontare e risolvere, perché spesso "complicato". L’attuale contesto sanitario chiede ai diversi livelli istituzionali di operare scelte sulle priorità di intervento e sugli obiettivi delle politiche sanitarie in un’ottica di razionalizzazione economica.
11/10/12
Diabete: cambia la misura dell'emoglobina glicata. I nuovi parametri
Nel corso del 2012 cambierà il modo con cui viene riportata la misura dell’emoglobina glicata A1c sui referti degli esami di laboratorio. Di seguito ecco le informazioni necessarie ai pazienti diabetici per comprendere in cosa consiste questo cambiamento.
Cos’è HbA1c?
E’ una sostanza contenuta nei globuli rossi del sangue che si lega con lo zucchero (glucosio). HbA1c fornisce la misura della glicemia media dei 2 mesi precedenti. Questo è particolarmente utile nelle persone con diabete.
Perchè si misura?
Misurando HbA1c possiamo avere una stima del controllo glicemico medio. Bassi valori di HbA1c si associano con una minore probabilità di sviluppare, nel corso degli anni, le complicanze del diabete (a carico del cuore e dei vasi, della retina e del rene).
Qual è il livello ottimale di HbA1c nel paziente con diabete?
Livelli di HbA1c compresi tra 6.5% e 7.5% sarebbero ottimali. Ma questi valori vanno sempre adeguati alle caratteristiche della persona con diabete. Il tuo medico ti potrà dire qual è il tuo valore obiettivo di HbA1c.
Si può capire se si ha il diabete misurando HbA1c?
Sì. HbA1c è un esame affidabile anche per capire se si ha il diabete.
Un valore di Hba1c oltre 6.5%, confermato una seconda volta, permette di fare diagnosi di diabete.
Come si legge il valore di HbA1c sul referto di laboratorio?
Attualmente HbA1c viene riportato in percento (%).
Perchè e come cambierà il referto di laboratorio su HbA1c
A seguito di nuove e più affidabili procedure di laboratorio, sarà riportata nel referto di laboratorio non più come HbA1c %, ma come HbA1c mmol/mol. Quindi cambiano le unità di misura secondo le quali leggere questo esame.
Come si leggeranno i risultati con le nuove unità di misura?
Tra le vecchie e le nuove unità di misura esiste una precisa relazione. Nella Tabella è riportato il confronto tra le due determinazioni:
Vecchio metodo Nuovo metodo
HbA1c (%) HbA1c mmol/mol
4.0 20
5.0 31
6.0 42
6.5 48
7.0 53
7.5 59
8.0 64
9.0 75
10.0 86
11.0 97
12 108
Quali sono i livelli ottimali di HbA1c con le nuove unità di misura nel paziente con diabete?
Gli equivalenti degli attuali valori ottimali di HbA1c (6.6% e 7.5%) saranno rispettivamente 48 mmol/mol e 59 mmol/mol. Mentre per le persone che non hanno il diabete, i limiti (4%-6%) diventeranno 20 mmol/mol e 42 mmol/mol.
Cosa cambia nel controllo del diabete?
Il significato dell’esame resterà identico. In sostanza cambierà solo il valore di HbA1c a cui si dovrà fare riferimento.
Quando avverrà il cambiamento?
A partire dal mese di ottobre 2012 HbA1c verrà riportato nei referti di laboratorio come HbA1c mmol/mol. Fino a tale data HbA1c sarà riportato con le vecchie (%) e le nuove (mmol/mol) unità di misura.
Fonte dal WEB
02/07/12
CAMPI SCUOLA LINEE GUIDA
I campi scuola, soggiorni educativo terapeutici per bambini e adolescenti con diabete mellito, ideati nel 1925 da Joslin inizialmente come supporto alle famiglie con disagio sociale, sono riconosciuti oggi dalle principali istituzioni diabetologiche internazionali come una tappa di fondamentale importanza nel processo educativo dei giovani diabetici.
In linea di massima hanno una durata di circa una settimana e la località scelta per la loro realizzazione, in genere lontana dall’ambiente familiare, è situata in una sede piacevole, possibilmente un luogo di villeggiatura.
I campi scuola rappresentano un’esperienza fondamentale nello schema educativo dei bambini e degli adolescenti diabetici, per l’accettazione della malattia, per il confronto con altri coetanei, diabetici e no e per l’acquisizione di una buona educazione all’autogestione della malattia.
21/06/12
Standard italiani per la cura del diabete mellito
Standard italiani per la cura del diabete mellito 2009-2010 |
Gli Standard italiani per la cura del diabete mellito nell’attuale versione 2009-2010 rappresentano il prodotto di una precisa volontà delle due società scientifiche di diabetologia, l’Associazione Medici Diabetologi e la Società Italiana di Diabetologia, che li propongono e raccomandano come strumento culturale di lavoro per gli operatori in diabetologia a tutti i livelli, oltre che come documento di riferimento per la gestione integrata. Gli Standard italiani per la cura del diabete mellito sono quindi un prodotto di estremo interesse per la comunità diabetologica, scientifica e assistenziale del nostro paese.
AMD-SID - Standard italiani per la cura del diabete mellito 2009-2010
Clicca qui per scaricare la versione definitiva.
AMD-SID-SIMG - Standard italiani per la cura del diabete mellito tipo 2 - Edizione per la Medicina Generale - 2011
Clicca qui per scaricare la versione definitiva.
Fonte: http://www.infodiabetes.it/home/
11/06/12
Sindrome metabolica e diabete di tipo 2 nell'età evolutiva
Sindrome metabolica e diabete di tipo 2 nell'età evolutiva
I bambini sono sempre più spesso sovrappeso o obesi e lo sono sempre prima. È noto che questa condizione prelude, nell'età adulta, a scompensi e patologie di vario tipo. Non è invece abbastanza noto che tra questi soggetti è possibile riscontrare, già in età pediatrica, alterazioni nel metabolismo del glucosio, insulino resistenza e, soprattutto dopo la pubertà, un vero e proprio diabete di tipo 2. In Italia, probabilmente per un differente mix etnico e forse per le abitudini alimentari, questi casi sono pochi, ma la percentuale di bambini e ragazzi obesi è la più alta in Europa. Questo libro è destinato ai Pediatri di Famiglia ma anche a tutte le persone che sono interessate al problema: genitori di bambini e ragazzi 'a rischiò, educatori, operatori della prevenzione e dell'assistenza, dirigenti del Sistema Sanitario e scolastico. Questa sfida richiede un intervento sul fronte della prevenzione e dello screening oltre, naturalmente, alla terapia.
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in formato acrobat
(.pdf)
Accu-Chek ha un'intera libreria dedicata
alla gestione del diabete per medici e pazienti.
Clicca qui per vedere gli altri titoli.
FONTE: http://www.modusonline.it/
09/06/12
Diagnosi e classificazione del diabete mellito: nuovi criteri
Diagnosi e classificazione del diabete mellito: nuovi criteri
di Jennifer Mayfield, M.D. M.P.H.Bowen Research Center, Indiana University, Indianapolis, Indiana
Le nuove raccomandazioni per la classificazione e la diagnosi del diabete mellito includono l'uso preferenziale dei termini “tipo 1” e “tipo 2” anziché “IDDM” e “NIDDM” per definire i due tipi più importanti di diabete mellito; la semplificazione dei criteri diagnostici a due glicemie fuori norma; ed un abbassamento delle soglie di glicemia (126 mg per dL [7 mmol per L] o più) per confermare la diagnosi di diabete mellito. Questi cambiamenti forniscono un metodo più semplice e attendibile per diagnosticare le persone a rischio di complicazioni per iperglicemia. Attualmente, solo la metà della popolazione diabetica è stata diagnosticata. Gli screening per il diabete mellito dovrebbero iniziare a 45 anni di età e dovrebbero essere ripetuti ogni tre anni nelle persone non a rischio, mentre dovrebbero iniziare prima ed essere ripetuti più spesso in quelle persone che presentano fattori di rischio. Tra questi vi sono l'obesità, parenti di primo grado con diabete mellito, ipertensione, ipertrigliceridemia o precedente evidenza di alterata omeostasi del glucosio. La determinazione precoce del diabete mellito può portare a migliorare il controllo dei livelli di zucchero nel sangue e ad una riduzione nella gravità delle complicanze associate con questa malattia.
10/05/12
IL DIABETE MELLITO
L’espressione “diabete mellito” si riferisce ad un gruppo di malattie che hanno in comune l’alterazione del metabolismo del glucosio. Il termine “diabete” vuol dire passare attraverso e indica il passaggio di glucosio nelle urine da cui “mellito”.
Il diabete mellito è una condizione assai diffusa che colpisce circa il 3 - 5% della popolazione mondiale, è perciò una malattia sociale che comporta gravi conseguenze invalidanti:
16/07/11
Quando i piccoli pazienti devono "lasciare" il pediatra Trasferimento al centro di diabetologia per adulti
Trasferimento al centro di diabetologia per adulti
Il passaggio del fanciullo prepubere diabetico dal diabetologo pediatra al diabetologo dell'adulto dovrebbe avvenire, secondo gli accordi previsti dal SSNN, tra i 12 e i 14 anni. L'uso del condizionale è di fatto necessario perché raramente tale trasferimento avviene regolarmente in quell'arco di tempo; più spesso accade che il pediatra, di fronte alla lunghissima cronicità del diabete infanto giovanile, sia spinto ad assistere il fanciullo ben oltre l'età prepubere, oltre l'adolescenza, fin quasi all'età adulta (1). Alla base di questo frequente comportamento sottostanno diversi fattori: il pediatra, con il quale si è stabilito un legame affettivo talvolta tenace, è spesso riluttante ad abbandonare il piccolo paziente, ormai cresciuto, nelle maglie dell'assistenza dell'adulto, conscio di quali effetti potranno avere su di lui sia il confronto continuo con i diabetici adulti, in cui si è spesso già avuta la comparsa di complicanze, sia la frammentazione, la perdita di individualità del giovane, immerso improvvisamente in una realtà, quella dell'assistenza diabetologica all'adulto, nella quale diviene "solo uno dei tanti" (2, 3).
Al distacco della figura dello specialista pediatra che lo ha seguito fin dall'esordio della malattia, e la proiezione, non desiderata, nell'universo del diabete dell'adulto, si associano le tematiche tipiche della crisi adolescenziale: improvvisamente compaiono l'opposizione e il rifiuto della malattia e dei suoi gestori (genitori e medico), improvvisamente il diabete fino ad allora ben compensato "impazzisce" (4, 5, 6, 7, 8). È in questo fragile equilibrio che si inserisce, e gioca la funzione più importante, la figura del diabetologo dell'adulto che dovrebbe essere in grado di comprendere il travaglio psicologico del giovane paziente e ottenere con lui un rapporto fiducioso e duraturo nonostante gli atteggiamenti spesso provocatori che quest'ultimo assume (2). Al medico spetta ancora il compito di saper valutare quando intervenire con fermezza e quando interrompere il discorso preferenziale, sino ad allora instaurato con i genitori, alla ricerca del colloquio franco con il diretto interessato, per orientare la sua naturale e attesa spinta all'autonomia, sdrammatizzare le sue preoccupazioni e fugare i timori eccessivi riguardo la malattia e le complicanze, favorire una programmazione costruttiva della propria vita di individuo adulto e diabetico (5).
26/05/11
Microinfusore: le cose da sapere e da ricordare
Microinfusore: le cose da sapere e da ricordare
Il microinfusore è uno strumento che permette di mimare piuttosto accuratamente l’effetto naturale del nostro pancreas. Ha le dimensioni di un telefonino, è molto discreto e leggero per cui molto apprezzato dai giovani cui permette una gestione di vita più consona alle loro abitudini e ai loro desideri.
In America attualmente il microinfusore è utilizzato dal 40% circa delle persone con diabete di tipo 1 mentre in Italia viene utilizzato molto meno (da circa il 5% dei pazienti) anche se oggi la richiesta è in netto aumento.
È una bellissima scoperta ma non è adatta a tutti. Selezionare le persone per l’uso del microinfusore non è cosa semplice. Le indicazioni cliniche o quelle personali a volte non sono sufficienti. La persona con diabete deve soprattutto essere motivata, aver accettato la malattia, essere sostenuta dai familiari, sapersi autogestire. Deve essere consapevole che:
ci vorranno alcune settimane prima di essere in grado di gestire in modo autonomo il microinfusore
19/04/11
LA GESTIONE DELLA TERAPIA INSULINICA
King L. Subcutaneous insulin injection technique. Nursing Standard. 2003; 17: 45-52
Per ottenere un buon controllo della glicemia non solo sono di fondamentale importanza il tipo e la dose di insulina ma anche il modo in cui essa viene somministrata. La tecnica di somministrazione dell'insulina influenza il controllo glicemico più di quanto generalmente si pensi. A questo scopo sono stati effettuati vari studi su larga scala che, utilizzando tecnologie come la RMN hanno permesso di sfatare alcuni miti sulle corrette pratiche di iniezione. Gli infermieri hanno un ruolo cruciale come educatori per quanto concerne la somministrazione dell'insulina e devono aggiornare e rivalutare periodicamente la loro conoscenza alla luce dei più recenti dati provenienti dalla ricerca.
09/04/11
LIPODISTROFIE NEI PAZIENTI INSULINO DIPENDENTI E CORRELAZIONI CON LE CORRETTE TECNICHE DI INIEZIONE
LIPODISTROFIE NEI PAZIENTI INSULINO DIPENDENTI E CORRELAZIONI CON LE CORRETTE TECNICHE DI INIEZIONE
Come è noto la somministrazione di insulina per via sottocutanea è per una parte dei pazienti affetti da diabete l’unica terapia disponibile ai fini di un controllo glicemico il più possibile vicino ai valori normali. È anche risaputo che un corretto controllo glicemico riduce in modo significativo i rischi di complicanze legate alla patologia diabetica. Negli ultimi anni con l’introduzione di presidi iniettivi sempre più sofisticati si è anche riusciti a rendere la somministrazione di insulina meno traumatica per il paziente, migliorando significativamente la compliance.
Si ritiene comunemente che essendo l’uso dei presidi iniettivi strettamente personale non vi siano rischi di contagio e che per questa ragione le raccomandazioni fornite dai produttori circa l’opportunità di non riutilizzare i presidi medesimi non siano da prendere in seria considerazione.
18/02/11
SCUOLA E DIABETE
SCUOLA E DIABETE
03/02/11
L’infermiere esperto
la consulenza per il paziente diabetico
L’analisi del contesto sanitario attuale impone una rifes-
sione approfondita e sistematica su come il personale
che eroga assistenza possa dedicarsi alla risposta ai bi-
sogni manifestati dal paziente. Il contesto assistenziale
può essere analizzato attraverso i 3 attori dell’assistenza:
l’utente, il professionista e l’organizzazione.
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