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03/03/11

Peliosi Reumatica

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La porpora di Henoch - Schonlein (HSP) può considerarsi una vasculite sistemica con prevalente interessamento cutaneo che colpisce principalmente i bambini e più raramente gli adulti(1,2) . La malattia è caratterizzata dalla deposizione tissutale di immunocomplessi contenenti IgA. Questo aspetto la rende molto simile alla nefropatia ad IgA con la qualche condivide gli aspetti istologici renali.
Il quadro cutaneo caratterizzato da una porpora palpabile e/o petecchie è molto simile a quello riscontrato in corso di crioglobulinemia e di vasculite da ipersensibilità.
Epidemiologia
La HSP è stata segnalata in casi di età variabile dai 6 mesi agli 86 anni ma la maggior parte dei pazienti sono bambini. L'età media è di 6 anni, il 75% dei pazienti ha meno di 8 anni ed il 90% meno di 10 anni. Più è giovane l'età meno intensi sembrano essere i sintomi clinici. Nei bambini più piccoli la nefrite e le complicanze addominali sono più rare e meno gravi. Per contro nell'adulto la malattia sembra evolvere con sintomi più gravi e la nefrite essere più frequente. Alcuni autori riportano una frequenza di complicanze renali nell'85% degli adulti di cui un 13% con insufficienza renale grave. Anche la possibilità di recidive sarebbe più frequente negli adulti.
La maggior parte dei pazienti si ammala in autunno o in inverno e la HSP è preceduta spesso da infezioni delle vie respiratorie. Numerosi germi sono stati sospettati come fattori scatenanti tra cui: streptococchi b-emolitici di gruppo A, epatite B, herpex virus, parvo virus B19, virus Coxsackie,adenovirus, helicobacter pylori, .Anche fattori ambientali e farmaci sono stati guardati con sospetto ma senza prove certe.
Manifestazioni Cliniche

02/03/11

La febbre

nightingale-florence2La febbre

 

La febbre: un alleato

Qual è l’evento più comune (assieme alla tosse) nella storia clinica del bambino?
La febbre.
Ed il nucleo familiare, almeno all’inizio, è messo in allarme.
Dal punto di vista relazionale contribuisce a rinforzare i legami di richiamo reciproco e di protezione tra genitori e figli.
Ma cos’è la febbre?
È un segnale, un avviso, un campanello d’allarme che annuncia che qualcosa non va nel nostro organismo la malattia.
Ma è anche il primo e più elementare meccanismo di difesa che noi stessi mettiamo in atto.
Quando un agente infettivo entra nel nostro organismo (pressoché sempre tramite le vie aeree superiori) giunge in contatto subito con delle cellule deputate alla prima difesa del nostro corpo; scatta quindi il segnale d’allerta e si mette in moto un complesso e sofisticato sistema di difesa.
Una parte di questa risposta è la febbre.
Attraverso processi chimici, che intervengono a vari livelli nel nostro corpo, parte il comando alla temperatura di salire.
Cosa vediamo noi nella realtà?
I muscoli si mettono al lavoro, aumentano il loro tono, e talora danno la sensazione del brivido, e aumentano la produzione della temperatura (che in condizioni normali è 36-37°C).
Contemporaneamente, i vasi sanguigni della cute si contraggono, meno sangue arriva in superficie, la produzione di sudore diminuisce: ne consegue che questo calore viene difficilmente disperso.
A una temperatura superiore a 37 gradi non sono solo le cellule del nostro corpo che si trovano a disagio (è per questo che la febbre si accompagna a malessere), ma si trovano ancora peggio virus e batteri, che riescono difficilmente a moltiplicarsi.
La febbre ci fa sì star male, ma soprattutto ci serve per farci guarire.
Perciò non dobbiamo contrastarla a tutti i costi, ma semmai, dovremmo considerarla un alleato.

Come misurare la febbre

Termometro a mercurio: si scuote energicamente il termometro con la mano per far calare la sottile
colonnina di mercurio, poi lo si infila fra le gambette (soprattutto nei bambini più piccoli) o sotto l’ascella (nei bambini grandicelli). Si aspetta qualche minuto. Quindi lo si ruota lentamente per vedere a che altezza era salita la colonnina di mercurio.
Sono termometri che scompariranno e andranno “in soffitta”): l’Unione Europea ha decretato che, data la sua tossicità, le fonti di mercurio devono essere eliminate e quindi fra un po’ la commercializzazione di quei termometri sarà vietata.
È a tutt’oggi il metodo più semplice e preciso per misurare la febbre.

01/03/11

L’efficacia degli interventi nelle coliche del lattante

 

nightingale-florence2Fonti informative L’evidenza relativa agli interventi per le coliche del lattante non ha subito significativi cambiamenti dal primo articolo BPI riguardo questa materia pubblicato nel 2004. Questo foglio di informazioni include dati da uno studio randomizzato e controllato, una revisione sistematica e una linea guida clinica per l’assistenza routinaria post natale. 4 Background Molti genitori, caregivers e personale sanitario hanno a che fare con la cura di bambini sofferenti che mostrano sintomi associati alle coliche. Allergia alimentari e fattori gastrointestinali e comportamentali sono stati proposte come possibili cause. Le coliche infantili colpiscono solitamente bambini nelle prime settimane di vita e si risolvono spontaneamente prima dei sei mesi di età. 3 È stato stimato che le coliche prevalgono nel 40% dei lattanti sia maschi che femmine. Solo nel Regno Unito una famiglia su sei consulta il proprio medico o l’infermiere di comunità per i sintomi colici dei loro bambini 4 . Nonostante siano transitorie le coliche creano un disagio considerevole nei lattanti e nei caregivers. Un pianto inconsolabile, incessante e inspiegabile in un lattante apparentemente sano porta i genitori ad uno stato di frustrazione preoccupazione ed esaurimento nel cercare di confortare il proprio bambino. In molti casi gli interventi hanno una scarsa efficacia e si tratta di aspettare semplicemente che i sintomi colici si risolvano spontaneamente. 2-4 L’ipotesi che le coliche non esistano suggerisce che sia normale per i lattanti avere crisi di pianto sempre più lunghe dalla nascita fino a sei settimane dopo di che il pianto diminuisce. Altri hanno suggerito che molti lattanti in cui si pensava fossero presenti coliche in realtà erano affamati.

 

Valutazione del pianto eccessivo e inconsolabile

Un bambino che piange eccessivamente, che porta le ginocchia fino allo stomaco, o che inarca la schiena dovrebbe essere esaminato per la presenza di coliche del lattante valutando e documentando le seguenti condizioni: 4 Salute generale del bambino

Storia prenatale e perinatale Inizio e durata del pianto Natura delle feci Valutazione dell’alimentazione Dieta della madre se allattato al seno Allergie famigliari Risposta dei genitori al pianto del bambino Note: Il lattante dovrebbe essere valutato da un medico specializzato per escludere altre diagnosi. Un eccessivo e inconsolabile pianto può anche significare di un lattante che presenti dolore, e necessiti di un urgente approfondimento.

Raccomandazioni Dovrebbe essere condotto un esame del lattante per eliminare altri possibili problemi fisiologici (grado A) Dovrebbero essere escluse le semplici cause di pianto come la fame ed il freddo. Questa consulenza dovrebbe includere domande concernenti la dieta del lattante, presenza di reflusso, sonno, escrezioni intestinali e caratteristiche delle minzioni, benessere generale dei genitori e situazione sociale del lattante. (grado A) Comprendere gli sforzi dei genitori e dei caregivers per il loro bambino in difficoltà e comprendere il senso di impotenza che possono sentire vedendo il loro bambino in queste condizioni. (grado A) Incoraggiare i genitori a cercare il sostegno da altri membri della famiglia per assistere e curare il bambino e consentire ai genitori di riposare. Un supporto telefonico di follow-up da parte del personale sanitario per dare assistenza e rassicurazione. Rassicurare i genitori per i loro sforzi nella cura del loro bambino è di primaria importanza. (grado A) Interventi dietetici dovrebbero mirare a ridurre o eliminare gli allergeni che sono presenti nel latte di mucca nella dieta del lattante, uova e prodotti contenenti grano e frutta secca dalla dieta della madre. (grado B) Devono essere considerati interventi comportamentali ad ogni fase come la reazione dei genitori attraverso strategie di rilassamento come un massaggio dell’addome dolce e lenitivo, e una leggera spinta delle gambe verso l’addome. (grado B) Incoraggiare i genitori a cercare il sostegno da altri membri della famiglia per assistere e curare il bambino e consentire ai genitori di riposare. (grado B)

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