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18/07/16

Il mobbing in sanità: infermieri umiliati e denigrati

clip_image002   Il mobbing in sanità: infermieri umiliati e denigrati
Se l’ospedale è l’ambiente in cui più di ogni altro si può innescare il processo del mobbing, tra i personaggi della sanità gli infermieri sono i più deboli e maggiormente esposti a fenomeni vessatori. Con il termine mobbing si intende il comportamento del datore di lavoro (o dei suoi dipendenti) che consiste in una serie di atti che hanno lo scopo di perseguitare un dipendente per emarginarlo e, attraverso la lesione della sua dignità umana e professionale, spingerlo a presentare le dimissioni.
Quando il mobbing è realizzato da un superiore viene anche definito “bossing”. Il lavoratore vittima di questo comportamento, nel suo complesso illecito, può ottenere il risarcimento dei danni. Il mobbing, in altre parole, non è che un processo sistematico e voluto di cancellazione della figura del lavoratore che viene portato avanti attraverso una continua eliminazione dei mezzi e dei rapporti interpersonali che sono necessari al lavoratore per svolgere la sua normale attività lavorativa.
Si tratta di una condotta lesiva della dignità professionale e umana del lavoratore, dignità da intendersi sotto l’aspetto morale, psicologico, fisico o sessuale.
“Umiliare, denigrare, dubitare della professionalità di un infermiere, è mobbing.” Prof. Mauro Di Fresco alla Camera dei Deputati.
Le variabili socio-psicologico possono in qualche modo influenzare l’innesco di un’azione mobbizzante. Si tratta del mobbing vessatorio-persecutorio: l’infermiere subisce offese considerate legittime, perché il suo lavoro non è socialmente riconosciuto.
Ad esempio vi è mai capitato di essere rimproverati dal vostro coordinatore o collega perché passate troppo tempo davanti al computer? Non importa che tu stia studiando una nuova linea guida o giocando al solitario, sarai sempre tacciato di essere uno scansafatiche. Un infermiere che studia o che fa ricerca: non diciamo sciocchezze! Bisogna far andare le mani, se proprio non c’è nulla da fare perché non pulire o metter ordine qua e là? Questo è mobbing.
L’infermiere deve sempre fare, fare e rifare, guai se dopo un intero turno di notte finisci gli ultimi cinque minuti con la testa su una scrivania e ti azzardi a chiudere entrambi gli occhi: GUAI SE POI A FARLO È UN GIOVANE, il riposo a differenza dei medici non è consentito.
Esiste poi il mobbing strategico: si tratta di dimensionamento, scarso riconoscimento del valore professionale sul piano culturale (la laurea? meglio non nominarla), minaccia di consiglio disciplinare.
Leymann attribuisce la causa scatenante del mobbing al conflitto sul luogo di lavoro, ma da dove nasce una situazione conflittuale? Secondo l’autore qualsiasi azienda tende a garantire al suo interno rapporti equilibrati e normali, tutto ciò che viene sentito come al di fuori di questa normalità risulta un problema. Se questi problemi non si risolvono completamente, allora nascono i conflitti; caratterizzati dalla discordanza di opinioni. Infatti ognuna delle parti in causa è convinta di essere nel giusto e non è disposta a scendere a compromessi.
Secondo Field la causa del mobbing è la personalità disturbata del collega o del capo prepotente. Questo disturbo della psiche viene descritto con toni particolarmente allarmanti ed emotivi.
Di seguito si riportano le situazioni  più ricorrenti di “costrittività organizzative”

  • Marginalizzazione dalla attività lavorativa.
  • Svuotamento delle mansioni.
  • Mancata assegnazione dei compiti lavorativi, con inattività forzata.
  • Mancata assegnazione degli strumenti di lavoro.
  • Ripetuti trasferimenti ingiustificati.
  • Prolungata attribuzione di compiti dequalificanti rispetto al profilo professionale posseduto.
  • Prolungata attribuzione di compiti esorbitanti o eccessivi anche in relazione a eventuali condizioni di handicap psico-fisici.
  • Impedimento sistematico e strutturale all’accesso a notizie.
  • Inadeguatezza strutturale e sistematica delle informazioni inerenti l’ordinaria attività di lavoro.
  • Esclusione reiterata del lavoratore rispetto ad iniziative formative, di riqualificazione e aggiornamento professionale.
  • Esercizio esasperato ed eccessivo di forme di controllo.
  • “mobbing strategico” specificamente ricollegabile a finalità lavorative
Il fenomeno del mobbing è molto diffuso, ma per combatterlo e per non confonderlo con altre problematiche intrinseche all’azienda e a se stessi, bisogna conoscerlo.
Fonte: http://www.nurse24.it/il-mobbing-in-sanita-infermieri-umiliati-e-denigrati/








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