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28/10/11

Sicurezza dei pazienti e gestione del rischio clinico






    Sicurezza dei pazienti e gestione del rischio clinico:

Il sistema sanitario è un sistema complesso in cui interagiscono molteplici fattori, eterogenei e

dinamici, tra cui si citano la pluralità delle prestazioni sanitarie, delle competenze specialistiche e

dei ruoli professionali, tecnico-sanitari ed economico-amministrativi e l’eterogeneità dei processi e

dei risultati da conseguire. Tutti gli elementi del sistema devono integrarsi e coordinarsi, per

rispondere ai bisogni assistenziali del paziente ed assicurargli la miglior cura possibile.

Come in altri sistemi complessi, quali l’aviazione, le centrali nucleari o i sistemi di difesa militare,

anche in ambito sanitario possono verificarsi incidenti ed errori.


Per molti anni si è tentato di trasferire in sanità le procedure di sicurezza progettate per gli altri

settori, ma al contrario di essi, caratterizzati da una impronta prevalentemente “meccanicistica”, in

quello sanitario prevale il “fattore umano”, nel contempo risorsa e criticità. Infatti, se da una parte

l’adattabilità dei comportamenti, la dinamicità e la complessità delle relazioni interpersonali sono

prerogative fondamentali delle risorse umane all’interno del sistema, esse costituiscono, nello stesso

tempo, un fattore critico, perché le dinamiche di lavoro sono complesse, la “performance”

individuale variabile e, soprattutto, i risultati dei processi non sempre sono prevedibili e

riproducibili.

Vanno pertanto progettati specifici modelli di controllo del rischio clinico, con l’obiettivo di

prevenire il verificarsi di un errore e, qualora questo accada, contenerne le conseguenze. Spesso la

possibilità che si verifichi un evento avverso dipende dalla presenza, nel sistema, di “insufficienze

latenti”, ovvero insufficienze o errori di progettazione, organizzazione e controllo, che restano

silenti nel sistema, finché un fattore scatenante non li rende manifesti in tutta la loro potenzialità,

causando danni più o meno gravi. Infatti, è per lo più individuabile, come causa diretta e immediata

di un evento avverso, una “insufficienza attiva”, un errore umano, una procedura non rispettata, una

distrazione o un incidente di percorso che ha direttamente consentito il verificarsi dell’evento

stesso. Tuttavia l’individuazione dell’errore “attivo” non esonera dalla ricerca degli errori “latenti”,

perché sono le insufficienze del sistema che devono essere rimosse se si vuole raggiungere un

efficace controllo del rischio, ovvero ridurre la probabilità che si verifichi un errore (attività di

prevenzione) e contenere le conseguenze dannose degli errori comunque verificatisi (attività di

protezione).

Le politiche di gestione del rischio, volte sia alla prevenzione degli errori evitabili che al

contenimento dei loro possibili effetti dannosi, e, quindi, in ultima analisi, alla garanzia della

sicurezza dei pazienti, costituiscono il sistema di gestione del rischio clinico (Clinical Risk

Management).
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