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08/07/12

Terapia infusionale con accesso venoso periferico, complicanze

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Terapia infusionale con accesso venoso periferico, complicanze


Quando posizioniamo un ago cannula per una terapia in fusionale sappiamo a priori che compariranno delle complicanze, immediate o tardive, questo è un dato di fatto e il paziente è il primo che ci può segnalare la complicanza e deve essere consapevole che il suo aiuto è importante.
La terapia infusionale è la pratica più diffusa ed importante in ospedale, in quanto consente di curare in modo efficace moltissimi pazienti, facciamo terapia infusionale o endovenosa per somministrare farmaci o soluzioni.
Sappiamo che compariranno delle complicanze vediamo se riesco ad elencarle tutte...
Premessa
posizioniamo l'ago cannula e come ricorda questa vecchia immagine di una linea guida degli anni 90 è necessario rispettare la massima asepsi, massima pulizia delle mani, disinfezione della cute, rispetto della sterilita dei raccordi (lavorare rispettando l'asepsi) e gestire l'ago cannula con il concetto del circuito chiuso, ovvero solo materiali sterili vengono a contatto fra di loro e con gli elementi del circuito infusionale.
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Quindi abbiamo posizionato l'ago cannula.
Cosa possiamo osservare che non va?
Complicanze immediate o tardive è una questione di tempo.
Le complicanze immediate sono spesso meccaniche, ovvero dovute a problemi della linea di infusione, in rarissimi casi possono essere biologiche dovute ad una reazione della vena che si irrita ed abbiamo una flebite.
Complicanze meccaniche:
-in prossimità della cannula c'è un gonfiore, siamo fuori vena,
-l'infusione inizia e dopo poco si ferma, potrebbe essere dovuto alla chiusura del filtro dell'aria del gocciolatore, molti filtri hanno un tappino (rosso) che si può chiudere accidentalmente, nelle flebo in vetro la sua chiusura provoca una pressione negativa (il vuoto) e quindi si chiude, basta riaprire il tappino,
-refluisce il sangue nel deflussore, per il motivo sopra si crea una pressione negativa nella flebo, il paziente muove il braccio riducendo l'altezza fra flebo e braccio quindi il sangue refluisce più velocemente causando preoccupazione nel paziente, si riapre il tappino o si controlla che l'aria passi attraverso il filtro nella flebo e il sangue rientra.
La chiusura o il non funzionamento del filtro si può avere anche a causa di flebo sotto pressione positiva, preparazioni a cui non è stata tolta l'aria dopo che sono stati inseriti farmaci o soluzioni e quando si raccorda il gocciolatore il filtro si bagna e perde la sua funzione, questa situazione può accadere in qualsiasi momento.
refluisce il sangue nel deflussore, ma il filtro dell'aria è aperto, se abbiamo forato nella piega del braccio è necessario controllare di non aver forato l'arteria, in questo caso si chiude la flebo si rimuove l'ago cannula e si fa una buona compressione a mano per alcuni minuti, non fidarsi di batuffoli più o meno grossi, si controlla a distanza di 10-20 minuti e 1 ora.
Nell'immediato è quasi impossibile osservare delle complicanze biologiche dovute a flebite.
La flebite può essere dovuta ai microrganismi e l'immagine ne riporta tutti i possibili punti di ingresso.
Premessa la pelle e le mani sono i due contenitori di microrganismi per eccellenza, visto che i dispositivi che utilizziamo sono sterili.
La pelle ha una sua flora batterica e quindi una buona disinfezione dovrebbe ridurla, le nostre mani debbono essere lavate bene i guanti sono un dispositivo importante per la nostra protezione ma non quella del paziente, dato che non sono sterili e provengono da contenitori toccati da tutti.
Ridotti i microrganismi dalle nostre mani e dalla pelle, se abbiamo l'inquinamento della cannula questa è un treno che porta i microrganismi nella vena, l'inquinamento dei raccordi fa entrare i microrganismi dal lume interno della cannula come il traforo di una montagna sarà un accesso continuo.
Ricordiamoci che lavorare in asepsi significa non introdurre microrganismi ma anche altre sostanze che inducano reazioni settiche.
Flebite, se la complicanza è localizzata in prossimità della cannula potrebbe essere dovuta a:
- reazione allergica, in 22 anni ho visto 1 persona un quarantenne che con un sistema venoso mai utilizzato in precedenza una volta posizionata l'ago cannula, dopo 6-10 ore aveva una flebite, dopo 2 giorni era stato usato tutto il suo patrimonio venoso e quindi è stato posizionato 1 cvc.
-posizionamento senza rispetto dell'asepsi, si rimuove il cvp e si sorveglia,
-attrito o frizione, la cannula è nella piega del braccio nel dorso della mano e il paziente si muove molto, si rimuove il cvp, ingresso di microrganismi dalla cute, o irritazione della vena per sfregamento.
-medicazione bagnata, i microrganismi proliferano, aumentano e si diffondono meglio, sostituire la medicazione, informare ed educare il paziente.
-ingresso di microrganismi dal lume con le soluzioni infuse, avviene per mancanza del rispetto dell'asepsi nel maneggiare i raccordi, ricordiamoci che è una questione di millimetri e che mettere a contatto una superficie non sterile con il nostro deflussore comporta l'inquinamento del circuito.
I fattori scatenanti la flebite possono essere uno o tutti concomitanti, difficile distinguerli, la rimozione dell'ago cannula interrompe la crescita della flebite, lasciare in sede l'ago cannula deve essere motivato bene dato che la flebite progredisce e si ha una cellulite con colonizzazione batterica che può richiedere l'intervento del medico.
Flebiti lungo la vena,
-possono essere dovute alle soluzioni infuse, se ipertoniche irritano le vene, che diventano più sensibili alla proliferazione dei microrganismi, la rimozione del cvp fa ridurre la flebite.
-cellulite migrante, situazione settica grave, è necessaria una terapia medica.
Altre complicanze meccaniche:
-inginocchiamento dell'ago cannula, capita fra cono e cannula oppure a z nella cannula, nel primo caso una leggera trazione indietro risolve, nel secondo si rimuove il cvp.
- presenza di aria nel deflussore, se sono presenti 20 cm di aria nel deflussore l'infusione si arresta dato che c'è una riduzione della pressione perché l'aria si comprime.
Esiti delle complicanze
Le complicanze meccaniche non lasciano esiti al massimo il riposizionamento del cvp.
Le flebiti lasciano un indurimento delle vene importante, se la vena interessata è una della cubitale mediana, la piega del braccio, può essere molto dolorosa, se la flebite è nella brachiale o cefalica, (bicipite) si riducono le possibilità di un futuro utilizzo per bypass.
Quindi se possibile non utilizzare le vene del bicipite o degli arti inferiori.
Questo elenco più o meno organizzato di complicanze vuole essere un punto di partenza per la discussione e sotto potete aggiungere altre idee o suggerimenti.
FONTE: http://www.infermieriattivi.it/portale/

Tag: curare,farmaci,soluzioni
 

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