Garantire la sicurezza dei pazienti è uno dei principali impegni della professione infermieristica e riveste una assoluta priorità quando i pazienti sono neonati o bambini. Numerosi studi infatti dimostrano che i pazienti pediatrici, sono esposti tre volte più degli adulti ad errori terapeutici potenzialmente dannosi
La frequenza stimata è di 2,3 errori e di 10 "quasi errori" (errori evitati all'ultimo momento, i cosiddetti "near misses") ogni 100 bambini ricoverati Il neonato, ad esempio, è ad alto rischio di errore: una
differenza minima di farmaco in più può produrre effetti catastrofici poiché la minuscola massa corporea e l’immaturità degli organi non riescono a tamponare l’overdose.
In generale in pediatria ci sono molte più opportunità di sbagliare perché il processo che porta alla somministrazione della terapia in un bambino è molto più complesso che nell’adulto; include più passaggi, vari calcoli in più e l’uso di algoritmi. Ad esempio per una sola somministrazione può essere necessario: determinare il peso esatto e l’età in giorni, calcolare la dose, applicare l’algoritmo per decidere la frequenza giornaliera in base all’età, ricostituire il farmaco, calcolare la frazione da somministrare. Le criticità possono intervenire in cinque fasi diverse della terapia: prescrizione, trascrizione, approvvigionamento, somministrazione e monitoraggio successivo. La più alta percentuale di errori riguarda la prescrizione della terapia (79%), il momento della trascrizione (11%), e la somministrazione (4%)
Una particolare importanza hanno anche gli errori di terapia che avvengono dopo la dimissione: essi riguardano principalmente la ricostituzione degli sciroppi (sovra- o sottodosaggio) e l'inadeguata spiegazione alla dimissione per mancata verifica della comprensione con prove pratiche, oppure a causa di barriere linguistiche e culturali. Le differenze di dimensioni dei cucchiai usati a casa per dare gli sciroppi sono risultati essere la causa di gravi forme di sovradosaggio cronico, ad esempio da paracetamolo.
Le tre aree di intervento principale dell’infermiere riguardano il ruolo educativo (cioè fornire informazioni e istruzioni deguate al bambino e alla famiglia riguardo il trattamento), la somministrazione sicura della terapia prescritta, al’identificazione tempestiva della comparsa di eventuali effetti collaterali. L’infermiere, quindi, per gestire in modo sicuro la terapia deve disporre di un solido bagaglio di conoscenza e di pratica clinica. In particolare, il momento della preparazione del farmaco richiede elevata attenzione, competenza nel calcolo e nell'uso delle varie unità di misura conoscenze teoriche e capacità relazionali e deve essere considerato un aspetto chiave dell’infermieristica pediatrica. In questo numero di IdB sono riportati i punti salienti di due articoli apparsi di recente su “Paediatric Nursing” la rivista di infermieristica pediatrica del Royal College of Nursing di Londra
COSA FARE SE...
• prescrizione illeggibile? non interpretare,
informa il medico o chi ha prescritto il farmaco
• prescrizione incompleta? non presumere,
informa il medico o chi ha prescritto il farmaco
• non ti convince il calcolo della dose? non
avere timore di ricontrollare, prima da solo e
poi con altri
• hai dubbi che il dosaggio sia sicuro? non
somministrare, informa chi ha prescritto la
dose
• il paziente vomita immediatamente dopola somministrazione? informa il medico
prescrivente
• manca la sigla dell’infermiere in
corrispondenza della somministrazione
precedente? non somministrare, chiedi
informazioni
• omissione, doppia somministrazione o
non ottemperanza delle 5G? informa il
coordinatore e compila la scheda di incident
reporting.
Una formula per ricordare facilmente come calcolare le dodi farmaco (suggerita dal Royal College of Nursing)
esempio:
In un flacone da 100ml sono contenuti
120mg di paracetamolo ogni
5ml. La dose prescritta per il bambino è di 90mg. Quanti ml devo dare
dose fornita
----------------- x quantità di solvente = quantità da somministrare
dose prescritta
esempio:
n un flacone da 100ml sono contenuti120mg di paracetamolo ogni
5ml. La dose prescritta per il bambino è di 90mg. Quanti ml devo dare?
120
----- x 5 = 3,75 ml
90
Cosa deve sapere un infermiere che somministra farmaci ai bambini? • l’azione specifica di ciascun farmaco che somministra • perché è stato prescritto • il range di dosaggio per l’età; • l’effetto desiderato e i possibili effetti collaterali. | Per fare la terapia in modo sicuro..... …nel reparto deve esserci un’ “area di rispetto” riservata a chi sta preparando la terapia ...gli infermieri che fanno la terapia non devono essere distratti per nessun motivo …si usano di preferenza i farmaci in confezioni o dosi pediatriche; |
CARATTERISTICHE DELLA FASE EVOLUTIVA E
COMPORTAMENTI DA ADOTTARE PER UNA
SOMMINISTRAZIONE SICURA nel bambino che
ha appena imparato a camminare
Fase egocentrica: Spiegare la procedura in termini di ciò
che il bambino vedrà e sentirà (odore, sapore,
sensazione); Sottolineare quegli aspetti della procedura
che richiedono la collaborazione del bambino come ad
esempio rimanere fermo sdraiato; Dire al bambino che
può piangere, urlare, o adoperare altri modi per esprimere
verbalmente il suo disagio
Fase di negazione
: Aspettarsi che ci siano delle
resistenze; il bambino può cercare di scappare; Usare un
approccio fermo e diretto;Ignorare i capricci; Usare
tecniche di distrazione; Contenere in modo adeguato
Fase di linguaggio limitato:
Usare un linguaggio semplice,
utilizzando vocaboli che il bambino conosce;Chiedere al
bambino di fare una cosa alla volta (prima di sedersi e poi
di prendere il cucchiaio); Spiegare la procedura ai genitori
in separata sede per evitare che il bambino fraintenda le
parole
Fase di limitata concezione del tempo
: Preparare il
bambino subito prima della procedura; Spiegare la
procedura brevemente in 5-10 minuti; Preparare il
materiale in quantità doppia; Dire al bambino quando la
procedura è completata
Fase di ricerca dell’indipendenza
: Dare al bambino la
possibilità di scelta, ma aspettarsi delle resistenze o rifiuti;
Permettere al bambino di partecipare alla procedura il più
possibile, per esempio facendolo bere da solo dal
bicchiere
La somministrazione della terapia è un momento
di relazione ed educazione
La preparazione psicologica che rispetta lo stadio evolutivo
del bambino richiede una valutazione attenta da parte
dell’infermiere.
l tempo che l’infermiere utilizza per informare il bambino e
a sua famiglia riguardo la terapia da somministrare, può
essere usato per raccogliere importanti aspetti sull’approccio
più efficace da adottare durante la somministrazione. Il contributo dei genitori sarà quello di fornire indicazioni su
come il bimbo ha reagito in situazioni analoghe precedenti.
Infermiere e genitore assieme decideranno chi somministrerà
la terapia per fare si che il bambino si senta
maggiormente partecipe alla procedura.
L’esperienza fatta durante la prima somministrazione
influenzerà tutte le seguenti, quindi è necessario utilizzare
l’approccio più adeguato allo stadio evolutivo del piccolo
paziente.
Ogni via di somministrazione ha le sue peculiarità
La somministrazione per os è la più frequente e preferibile in
pediatria.
I bambini sotto ai 5 anni, ma anche quelli più grandi, solitamente
rifiutano le compresse e quindi i farmaci vengono disciolti. I
preparati in forma liquida, però spesso hanno un sapore
sgradevole. Per ovviare a questo inconveniente, si consiglia di
tenere vicino un cibo o una bevanda preferita da prendere
immediatamente dopo la somministrazione del farmaco. Si
consiglia di non nascondere il farmaco all’interno del cibo che il
bambino assume di frequente, come il latte o gli omogeneizzati,
perché potrebbe portare ad un rifiuto dello stesso in futuro. Per
somministrare i liquidi si può utilizzare una siringa da posizionare
a lato della lingua rilasciando lentamente il contenuto man mano
che il bambino deglutisce.
La via iniettiva viene utilizzata solo quando il farmaco non può
essere somministrato in altro modo dato che viene vissuta come
una delle esperienze più traumatiche; i bambini più piccoli
possono infatti interpretare l’iniezione come una punizione. La
partecipazione alla procedura dei genitori va incoraggiata, ma non
deve essere ritenuta obbligatoria se il genitore non se la sente.
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Bibliografia
1) Kaushal R, et coll. Medication errors and adverse drug events inpediatric inpatients, JAMA 2001; 285:2114-20.
2) Kozer E. et coll. Large errors in the dosing of medications for children,
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3) McMahon SR,Rimsza ME, Bay RC. Parents can dose liquidmedication accurately, Pediatrics, 1997; 100: 330-3
4) Watt S. Safe administration of medicines to children: part 1 and part 2,Paediatric Nursing; 15:40-3/4
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