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01/02/11

SCUOLA E DIABETE

                                        SCUOLA E DIABETE
                                   PERCORSO DEDICATO AL DIRIGENTE SCOLASTICO
Come può la scuola collaborare al processo di autonomia?
La scuola ha un ruolo molto importante nello sviluppo del processo di autonomia dell’alunno: sia in generale, sia nei
confronti del diabete. In gioco c’è l’intero sviluppo dell’alunno e il suo processo di adattamento al diabete.
La scuola rappresenta l’intero mondo degli adulti e dei coetanei è il mondo ‘esterno’ con il quale il bambino (o il ragazzo) dovrà confrontarsi. La scuola deve accogliere l’alunno con diabete con attenzione ma senza far percepire un atteggiamento di particolare protezione e senza assegnargli privilegi particolari.

Secondo la nostra esperienza la premessa perché la Scuola svolga un ruolo positivo è la conoscenza. Se c’è informa zione, se c’è scambio di conoscenze fra docenti, genitori e medici, la tensione e l’ansia si riducono e si trova il modo
di risolvere e ridimensionare gli eventuali problemi che possono insorgere, dando fducia e sicurezza al bambino.


                         PERCORSO DEDICATO AL PERSONALE DOCENTE
Quali responsabilità mi assumo?
L’insegnante non ha responsabilità medico-sanitarie. Poiché un bambino con diabete di tipo 1 ha le stesse esigenze
generali ed educazionali dei suoi coetanei, le responsabilità degli insegnanti sono le stesse di qualsiasi adulto che si
trovi in presenza di una persona che necessita di aiuto.
L’insegnante ha un vantaggio: riceve infatti indicazioni precise sul comportamento da tenere in caso di ipoglicemia.
Il quadro normativo di riferimento, per la precisione, è quello dell’articolo 2048 del Codice Civile che disciplina
la responsabilità dei precettori e che impone l’obbligo di vigilanza sull’allievo. Una volta conosciuta l’esistenza
della malattia e delle necessità ad essa connesse, risulta difficile non assumersi la responsabilità della sua vigilanza e della protezione da eventuali eventi avversi, secondo il modello di comportamento del cosiddetto pater familias,
cioè secondo criteri di ordinaria e normale diligenza.
Un alunno viene affidato all’istituzione scolastica nella sua interezza, quindi, anche con la sua malattia. Sarebbe
quindi grave non condividere la gestione della malattia, perché i comportamenti omissivi sono altrettanto persegui-
bili di quelli attivi. Pertanto, la domanda non è: “Che responsabilità mi assumo?” quanto, piuttosto: “Cosa accadrebbe se non mi assumessi la responsabilità della sorveglianza e della protezione di questo bambino?”.



                       PERCORSO DEDICATO AL DOCENTE DI EDUCAZIONE FISICA
Un bambino con diabete può fare esercizio fisico come gli altri?
L’esercizio fisico è essenziale, per la salute in generale, e per un buon controllo glicemico.
È dimostrato che lo svolgimento di un’attività fisica regolare è associato a un miglioramento delle glicemie e non
comporta un maggior rischio di ipoglicemie. Inoltre, i benefici dell’attività fisica includono il controllo del peso,
riduzione del rischio cardiovascolare, e un’aumentata sensazione di benessere. Il diabete non deve diventare un fattore limitante nello sport. Prendendo le piccole ma necessarie precauzioni per prevenire eventuali ipo/iper glicemie,

i ragazzi con diabete possono svolgere attività fisiche con serenità.






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