COSA E’ L’ORDINE DI SERVIZIO?
Un ordine di servizio è uno strumento utilizzato dalla Pubblica Amministrazione per richiedere una prestazione lavorativa in maniera coattiva; ovvero è un’ingiunzione al dipendente di violare le norme contrattuali. È bene ricordare che in giurisprudenza non esistono, se non in determinate situazioni, comunicazioni orali ma per la tutela del dipendente e dell’azienda stessa occorre che queste siano scritte.
Può succedere che per sopperire ad un servizio pubblico risulti necessario intimare ad un dipendente l’inizio o il proseguo di un’attività. Quando? Poniamo il caso che un dipendente abbia concluso il turno di lavoro ma la persona che deve prendere il suo posto non si presenta. La direzione aziendale dopo aver constatato l’impossibilità a coprire la funzione con un’altra persona potrebbe intimare il proseguo dell’attività lavorativa allo stesso dipendente.
Lo strumento utilizzato per chiedere questa prestazione extra è appunto l’ordine di servizio.
Vediamo quali sono le caratteristiche dell’ordine di servizio. Per prima cosa, da un punto di vista giuridico-contrattuale, nel campo della sanità il riferimento agli ordini di servizio è contenuto nell’articolo 28 lettera h, del CCNL della Sanità del 1 settembre 1995, modificato dall’articolo 11 del 19 Aprile 2004.
L’ordine di servizio deve pervenire per tempo, vale a dire con sufficiente anticipo. Questo comporta che il dipendente non è tenuto ad essere reperibile presso la propria abitazione (altrimenti dovrebbe essere corrisposta al dipendente un’indennità di pronta disponibilità).
L’ordine di servizio deve essere motivato. La ragione di questa disciplina è che la motivazione ne garantisce la liceità. Inoltre deve essere firmato; in questo modo l’ente che emette l’ordine ne assume piena responsabilità.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la presenza della data e dell’oggetto, o la prestazione lavorativa per cui l’ordine risulta impartito con la modalità di svolgimento.
Deve poi contenere la durata della prestazione e identificare in maniera univoca il destinatario a cui risulta essere riferito.
Ad ogni modo, si consideri che un uso eccessivo dell’ordine di servizio può configurare, a lungo andare, una situazione di mobbing (sopratutto se tali ordini sono impartiti ad una sola persona) e quindi perseguibile. Infine, si può disattendere se implica un illecito amministrativo o un reato punito dal codice penale.
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