QUANDO IL DIABETE FA IL TANDEM CON LA CELIACHIA
UNA CONCOMITANZA CHE VA TENUTA SOTTO STRETTA OSSERVAZIONE
UNA CONCOMITANZA CHE VA TENUTA SOTTO STRETTA OSSERVAZIONE
Nutrirsi senza glutine non deve essere vissuto come un sacrificio, ma come occasione per imparare ad alimentarsi in modo alternativo scegliendo fra una gamma di alimenti che rende la dieta del celiaco sovrapponibile a quella dei suoi coetanei.
Alcuni bambini con diabete sviluppano nel corso della malattia di base un’intolleranza cronica nei confronti di alcuni componenti dei cereali. Si stima che questo accada in oltre l’8% dei bambini italiani con diabete. La sua diagnosi è quasi sempre occasionale e a svelarne l’esistenza è un esame di laboratorio disponibile ormai in tutti i Centri di diabetologia.
La causa di questo disturbo, noto come celiachia, è l’intolleranza che la mucosa dell’intestino di bambini geneticamente predisposti sviluppa nei confronti del glutine, una miscela di proteine (fra le quali la gliadina) contenuta in abbondanza nel grano, e delle corrispondenti proteine degli altri cereali “tossici”, le prolamine di orzo, segale e avena.
Il loro incontro indesiderato crea danno alla mucosa dell’intestino che perde i villi indispensabili per l’assorbimento degli alimenti e provoca, nelle forme tipiche, i sintomi del malassorbimento (diarrea, distensione dell’addome, inappetenza, dimagramento, anemia, arresto dell’accrescimento). In gran parte dei bambini con diabete, però, soprattutto in quelli in età adolescenziale, il danno intestinali non dà alcun sintomo.