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17/11/10

Emotrasfusioni novità legislative

Emotrasfusioni: novità legislative

di Andrea Bottega

Quali sono le competenze e le responsabilità dell’infermiere nell’esecuzione del prelievo per le prove di compatibilità in caso di richiesta di emotrasfusione, e nella trasfusione di sangue ed emoderivati?

La legge 4 maggio 1990 n.107 all’art. 3, precisa che "il prelievo di sangue intero é eseguito da un medico o, sotto la sua responsabilità e in sua presenza, da un infermiere professionale". Non si ritiene che tale disposizione sopravviva all’ondata abrogatrice delle norme mansionariali, in quanto nata essa stessa come deroga al mansionario dati gli angusti limiti riconosciuti all’infermiere dal D.P.R. 225/1974.
Il prelievo in questione era ovviamente da riferirsi esclusi-vamente al salasso per la donazione. Quindi nella legge citata, l’infermiere professionale poteva in effetti eseguire il prelievo, ma solo nelle strutture indicate dalla legge stessa e precisate dall’art. 4 e cioè i servizi di immunoematologia, i centri trasfusionali e le unità di raccolta.
Per quanto riguarda il prelievo per la richiesta di sangue per la determinazione del gruppo sanguigno e della prova crociata, l’art. 27 del Decreto del Ministero della Sanità 27/12/1990, pubblicato sulla G.U. n.20 del 24/1/91, specificava che "il campione di sangue".....deve essere "firmato dal medico che ha la responsabilità del prelievo". Non era esattamente indicato il compito del medico nell’esecuzione del prelievo, ma un certo grado di supervisione e controllo, nonché di relativa responsabilità del medico si.
Inoltre le linee guida emanate dal Ministero della Sanità in applicazione dell’art.12 della legge 10/7/90 definisce la trasfusione di sangue "un atto medico" e pertanto specifica che "deve essere prescritta ed effettuata dal medico".

VALUTAZIONE DEL BAMBINO DA PARTE DELL’ INFERMIERE

                          VALUTAZIONE DEL BAMBINO DA PARTE DELL’ INFERMIERE

La valutazione sta alla base della pianificazione e dell'erogazione dell'assistenza infermieristica al bambino ed alla sua famiglia. Che si tratti di una analisi completa e olistica dei bisogni e dei problemi di salute del bambino o di un rapido e mirato controllo di un singolo aspetto della condizione del bambino, la valutazione fornisce le informazioni utili a capire insieme alla famiglia cosa bisogna fare, quando farlo e chi deve farlo. L'infermiere deve possedere delle competenze di ragionamento clinico in modo da poter interpretare i dati ottenuti dalla valutazione e da poter identificare quali sono le azioni più appropriate da intraprendere, basandosi ove possibile sull'evidenza scientifica. Inoltre, l'infermiere deve essere in grado di gestire le informazioni e la conoscenza in modo da registrare in modo accurato necessarie competenze di gestione delle informazioni e della conoscenza per registrare in modo accurato i dati e le informazioni ottenute dalla valutazione e per fare si che i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie possano partecipare pienamente al processo di assistenza.

15/11/10

QUANDO IL DIABETE FA IL TANDEM CON LA CELIACHIA


                      QUANDO IL DIABETE FA IL TANDEM CON LA CELIACHIA                               
UNA CONCOMITANZA CHE VA TENUTA SOTTO STRETTA OSSERVAZIONE
Nutrirsi senza glutine non deve essere vissuto come un sacrificio, ma come occasione per imparare ad alimentarsi in modo alternativo scegliendo fra una gamma di alimenti che rende la dieta del celiaco sovrapponibile a quella dei suoi coetanei.
Alcuni bambini con diabete sviluppano nel corso della malattia di base un’intolleranza cronica nei confronti di alcuni componenti dei cereali. Si stima che questo accada in oltre l’8% dei bambini italiani con diabete. La sua diagnosi è quasi sempre occasionale e a svelarne l’esistenza è un esame di laboratorio disponibile ormai in tutti i Centri di diabetologia.
La causa di questo disturbo, noto come celiachia, è l’intolleranza che la mucosa dell’intestino di bambini geneticamente predisposti sviluppa nei confronti del glutine, una miscela di proteine (fra le quali la gliadina) contenuta in abbondanza nel grano, e delle corrispondenti proteine degli altri cereali “tossici”, le prolamine di orzo, segale e avena.
Il loro incontro indesiderato crea danno alla mucosa dell’intestino che perde i villi indispensabili per l’assorbimento degli alimenti e provoca, nelle forme tipiche, i sintomi del malassorbimento (diarrea, distensione dell’addome, inappetenza, dimagramento, anemia, arresto dell’accrescimento). In gran parte dei bambini con diabete, però, soprattutto in quelli in età adolescenziale, il danno intestinali non dà alcun sintomo.