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04/02/11

BURNOT: se lo conosci lo eviti

BURNOUT: SE LO CONOSCI LO EVITI

 DEFINIZIONE
Il burnout o sindrome da burnout è un processo stressogeno  legato alle
professioni  d'aiuto  (helping  profession).  Queste  sono  le  professioni  che  si
occupano di  aiutare  il prossimo nella  sfera  sociale, psicologica,  etc. Si parla
quindi di  infermieri, medici, psicologi, psichiatri, assistenti sociali, preti ecc.
Queste  figure  sono  caricate  da  una  duplice  fonte  di  stress:  il  loro  stress
personale  e  quello  della  persona  aiutata.  Ne  consegue  che,  se  non
opportunamente  trattate,  queste  persone  cominciano  a  sviluppare  un  lento
processo di "logoramento" o "decadenza" psicofisica dovuta alla mancanza di
energie  e  di  capacità  per  sostenere  e  scaricare  lo  stress  accumulato.
Letteralmente burnout  sigifica proprio  "bruciare  fuori".   Dunque  è qualcosa
d’interiore che esplode all’esterno e si manifesta.
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03/02/11

L’infermiere esperto

L’infermiere esperto:
la consulenza per il paziente diabetico


L’analisi del contesto sanitario attuale impone una rifes-
sione approfondita e sistematica su come il personale
che eroga assistenza possa dedicarsi alla risposta ai bi-
sogni manifestati dal paziente. Il contesto assistenziale
può essere analizzato attraverso i 3 attori dell’assistenza:
l’utente, il professionista e l’organizzazione.
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02/02/11

LA GESTIONE DEI DISPOSITIVI INTRAVASCOLARI PERIFERICI


    LA GESTIONE DEI  DISPOSITIVI INTRAVASCOLARI PERIFERICI
        Raccomandazioni :
• Gli Operatori sanitari avranno bisogno  In modo continuo di istruzione,  formazione e valutazione  per quanto riguarda l'inserimento e  la gestione dei dispositivi intravascolari periferici; è preferibile designare i professionisti che si occupano di inserire e mantenere dispositivi intravascolari (Grado A) 

• È fondamentale la vigilanza nel lavaggio  delle mani e tecniche asettiche, in  particolare per la palpazione, l'inserimento, la sostituzione o la medicazione di un dispositivo intravascolare (Grado A) Scegliere cateteri in rapporto a finalità e a durata di utilizzo, conoscendone complicanze ed esperienza - Teflon, elastomero di silicone o cateteri di  poliuretano sono più sicuri del polietilene di polivinile cloruro o aghi di acciaio, che possono causare necrosi se si verifica stravaso (Grado A) 

• È necessario rimuovere qualsiasi  dispositivo intravascolare  non appena  il suo impiego clinico non è  più giustificato (Grado A)
• Sostituire i circuiti, compresi i sistemi per pompe portatili, non più frequentemente  che a intervalli di 72 ore, a meno che clinicamente indicato o  consigliato (Grado B) 

• Fare lavaggio routinariamente del  catetere venoso periferico con normale soluzione salina, a meno che essi siano utilizzati per ottenere campioni di sangue, nel qual caso può essere usata  una soluzione diluita di eparina  (Grado B) 

• Si consiglia di utilizzare una medicazione trasparente o garza sterile per coprire il sito del catetere (Grado B)


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