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17/10/10

Gestione del catetere venoso centrale

      CATETERISMO VENOSO CENTRALE


Scopi:

Il posizionamento di un catetere venoso centrale è procedura comune in area critica e, in senso generale, si può dire che la totalità dei pazienti con aspetti di insufficienza delle funzioni vitali si può giovare di tale metodica.
Brevemente una cannula venosa centrale consente di:
ð  Infondere in condizioni di necessità liquidi di varia natura (cristalloidi, plasma expanders, sangue e derivati, soluzioni ipertoniche ecc.), oppure somministrare in modo controllato farmaci estremamente attivi;
ð  Monitorizzare la pressione venosa centrale, realizzando un primo controllo emodinamico nei pazienti critici.
ð  Disporre di più linee infusionali attraverso un solo accesso venoso.

Indicazioni:

ð  Soggetti nei quali la cannulazione venosa periferica risulta difficoltosa o impossibile (pazienti in shock, ustionati, obesi )
ð  Pazienti che necessitano di una rapida espansione volemica;
ð  Pazienti in condizioni emodinamiche instabili e che necessitano di un accurato monitoraggio
ð  Pazienti nei quali si prevede l’inizio di un programma di nutrizione parenterale totale;
ð  Pazienti sottoposti a trattamento emodialitico;
ð  Soggetti nei quali si deve posizionare un catetere elettrodo per la stimolazione cardiaca;
ð  Pazienti nei quali devono essere infusi farmaci gravati da un elevato rischio di lesività venosa (ad esempio, l’amiodarone o il cloruro di potassio provocando rapide flebiti se infusi in vena periferica).
Non esistono invece controindicazioni assolute al posizionamento di un catetere venoso centrale poiché, in larga misura, l’esperienza dell’operatore è fondamentale nel ridurre al minimo i rischi della manovra.
Il posizionamento del catetere può essere tuttavia rimandato se il paziente presenta alterazioni dell’assetto coagulativo o, ancora, se uno stato di agitazione importante impedisce un corretto approccio alle sedi di venipuntura.

16/10/10

DIABETE In lotta con la burocrazia


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15/10/10

LE CONVULSIONI FEBBRILI

        
Nei bambini forti rialzi di temperatura possono dare manifestazioni che spaventano. Ma quasi sempre sono episodi innocui, senza conseguenze.
Come misurare la temperatura?
La misurazione corretta si esegue così:
(il termometro a mercurio è ancora il più preciso). Per avere valori reali, occorrerebbe misurarla a livello rettale o orale. La misurazione sotto l'ascella è accettabile, ma fornisce la temperatura della pelle, più influenzata dalle condizioni ambientali e quindi leggermente più bassa. Infatti si parla di febbre se la temperatura supera i 37.5° C a livello rettale o i 37° C a livello cutaneo, cioè dell'ascella.