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10/01/12

La violenza verso gli operatori del Pronto soccorso

La violenza verso gli operatori del Pronto soccorso

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Durante il proprio servizio, gli operatori sanitari sono esposti a numerosi fattori dannosi sia per la salute che per la sicurezza. Tra questi assume particolare rilevanza il rischio di affrontare un'esperienza di violenza che può consistere in aggressione o altro evento criminoso tale da portare a lesioni personali importanti o al decesso.


Il National institute of occupational safety and health (Niosh) definisce la violenza sul posto di lavoro come ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica sul posto di lavoro. Una stima del Bureau of labor statistics statunitense indica per gli operatori ospedalieri un tasso di incidenza di aggressione non mortale pari a 9,3/10.000, contro un valore di 2/10.000 nei lavoratori delle industrie del settore privato.
Gli episodi di violenza verso gli operatori sanitari possono essere considerati degli eventi sentinella: si tratta infatti di segnali indicativi di situazioni di rischio o di vulnerabilità che richiedono l’adozione di opportune misure di prevenzione e protezione dei lavoratori.

Conclusioni
Le aggressioni da parte dei pazienti, dei loro parenti e/o accompagnatori sono messe in atto solo in qualche caso da soggetti con alterate condizioni psichiche (etilismo acuto, turbe psichiatriche, etc.); nella maggior parte dei casi, invece, l’aggressione rappresenta l’acme di una situazione di conflitto e tensione, indicativa di un più complessivo quadro di malessere delle persone e d’inadeguatezza dell’organizzazione.
L’infermiere di triage rappresenta il primo momento di interfaccia tra l’utente, che non sempre riesce a valutare adeguatamente l’entità del suo problema, e il servizio, che questo problema deve prendere in carico, se non risolvere. Ciò può provocare nel paziente e nei suoi accompagnatori un atteggiamento contrattualità, che da un lato coglie correttamente la funzione di gatekeeper svolta dall’infermiere addetto al triage, dall’altro lo porta ad ottenere/strappare il massimo, ovvero l’accesso subitaneo all’iter diagnostico-terapeutico. Da questo può derivare una frustrazione per il mancato riconoscimento della serietà/gravità della propria situazione, che può trasformarsi in ostilità verso gli operatori. Nel valutare l’effetto delle aggressioni, va ricordato che quelle verbali possono assumere toni di grande violenza e sono assai più frequenti di quelle fisiche.
Quanto finora esposto evidenzia che il team del
Pronto soccorso
è esposto ad aggressioni sia fisiche che verbali; lo scarso numero di segnalazioni dipende principalmente dalla disinformazione sulle procedure. Pertanto l’informazione e la formazione del personale al riguardo risultano un aspetto cruciale.

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                                        Pronto Soccorso:

                            il fenomeno della violenza e delle

                    aggressioni agli operatori, procedure per

                               ridurre e prevenire gli infortuni

                              

 

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