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29/03/11

SINDROME DI ANGELMAN

SINDROME DI ANGELMAN
Nome inglese: ANGELMAN SYNDROME; AS
Frequenza: circa 1 /20000.
Che cos’è la S. di Angelman?
Si tratta di una sindrome di origine genetica caratterizzata da ritardo mentale e un comportamento tipico, con riso eccessivo ed immotivato, ipereccitabilità, iperattività, scarsa attenzione.
La prima descrizione della sindrome risale al 1965, quando il pediatra inglese Harry Angelman descrisse tre bambini con ritardo psico-intellettivo, crisi convulsive, atassia con movimenti a scatto, assenza di linguaggio e una postura simile, che ricordava quello di una bambolina sorridente ("happy puppet").
Quali sono i sintomi della S. di Angelman?
Le caratteristiche principali della sindrome di Angelman sono un grave ritardo psicomotorio, l’assenza di linguaggio o utilizzo di poche parole, problemi di equilibrio e movimenti scoordinati (atassia) con tremore agli arti. Un’altra caratteristica è la tendenza a ridere in modo eccessivo e senza motivo, ipereccitabilità, iperattività, scarsa attenzione. Queste caratteristiche accomunano tutte le persone affette dalla sindrome.
Altri tratti frequenti (presenti in più dell’ 80% dei pazienti) sono la microcefalia (testa piccola rispetto al resto del corpo) che si rende evidente dopo i 2 anni di vita e la presenza di crisi convulsive che insorgono entro i 3 anni. Frequenti sono anche i disturbi del sonno.
I bambini tendono a nascere più piccoli del normale, hanno frequentemente problemi di alimentazione, con difficoltà di suzione o rigurgito, e alcuni di essi soffrono più facilmente di infezioni delle vie aeree (tonsilliti, faringiti, bronchiti etc..). La scoliosi può essere un problema negli adulti.
Quali sono le cause genetiche della S. di Angelman?
Per comprendere le cause genetiche della sindrome di Angelman bisogna ricordare che ognuno di noi possiede 46 coppie di cromosomi; di ogni coppia di cromosomi, uno proviene dalla madre e uno dal padre. La sindrome di Angelman è causata dall’assenza di una porzione del cromosoma 15 (porzione contrassegnata come 15q11-q13). Molte altre malattie genetiche sono causate dall’assenza di regioni più o meno grandi appartenenti ai diversi cromosomi, ma il caso della s. di Angelman è piuttosto particolare: la malattia infatti si osserva solo nelle persone in cui è la mancanza riguarda il cromosoma 15 di origine materna.
A causa di un complesso meccanismo biologico chiamato imprinting, i geni contenuti in questa porzione del cromosoma 15 sono funzionanti solo nel cromosoma materno, e sono "spenti "in quello paterno. Curiosamente, la perdita della stessa porzione del cromosoma 15, ma proveniente dal padre invece che dalla madre, causa la Sindrome di Prade-Willi, una malattia completamente diversa dalla S. di Angelman.
Le cause genetiche della S. di Angelman sono sostanzialmente:
- Delezione (mancanza) della regione 15q11-q13. E¿ la causa più frequente della malattia (50-75% dei casi). Il cromosoma che presenta la delezione, nella S. di Angelman è sempre quello di origine materna.
- Disomia uni parentale. (circa 2-4% dei casi).Per dei complessi motivi biologici è possibile che entrambi i cromosomi 15 siano di origine paterna. Questo fenomeno si chiama disomia uni parentale. Disomia in dica che il numero di cromosomi 15 è normale (=2) ma che entrambe le copie provengono da un solo genitore. In questo caso i pazienti hanno un numero normale di cromosomi e una quantità normale di geni, ma è come se mancassero dei geni presenti nella regione 15q11-q13, quelli che sono attivi solo sul cromosoma 15 di origine materna
- Mutazioni del centro di imprinting. Questo terzo gruppo di pazienti sono molto rari. In questi casi l’ alterazione è localizzata nella stessa regione del cromosoma 15 ma è più sottile e coinvolge esclusivamente un piccolo frammento, chiamato centro dell’imprinting, che regola l’espressione dei geni circostanti. Quando il centro dell’imprinting è mutato , i geni che dovrebbero essere espressi dal cromosoma materno non lo sono più, con un effetto finale analogo a quello della delezione o della disomia uni parentale.
- Mutazioni del gene UBE3A. Recentemente è stato individuato un gene chiamato UBE3A che presenta mutazioni in alcune persone affette in cui siano state escluse la presenza di delezione cromosomica e la disomia uni parentale paterna.
Come fa il medico a diagnosticare la S. di Angelman?
La diagnosi si basa essenzialmente sulle caratteristiche cliniche, sono poi disponibili test genetici in grado di individuare il tipo di alterazione genetica responsabile della malattia, descritti sopra.
Esiste tuttavia un’ alta percentuale di pazienti in cui le tecniche attuali non sono in grado di riscontrare alcuna anomalia e la diagnosi può essere posta e confermata soltanto su base clinica.
Esiste una terapia per la S. di Angelman?
Non esiste attualmente un trattamento in grado di guarire le persone affette dalla S. di Angelman. Esistono però una serie importanti di misure riabilitative che possono risultare utili per il linguaggio, la motricità e il comportamento. E anche importante il controllo di eventuali complicanze mediche, in particolare dei problemi gastrointestinali ed otorinolaringoiatrici nei primi anni di vita ed ortopedici ed oculistici in seguito.
Qual è il rischio di ricorrenza familiare della S. di Angelman?
Il rischio di ricorrenza varia a seconda del meccanismo responsabile della . Per questo, i genitori di bambini malati che desiderano sapere qual è il rischio di avere un altro figlio affetto dalla Sindrome devono rivolgersi ad un consulente genetico.
Bibliografia
- Vinai F, Beghi E et al. Serve of prevalente, clinical and genetic aspects of Angelman syndrome in seven local health districts of Italy Epilepsy, 1995 Vol. 36 Suppl 3: 52
- Williams CA et al. Angelman syndrome: consensus for diagnostic criteria Am J Med Genet 56:237-238
- Clayton-Smith J and Pembrey M Angelman syndrome J Med Genet 1992 29:412-415
ATTENZIONE Per ulteriori informazioni rivolgersi al proprio medico. Le informazioni fornite su questo BLOG sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo, e non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari.

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