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17/08/12

DISTROFIA TORACICA ASFISSIANTE

clip_image002 DISTROFIA TORACICA ASFISSIANTE
Compresa : CONDRODISTROFIE CONGENITE
Codice esenzione : RNG050

Definizione
La distrofia toracica asfissiante è una sindrome congenita ereditaria che si trasmette come carattere autosomico recessivo, che presenta condrodistrofia della gabbia toracica e che spesso provoca asfissia nella prima parte del periodo neonatale; si presenta associata con difetti delle falangi e della pelvi. (Dorland's Illustrated Medical Dictionary, 29th Edition).
Segni e sintomi
Il quadro clinico è di solito quello di un neonato con il torace molto piccolo, con conseguenti disturbi respiratori, e con variabile brevità degli arti.

Circa la metà di tutti i casi presenta una polidattilia post-assiale. La brevità degli arti è di solito rizomelica, e la condizione può essere confusa con l'acondroplasia, se non per i lineamenti del volto che sono normali. I pazienti spesso muoiono in infanzia per insufficienza respiratoria. Per quelli che sopravvivono, causa comune di morte è l'insufficienza renale cronica. Nel rene sono state trovate alterazioni di tipo cistico, ma con l'evolvere della malattia si ha fibrosi periglomerulare. Il quadro può ricordare la nefronoftisi giovanile.
Anche la cirrosi può essere causa di morbilità precoce (Hudgins et al., 1992).
Wilson et al., (1987) hanno raccolto i casi di sindrome di Jeune con distrofia retinica (si tratta di una associazione già nota).
Singh et al., (1988) hanno descritto quattro pazienti, di cui due fratelli, che avevano la sindrome ed anche un modesto idrocefalo congenito.
(R.M. Winter, M. Baraitser, London Dysmorphology Database, Oxford Medical Databases, 2000).
Comuni manifestazioni di questa malattia sono la displasia scheletrica con torace stretto e allungato, mani e piedi corti, polidattilia, brevità delle ossa lunghe con irregolarità a livello metafisario e malattia renale progressiva.
Altre manifestazioni cliniche sono meno comuni, e comprendono lesioni cistiche del pancreas, anomalie della pigmentazione retinica o degenerazione tapetoretinale e difetti dentari ed ungueali.
(Labrune et al. Jeune syndrome and liver disease: report of three cases treated with ursodeoxycholic acid. Am J Med Genet. 1999 Dec 3;87(4):324-8).
Storia naturale
In lattanti e bambini con questa sindrome è stato descritto il coinvolgimento epatico, che può presentarsi come un ittero neonatale prolungato fino alla prima infanzia oppure come una cirrosi epatica precoce.
Inizialmente, fu ipotizzato che, dopo la normalizzazione, non fosse probabile la ricorrenza di una disfunzione epatica clinicamente evidente in prima o in seconda infanzia.
Invece, la malattia epatica può essere progressiva anche dopo la normalizzazione clinica, e le lesioni istopatologiche possono peggiorare. I marcatori sierici sono stati studiati di rado in tali pazienti, ma un aumento delle transaminasi e/o della gammaGT suggerisce malattia epatica.
È stata descritta proliferazione dei dotti biliari e fibrosi portale associate a sindrome di Jeune, e sono stati documentati due casi di cirrosi precoce.
(Labrune et al. Jeune syndrome and liver disease: report of three cases treated with ursodeoxycholic acid. Am J Med Genet. 1999 Dec 3;87(4):324-8).
Una rara associazione è rappresentata dal riscontro di malattia di Hirschprung con la distrofia toracica asfissiante di Jeune.
(C. Scriver et al., The Metabolic and Molecular Bases of Inherited Disease, Eighth Edition).
Eziologia
La sindrome è trasmessa come un carattere autosomico recessivo. In un paziente è stata descritta una delezione de novo del braccio corto del cromosoma 12, del(12)(p11.21p12.2).
(Nagai et al. Del(12)(p11.21p12.2) associated with an asphyxiating thoracic dystrophy or chondroectodermal dysplasia-like syndrome. Am J Med Genet 1995 Jan 2;55(1):16-8).
La patogenesi dell'interessamento epatico nella sindrome di Jeune è ancora sconosciuta.
(Labrune et al. Jeune syndrome and liver disease: report of three cases treated with ursodeoxycholic acid. Am J Med Genet. 1999 Dec 3;87(4):324-8).
Diagnosi
E' necessaria la conferma radiologica della diagnosi. Le coste sono corte, e le ossa iliache della pelvi sono piccole con irregolarità dell'acetabolo. Nel neonato è tipica l'osservazione dell'ossificazione prematura dell'epifisi capitale del femore.
(R.M. Winter, M. Baraitser, London Dysmorphology Database, Oxford Medical Databases, 2000).
Terapia
L'espansione tramite toracoplastica probabilmente dovrebbe essere riservata ai bambini che sopravvivono al primo anno di vita senza interventi di chirurgia maggiore.
(Aronson et al Homologous bone graft for expansion thoracoplasty in Jeune's asphyxiating thoracic dystrophy.. J Pediatr Surg 1999 Mar;34(3):500-3).
Le convenzionali tecniche chirurgiche di espansione del diametro della gabbia toracica tramite sternotomia e l'inserzione di una protesi metallica per la stabilità della parete anteriore, di solito forniscono a questi pazienti il tempo necessario per la crescita della gabbia toracica. Tuttavia, alcuni dei casi più gravi possono necessitare di un intervento in due stadi.
Perciò, la gestione dovrebbe essere diretta a risolvere i problemi ventilatori immediati e a minimizzare i danni polmonari secondari causati dal supporto ventilatorio prolungato.
(Sharoni et al. Chest reconstruction in asphyxiating thoracic dystrophy. J Pediatr Surg 1998 Oct;33(10):1578-81).
La prognosi, per quanto riguarda la malattia epatica, è scarsa. Ciononostante, la somministrazione di acido ursodesossicolico sembra controllare la progressione della disfunzione epatica, come è già stato descritto per i bambini con colestasi intraepatica progressiva familiare.
I pazienti con sindrome di Jeune dovrebbero essere regolarmente seguiti con particolare attenzione alla funzione epatica, compreso il dosaggio degli acidi biliari sierici.
Riscontri anomali dovrebbero portare ad indagini più specialistiche e ad un precoce trattamento con acido ursodesossicolico, che può arrestare, o perlomeno controllare, la progressione del danno epatico.
(Labrune et al. Jeune syndrome and liver disease: report of three cases treated with ursodeoxycholic acid. Am J Med Genet. 1999 Dec 3;87(4):324-8).
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