Crisi convulsive, riconoscerle e trattarle
Un attacco convulsivo acuto, pur spaventoso che sia, non è una diagnosi, ma è solo la manifestazione palese di una sofferenza cerebrale, per cui mentre si prestano i primi soccorsi è importante raccogliere più informazioni possibili ed effettuare un accurato esame obiettivo per poter poi arrivare ad una diagnosi efficace.Cosa sono le crisi convulsive
A transient occurrence of signs and/or symptoms due to abnormal excessive or synchronous neuronal activity in the brain (Fisher et al., 2005).
Quella di Fisher è la definizione più usata in letteratura, che descrive una crisi convulsiva come un fenomeno parossistico transitorio caratterizzato da un insieme di sintomi neurologici, determinati da una scarica elettrica anomala, sincronizzata e prolungata, di neuroni della corteccia o del tronco cerebrale, che può essere espressione di una disfunzione focale o generalizzata.
Ma proviamo a fare chiarezza.
Per prima cosa ricordiamo che una crisi non fa epilessia, ma è solo una manifestazione di una sofferenza cerebrale che può essere provocata (si parla dunque di crisi sintomatica acuta) da una lesione cerebrale o un danno tossico/metabolico, oppure non provocata o spontanea, cioè non legata ad alcun fattore scatenante.
Questa prima distinzione tra provocata o non provocata è importante nella scelta del trattamento da intraprendere o da non intraprendere.
Quando si parla di epilessia, si intende il manifestarsi di due o più crisi non provocate separate da almeno 24 ore.
Classificazione delle crisi convulsive
Esistono numerose classificazioni delle crisi convulsive; una delle più pratiche e ancora utilizzata da molti autori è quella che suddivide le crisi convulsive in:
- crisi convulsive parziali (semplici o complesse);
- crisi generalizzate (assenza - crisi non convulsiva -, miocloniche, toniche, cloniche, tonico-cloniche, atoniche - crisi convulsive -);
- status epilettico.
Nelle convulsioni parziali complesse vi è perdita di coscienza, ovvero perdita di contatto con l'ambiente.
Nelle crisi convulsive generalizzate vi è sempre un‘alterazione dello stato di coscienza associato a fenomeni motori.
Lo status epilettico, invece, è una condizione in cui un‘unica crisi o più crisi epilettiche si susseguono per oltre 30 minuti senza recupero della coscienza (Epilepsy Foundation of America's Working Group,1993).
È fondamentale saper riconoscere segni e sintomi di una crisi convulsiva (e non) e sapere cosa fare e cosa non fare.
Nelle crisi convulsive parziali semplici troveremo manifestazioni come:
- rotazione degli occhi e del capo da un lato;
- movimento semplice quale: sollevamento lento, involontario di un arto o scosse muscolari limitate ad una parte del corpo;
- interruzione nel parlare o nel comprendere le parole o emissione di vocalizzo;
- formicolìo localizzato;
- comparsa d’immagini, macchie, luminose e/o colorate, relativamente semplici;
- percezione di suoni semplici o complessi;
- comparsa improvvisa di un odore, in genere sgradevole;
- nausea, salivazione, rossore al volto, sensazione di vuoto allo stomaco o che sale da questo;
- sensazione d‘estraneità verso l’ambiente, ricordo intenso ed improvviso;
- sensazione improvvisa e forte di paura;
- illusioni sensoriali, oggetti che cambiano dimensioni o si distorgono – allucinazioni, percezione d’immagini o parole confuse.
Durante una crisi parziale complessa la persona può apparire confusa e letargica, poco reattiva. Possono essere presenti movimenti automatici o comportamenti inopportuni. In questi casi bisogna guidare la persona assistita in modo da allontanarla da ostacoli e pericoli.
L'assenza (crisi generalizzata non convulsiva) provoca perdita della coscienza, sguardo fisso nel vuoto o occhi ruotati verso l'alto e piccole scosse delle palpebre. Quando presenti, i fenomeni motori coinvolgono i due lati del corpo, a volte asimmetricamente.
Le crisi convulsive generalizzate sono quelle che fanno più paura, sia per "l'effetto sorpresa" che per l'impatto emotivo. Sono caratterizzate da:
- contrazione di tutti i muscoli, difetto di ossigenazione, cianosi;
- scosse muscolari brevi, bilaterali simmetriche o asimmetriche;
- repentina flessione del capo in avanti o caduta improvvisa a causa di brusca perdita di tono muscolare.
Si assiste di frequente a manovre non adeguate come tentare di contenere le convulsioni o aprire la bocca per introdurre qualcosa tra i denti o somministrazione di farmaci non necessari.
Le linee guida SNLG (sistema nazionale linee guida) ci dicono invece che:
Durante una crisi tonico-clonica generalizzata è indicato:
- proteggere da eventuali lesioni della testa e del corpo, togliere occhiali e allontanare gli oggetti pericolosi;
- aiutare a respirare slacciando indumenti stretti;
- rimanere vicino, osservare, descrivere la crisi e la durata.
- rialzare la persona o modificarne la posizione;
- contenere le convulsioni;
- aprire la bocca a forza e introdurre qualcosa tra i denti;
- dare qualcosa da bere;
- praticare la respirazione artificiale.
- posizionare la persona sul fianco (permette la fuoriuscita dalla bocca di saliva e vomito);
- togliere dalla cavità orale eventuali impedimenti alla respirazione;
- restare accanto alla persona finché è confusa;
- non contenere e non somministrare farmaci se la crisi termina spontaneamente e, soprattutto, niente per bocca finché la persona non ha ripreso coscienza;
- rassicurare utilizzando calma, persuasione e sostegno psicologico.
Altre indicazioni all'attivazione dell'emergenza sono:
- se la crisi convulsiva dura più di 2-3 minuti e la persona tarda a riprendere conoscenza (> 5 minuti);
- le crisi si ripetono;
- la persona si è procurata lesioni;
- la persona respira con difficoltà o ha problemi circolatori.
Nell'immediato post crisi è importante controllare tutti i parametri vitali per escludere una forma di shock, la glicemia e la temperatura corporea.
Ricordiamo inoltre che un attacco convulsivo acuto, pur spaventoso che sia, non è una diagnosi, ma è solo la manifestazione palese di una sofferenza cerebrale, per cui mentre si prestano i primi soccorsi è importante raccogliere più informazioni possibili ed effettuare un accurato esame obiettivo per poter poi arrivare ad una diagnosi efficace.
Bibliografia
- Fisher RS, van Emde Boas W, Blume W, et al. Epileptic seizures and epilepsy: definitions proposed by the International League Against Epilepsy (ILAE) and the International Bureau for Epileps. Epilepsia 2005;46:470-2.)
- G. Bartolozzi, P. Busoni, M. Lini, M. Peraldo. Trattamento delle crisi convulsive acute e dello stato di male epilettico. Medico e Bambino pagine elettroniche 1999; 2(2)
- Linee Guida PNLG. Diagnosi e trattamento delle epilessie
- http://www.aice-epilessia.it/index.php
- Fonte http://www.nurse24.it/
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