Trasfusioni di sangue
In Italia la pratica della trasfusioni è ormai sicura: per ridurre i rischi il Decreto ministeriale del 2005disciplina le attività trasfusionali, definendo una procedura che ricomprende tutte le fasi che vanno dalla donazione all’inoculazione del sangue intero o degli emocomponenti.Nonostante sia una procedura sicura, la trasfusione di sangue rimane una pratica percepita spesso come rischiosa. Questo Click salute vuole aiutare a comprendere che cosa ci si deve aspettare prima e dopo la trasfusione e quali sono i rischi.
In particolare questo Click salute risponde ai seguenti quesiti:
Che cos’è una trasfusione di sangue?
La trasfusione di sangue consiste nel trasferire una certa quantità di sangue, appunto, da un soggetto all’altro per via endovenosa: si parla a questo proposito di un donatore e di un ricevente.
Le trasfusioni sono utilizzate per rimpiazzare il sangue perso durante una intervento chirurgico, oppure per una grave emorragia o per alcune particolari malattie.
Durante la trasfusione il sangue del donatore, precedentemente raccolto in una sacca, viene infuso nella vena del ricevente. La procedura può durare da una a quattro ore, in funzione di quanto sangue deve essere trasfuso.
La trasfusione può essere omologa, se il donatore e il ricevente sono due persone diverse, oppureautologa, se il donatore e il ricevente sono la stessa persona. In quest’ultimo caso, ovviamente si deve procedere alla raccolta di sacche di sangue prima del momento del bisogno, per esempio in preparazione di un intervento chirurgico programmato.
E’ VERO CHE LE TRASFUSIONI OMOLOGHE DEVONO ESSERE COMPATIBILI?
VERO. In caso di trasfusione omologa è fondamentale la compatibilità tra donatore e ricevente, per evitare conseguenze gravi come lo shock anafilattico. Per stabilire la compatibilità occorre definire il gruppo sanguigno di chi dona e di chi riceve.
E' VERO CHE IN CASO DI INTERVENTO SI PUÒ CONSERVARE IL PROPRIO SANGUE PER IL MOMENTO DEL BISOGNO?
VERO. Ma solo nel caso in cui l’intervento sia programmato e quindi non in urgenza. Nelle settimane che precedono l’intervento la persona si sottopone al prelievo del proprio sangue, che viene conservato in apposite banche. Dopo l’ultimo prelievo è raccomandato un intervallo di almeno 3 giorni prima di procedere all’intervento chirurgico. In genere non si prelevano più di 4 sacche di sangue e di solito il sangue non utilizzato durante o subito dopo l’intervento viene eliminato.
E’ VERO CHE CI SONO ALTERNATIVE FARMACOLOGICHE ALLE TRASFUSIONI?
FALSO/VERO. I ricercatori stanno cercando di ricreare in laboratorio il sangue in modo da non dover ricorrere alla trasfusione da donatore. Attualmente, però, non esiste ancora un’alternativa alle trasfusioni. E’ vero però che in alcune condizioni patologiche particolari (per esempio alcune malattie renali) è possibile somministrare un farmaco (eritropoietina) che aiuta l’organismo a produrre globuli rossi, invece di ricorrere con regolarità alle trasfusioni.
E’ VERO CHE NON È POSSIBILE TRASFONDERE SANGUE AI BAMBINI?
FALSO. Le trasfusioni non hanno limiti di età. Va però segnalato che la trasfusione autologa non è consigliabile nei bambini sotto i 10 anni di età, per difficoltà di accesso venoso e di collaborazione, e nelle persone con più di 75 anni.
Quali sono i componenti del sangue?
Il sangue è costituito da una parte liquida e giallastra chiamata plasma e da una parte corpuscolata che comprende diversi tipi di cellule, in particolare globuli rossi, piastrine e globuli bianchi.
I globuli rossi sono la componente del sangue che permette lo scambio dei gas tra l’interno dell’organismo e l’esterno. Portano a tutte le cellule l’ossigeno e le liberano dall’anidride carbonica, il prodotto di scarto dell’attività cellulare. In questo processo, un ruolo fondamentale è svolto dall’emoglobina, una molecola contenuta nei globuli rossi che lega le molecole di ossigeno e le trasporta nel circolo sanguigno. In caso di emorragia le trasfusioni hanno lo scopo di reintegrare il sangue perduto e di consentire, grazie ai globuli rossi, l’adeguata ossigenazione dei tessuti.
Sulla superficie dei globuli rossi sono presenti particolari molecole chiamate antigeni: la presenza di questi antigeni determina il gruppo sanguigno a cui si appartiene (vedi quesito sotto) e quindi la compatibilità del sangue trasfuso. Gli antigeni sono definiti dalle lettere A e B o dal numero 0. Le possibili combinazioni sono: persone di gruppo A, persone di gruppo B, persone di gruppo AB e persone di gruppo 0. A questi si aggiunge il cosiddetto fattore Rh che può essere o meno presente sulla superficie dei globuli rossi (Rh positivo o Rh negativo).
E’ VERO CHE PUÒ ESSERE TRASFUSO SOLO IL SANGUE INTERO?
FALSO. Oltre al sangue intero possono essere trasfusi anche i suoi componenti (per esempio solo i globuli rossi, solo il plasma, solo le piastrine).
E’ VERO CHE LE PERSONE CON GRUPPO SANGUIGNO 0 POSSONO DONARE A TUTTI?
VERO. Le persone con gruppo sanguigno 0 non hanno alcun antigene sui propri globuli rossi, per cui possono donare a tutti (donatori universali). Esse stesse però, possono ricevere sangue solo di gruppo 0 perché hanno anticorpi diretti contro l’antigene A e l’B.
E’ VERO CHE ESISTONO PERSONE CHE POSSONO RICEVERE IL SANGUE DA CHIUNQUE?
VERO. Le persone di gruppo sanguigno AB hanno sia l’antigene A sia l’antigene B sui globuli rossi, per cui non hanno anticorpi contro gli antigeni dei globuli rossi, possono quindi ricevere sangue di donatori di gruppo A, B, AB e 0 (riceventi universali).
E’ VERO CHE LE PERSONE DI GRUPPO SANGUIGNO A O B POSSONO RICEVERE SANGUE SOLO DA PERSONE CON LO STESSO GRUPPO SANGUIGNO?
FALSO. Le persone di gruppo sanguigno A possono ricevere globuli rossi di gruppo A ma anche di gruppo 0. Le persone di gruppo sanguigno B possono ricevere globuli rossi di gruppo B ma anche di gruppo 0.
E’ VERO CHE IL FATTORE RH È IMPORTANTE PER LA COMPATIBILITÀ DI UNA TRASFUSIONE?
VERO. Le persone con fattore Rh negativo possono ricevere sangue solo dalle persone con fattore Rh negativo; le persone con fattore Rh positivo possono invece ricevere sangue indifferentemente Rh positivo o negativo.
Chi ha bisogno di una trasfusione di sangue?
Gli scopi principali delle trasfusioni di sangue o di suoi componenti sono:
- intervenire in caso di anemia grave per mantenere il trasporto dei gas respiratori (ossigeno e anidride carbonica);
- correggere i disturbi della coagulazione o le emorragie;
- curare un deficit del sistema immunitario;
- mantenere la volemia, cioè la massa del sangue circolante, per evitare uno stato di shock.
Per quanto riguarda l’anemia non esiste un valore assoluto di emoglobina che imponga la trasfusione: ogni persona va valutata in base alla sua capacità di tollerare l’anemia (per esempio le forme croniche sono meglio tollerate di quelle acute).
Le trasfusioni di sangue sono comunque necessarie in caso di:
- incidente o intervento chirurgico con grande perdita di sangue;
- malattie o terapie che causano un’anemia grave.
E’ VERO CHE TUTTE LE PERSONE SOTTOPOSTE A INTERVENTO CHIRURGICO HANNO BISOGNO DI UNA TRASFUSIONE?
FALSO. La maggior parte delle persone adulte in buone condizioni di salute e con valori di emoglobina normali, sottoposte a intervento chirurgico, di norma non richiedono trasfusioni, a meno che durante l’intervento non si verifichi una perdita di sangue superiore al litro.
In caso di un intervento chirurgico programmato, le linee guida raccomandano una valutazione pre operatoria, circa 30 giorni prima, per valutare il rischio emorragico. Prima di un intervento chirurgico è bene segnalare al medico se si stanno assumendo farmaci antiaggreganti o antinfiammatori non steroidei, se si sono mai avuti sanguinamenti importanti (per esempio dopo un’estrazione dentale, dopo il parto, dopo un trauma), se si hanno malattie di fegato, rene, sangue o midollo osseo.
E’ VERO CHE PRENDERE PRODOTTI ERBORISTICI A BASE DI AGLIO, GINKGO BILOBA O GINSENG PRIMA DI UN INTERVENTO CHIRURGICO AUMENTA IL RISCHIO DI EMORRAGIA E QUINDI DI TRASFUSIONE?
VERO/FALSO. Secondo alcuni studi, i prodotti erboristici a base di aglio, ginseng o ginkgo biloba sembra possano interferire con la coagulazione; in particolare pare abbiano un effetto contro le piastrine. Per tale motivo le linee guida suggeriscono di sospendere, prima di un intervento chirurgico, eventuali prodotti erboristici a base di:
- aglio, 7 giorni prima dell’intervento;
- ginkgo biloba, 36 ore prima dell’intervento;
- ginseng, 7 giorni prima dell’intervento.
E’ VERO CHE CON UNA SOLA TRASFUSIONE AUMENTA SIGNIFICATIVAMENTE L’EMOGLOBINA?
VERO. Si considera che ogni sacca di sangue trasfuso faccia aumentare l’emoglobina di 1 grammo per decilitro di sangue.
Che cosa viene fatto prima di procedere a una trasfusione?
Prima di effettuare la trasfusione a una persona, si procede a un prelievo di sangue per verificare il suogruppo sanguigno (A, B, AB, 0) e se è Rh positiva o negativa. In questo modo si può poi verificare e controllare che il gruppo sanguigno del donatore sia compatibile con quello del ricevente.
Prima di prelevare e di trasfondere il sangue, il professionista sanitario deve identificare la persona che deve ricevere la trasfusione, accertando specificatamente la sua identità: per questo motivo è fondamentale che il paziente diventi parte attiva e sappia che gli operatori sanitari devono controllare la compatibilità del sangue. Per esempio il paziente può chiedere se è stata controllata l’etichetta della sacca per la trasfusione e se è compatibile.
Tutto il personale coinvolto deve essere pienamente consapevole della necessità di prestare costante attenzione e impegno nell’operare in conformità alle procedure prestabilite. Il professionista che effettua il prelievo deve riportare in modo chiaro e completo sulle provette contenenti i campioni: reparto di appartenenza, cognome, nome data di nascita del soggetto e data del prelievo. L’operatore che effettua il prelievo deve apporre la propria firma. Altrettanto fondamentale è il riconoscimento certo della persona da trasfondere e il controllo della sacca di sangue pronta per la trasfusione, che deve risultare compatibile con il gruppo sanguigno del ricevente.
E’ VERO CHE PRIMA DI EFFETTUARE UNA TRASFUSIONE È NECESSARIO RICHIEDERE IL CONSENSO INFORMATO FIRMATO DELLA PERSONA?
VERO. Prima di ricevere una trasfusione di sangue, l’interessato deve sottoscrivere il suo consenso informato. Anche ai minorenni è necessario spiegare, con le modalità più opportune, tutte le informazioni sulla procedura trasfusionale.
E’ VERO CHE ESISTE UNA PROCEDURA DEFINITA PER EVITARE DI TRASFONDERE IL SANGUE ALLA PERSONA SBAGLIATA?
VERO. Per evitare che il sangue sia trasfuso alla persona sbagliata o che sia trasfuso sangue non compatibile, il professionista sanitario deve verificare sempre che:
- cognome e nome del paziente riportati sulla sacca di sangue corrispondano all’identità del soggetto da trasfondere;
- che in cartella siano presenti consenso informato sottoscritto e richiesta;
- il gruppo sanguigno del ricevente sia compatibile con il gruppo sanguigno indicato sull’etichetta della sacca di sangue da trasfondere.
Se le condizioni della persona lo consentono, è comunque opportuno chiederle il nome e il cognome immediatamente prima di effettuare la trasfusione.
Quali sono i rischi di una trasfusione di sangue?
Nella maggior parte dei casi le trasfusioni di sangue non determinano effetti negativi o rischi. In casi rari però si possono verificare:
- reazioni allergiche;
- infezioni virali;
- febbre.
Le reazioni allergiche si possono verificare anche se il sangue del donatore è compatibile con quello del ricevente. I sintomi in genere sono:
- ansia;
- dolore al petto;
- fatica a respirare;
- riduzione della pressione arteriosa;
- nausea.
Se compaiono questi disturbi occorre avvertire immediatamente gli operatori sanitari. Ai primi segni di reazione allergica, infatti, la trasfusione deve essere sospesa e, in funzione della gravità dei sintomi e della condizione, il medico valuterà il trattamento più appropriato.
Le infezioni virali (epatite B o C, HIV) sono molto rare, in quanto la normativa attuale regola in modo molto preciso e accurato la scelta dei donatori, riducendo quindi notevolmente i rischi di infezione virale nelle persone riceventi.
La febbre è la conseguenza più frequente delle trasfusioni; va trattata con un comune antipiretico come nelle comuni manifestazioni febbrili, ma deve essere sempre valutata perché potrebbe essere espressione di una reazione da incompatibilità.
E’ VERO CHE UNA TRASFUSIONE DI SANGUE PUÒ CAUSARE UNO SHOCK?
VERO. A causa di un errore, può essere trasfusa una sacca di sangue non compatibile. Come visto sopra, ci sono procedure stringenti per evitare che capiti una situazione del genere, ma non è possibile azzerare completamente la possibilità di errore. La gravità della reazione dipende dal grado di incompatibilità, dalla quantità di sangue somministrato, dalla velocità di somministrazione e dallo stato funzionale dei reni, del fegato e del cuore. La fase acuta di solito si sviluppa in un’ora dall’inizio della trasfusione, ma può verificarsi tardivamente. La persona può sentirsi male, avere difficoltà respiratoria, febbre e brividi, arrossamento al volto e forte dolore soprattutto nella regione lombare. Si può avere un vero e proprio shock, con polso debole e frequente, cute fredda e sudata, dispnea, caduta della pressione arteriosa, nausea e vomito. E’ fondamentale interrompere immediatamente la trasfusione e porre in atto le terapie d’urgenza indispensabili in questi casi.
E’ VERO CHE AL GIORNO D’OGGI IL RISCHIO DI INFEZIONE VIRALE DA TRASFUSIONI È BASSO?
VERO. Secondo la normativa attuale, i donatori sono valutati in base alla storia clinica, per cui vengono esclusi tutti quelli non adeguati. Inoltre su ogni unità di sangue raccolta sono effettuati alcuni test di laboratorio per escludere la presenza di infezioni (AIDS, epatite B, epatite C, sifilide).
Come si deve fare per donare il sangue?
Per diventare donatori di sangue ci si può recare presso una sede o un centro di raccolta Avis o il Servizio trasfusionale dell’ospedale della propria città.
Prima di donare il sangue viene valutato, tramite un colloquio con il medico, se si è idonei. Dopo la visita medica viene effettuato il prelievo del sangue necessario per eseguire gli esami di laboratorio prescritti per accertare l’idoneità alla donazione.
Accertata l’idoneità, il nuovo donatore viene invitato a effettuare la prima donazione.
Il mattino del prelievo è preferibile essere a digiuno o aver fatto una colazione leggera a base di frutta fresca o spremute, tè o caffè poco zuccherati, pane non condito o altri carboidrati semplici. Le donne che hanno in corso la terapia anticoncezionale non devono sospenderne l’assunzione quotidiana.
E’ VERO CHE PRIMA DI OGNI DONAZIONE VIENE EFFETTUATA UNA VALUTAZIONE CLINICA DEL DONATORE?
VERO. Prima di ogni donazione il medico controlla il battito cardiaco, la pressione arteriosa e la concentrazione di emoglobina, quindi fa una serie di domande al donatore per accertare che non vi siano condizioni che rendano la donazione controindicata (per esempio comportamenti a rischio).
Se il donatore è idoneo gli verrà chiesto di firmare il consenso alla donazione.
E’ VERO CHE GLI UOMINI POSSONO DONARE IL SANGUE OGNI MESE?
FALSO. L’intervallo minimo tra una donazione di sangue intero e l’altra è di 90 giorni.
Di norma, quindi, gli uomini possono donare sangue intero 4 volte l’anno, mentre le donne 2 volte l’anno. Le donne non possono donare sangue durante le mestruazioni o la gravidanza, e per un anno dopo il parto.
E’ VERO CHE UNA PERSONA TROPPO MAGRA NON PUÒ DONARE SANGUE?
VERO. Chi pesa meno di 50 kg non può donare sangue. Gli altri limiti sono l’età (si può donare sangue tra i 18 e i 65 anni di età) e il fatto che il medico non ritenga la persona idonea alla donazione.
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