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27/02/11

L’infermiere di Triage nel Pronto Soccorso pediatrico

L’infermiere di Triage nel Pronto Soccorso pediatrico L’infermiere di Triage
nel Pronto Soccorso pediatrico

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Il sistema di triage è uno strumento organizzativo rivolto al governo degli accessi non
programmati a un servizio per acuti. Questo processo, con cui i bambini
vengono selle-
azionati e classificati in base al tipo e all’urgenza delle loro condizioni, è da distingue-
re dalla visita medica poiché ha lo scopo di stabilire le priorità con cui il bimbo sarà
visitato dal medico stesso. Può essere svolto con diverse modalità a seconda dei campi
in cui viene applicato: in centrale operativa, in Pronto Soccorso, sul territorio o nelle
maxi emergenze e catastrofi. Il termine deriva dal verbo francese “Trier” e significa
scegliere, classificare. Indica quindi il metodo di valutazione e selezione immediata
usato per assegnare il grado di priorità quando si è in presenza di molti pazienti.
Questo articolo approfondisce il concetto di triage a livello ospedaliero e in partico-
lare nelle strutture complesse di Pronto Soccorso, come previsto dalle linee guida in
materia di requisiti organizzativi e funzionali della rete di emergenza-urgenza (DPR
27/3/92). La tendenza, comune a tutte le realtà sanitarie, a un aumento del ricorso al
Pronto Soccorso da parte dei cittadini, ha reso indispensabile l’attivazione di tale
metodologia in tutti i Pronto Soccorso e in particolare in quelli pediatrici.
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GLICOGENOSI TIPO 1B

nightingale-florence2GLICOGENOSI TIPO 1B

DISTURBI DEL METABOLISMO E DEL TRASPORTO DEI CARBOIDRATI (ESCLUSO: DIABETE MELLITO)

Definizione

Un gruppo di disordini ereditari del metabolismo che coinvolgono gli enzimi della sintesi e della degradazione del glicogeno. In alcuni pazienti vi è un marcato ingrossamento epatico. In altri l'accumulo di glicogeno è più generalizzato, talvolta con importante coinvolgimento cardiaco. (Medline Thesaurus)

Segni e sintomi

Le glicogenosi sono un gruppo di malattie ereditarie in cui il metabolismo del glicogeno è alterato . Virtualmente, tutte le proteine coinvolte nella sintesi o nella degradazione del glicogeno, e nella loro regolazione, sono state identificate come causa di qualche tipo di glicogeneosi. In questi disordini il glicogeno è alterato per quantità, per qualità o per entrambe. Fegato e muscolo contengono abbondanti quantità di glicogeno e rappresentano i tessuti più gravemente colpiti da queste malattie (C. Scriver et al., The Metabolic and Molecular Bases of Inherited Disease, Eighth Edition).
GLICOGENOSI TIPO I
(malattia di Von Gierke)
I pazienti con glicogenosi tipo I possono esordire nel periodo neonatale con ipoglicemia ed acidosi lattica; tuttavia, più comunemente l'esordio clinico è a 3-4 mesi con epatomegalia e/o convulsioni da ipoglicemia. Questi bambini spesso presentano una faccia definita 'da bambola', suggerita dall'eccesso di tessuto adiposo nelle guance, estremità relativamente sottili e un addome prominente a causa della massiva epatomegalia. Anche i reni sono simmetricamente ingranditi, mentre milza e cuore sono di normale grandezza. In infanzia possono essere evidenziati xantomi cutanei nelle braccia e nelle gambe, e alterazioni retiniche caratterizzate da lesioni multiple paramaculari giallastre e ben delimitate. Queste alterazioni appaiono correlate positivamente con il grado di iperlipemia. Ipoglicemia, acidosi lattica, iperuricemia e iperlipidemia sono patognomonici della malattia. Il plasma può essere lattescente a motivo dell'elevatissima concentrazione di trigliceridi.
Il tipo Ib ha un decorso simile, con in più il riscontro di neutropenia e di deficit della funzione neutrofila, con infezioni batteriche ricorrenti.
Il tipo Ic è stato descritto solo in pochi pazienti. Non ci sono informazioni sufficienti da permettere di dare una descrizione generale delle manifestazioni cliniche.

26/02/11

L’OSSIGENO E L’OSSIGENOTERAPIA

nightingale-florence2CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA DELL’APPARATO RESPIRATORIO

Anatomia dell’apparato respiratorio
Le principali strutture delle vie respiratorie sono:
•  Naso - la principale via di accesso e di uscita dell’aria dall’apparato respiratorio.
•  Bocca - l’accesso e l’uscita secondaria dell’aria.
•  Faringe - parte più profonda di naso e bocca.
•  Laringe - tratto delle vie respiratorie che collega la faringe alla trachea.
•  Trachea - parte dell’apparato respiratorio a forma di tubo, compresa tra la laringe e l’origine dei bronchi principali.
•  Albero bronchiale - ramificazione che origina dalla trachea e raggiunge i microscopici alveoli dei polmoni. I primi
rami sono i bronchi destro e sinistro, detti bronchi principali. Questi ramificano nei bronchi secondari che a loro
volta si suddividono in bronchioli.
•  polmoni - organi elastici e spugnosi contenenti gli alveoli, le microscopiche cavità in cui ha luogo lo scambio di
ossigeno e anidride carbonica.
Le strutture che si trovano a un livello superiore rispetto al laringe vengono chiamate vie aeree superiori. Le vie aeree
inferiori comprendono invece tutte le strutture dalla laringe agli alveoli. Le  vie aeree non costituiscono solo un
passaggio  per l’aria da e verso i polmoni; mentre l’aria attraversa le vie respiratorie superiori, infatti, essa viene filtrata,
regolata alla temperatura corporea e umidifica. I peli di cui sono munite le mucose nasali cominciano il processo di
filtrazione, intrappolano le particelle più grosse. Il muco presente sulla superficie interna della via respiratoria raccoglie
gran parte delle particelle più piccole; i vasi sanguigni presenti nella parete delle vie aeree possono sia riscaldare l’aria
la cui  temperatura è inferiore a quella corporea, sia assorbire il calore in eccesso.

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