Diagnosi e classificazione del diabete mellito: nuovi criteri
di Jennifer Mayfield, M.D. M.P.H.Bowen Research Center, Indiana University, Indianapolis, Indiana
Le nuove raccomandazioni per la classificazione e la diagnosi del diabete mellito includono l'uso preferenziale dei termini “tipo 1” e “tipo 2” anziché “IDDM” e “NIDDM” per definire i due tipi più importanti di diabete mellito; la semplificazione dei criteri diagnostici a due glicemie fuori norma; ed un abbassamento delle soglie di glicemia (126 mg per dL [7 mmol per L] o più) per confermare la diagnosi di diabete mellito. Questi cambiamenti forniscono un metodo più semplice e attendibile per diagnosticare le persone a rischio di complicazioni per iperglicemia. Attualmente, solo la metà della popolazione diabetica è stata diagnosticata. Gli screening per il diabete mellito dovrebbero iniziare a 45 anni di età e dovrebbero essere ripetuti ogni tre anni nelle persone non a rischio, mentre dovrebbero iniziare prima ed essere ripetuti più spesso in quelle persone che presentano fattori di rischio. Tra questi vi sono l'obesità, parenti di primo grado con diabete mellito, ipertensione, ipertrigliceridemia o precedente evidenza di alterata omeostasi del glucosio. La determinazione precoce del diabete mellito può portare a migliorare il controllo dei livelli di zucchero nel sangue e ad una riduzione nella gravità delle complicanze associate con questa malattia.