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14/03/12

SINDROME DI OGUCHI

                         SINDROME DI OGUCHI
Codice esenzione : RF0260

Definizione
La malattia di Oguchi (M O), descritta per la prima volta da Chuta Oguchi nel 1907 (1) è una rara forma autosomica recessiva, caratterizzata da una congenita cecità notturna stabile e da una unica anomalia retinica sia morfologica che funzionale. I pazienti presentano una cecità notturna non progressiva fin da giovani bambini, con una normale capacità visiva diurna, ma spesso richiedono un progressivo miglioramento di sensibilità alla luce dopo che sono rimasti a lungo al buio. Lo studio di adattamento al buio dimostra che soglie dei bastoncelli retinici molto elevate decrescono solo varie ore dopo portando, quindi, ad un recupero al livello normale o vicino al normale.

Segni e sintomi
Durante il normale adattamento al buio, la sensibilità dell’apparato visivo aumenta lentamente con il sistema dei bastoncelli che diventano considerevolmente più sensibili rispetto ai coni. L'adattamento completo dei bastoncelli e dei coni diviene completo rispettivamente dopo 10 e 30 minuti dopo introduzione in un ambiente buio. Nella malattia di oguchi, l’adattamento dei coni appare procedere normalmente, mentre la soglia dei bastoncelli può richiedere parecchie ore a scendere ai livelli normali (2-3). I pazienti con M O mostrano un atteggiamento di terrore al buio. Un approfondito questionario rivela lemeralopia.L’esame clinico di questi pazienti (acuità visiva, campo visivo di Goldman e visione colorata) risultano normali. L’esame del fondo oculare mostra un coloremarron-oro, grigiastro, quasi uno scolorimento giallo-grigiastro nella zona periferica; questa anomalia scompare dopo prolungato adattamento al buio (è chiamato fenomeno di Mizuo-Nakamura) (4). I pazienti di solito sostengono un miglioramento alla sensibilità luminosa quando si adattano alla condizione di oscurità ed anche l’elettroretinografia ritorna normale dopo 3-4 ore di adattamento (5).I pazienti con M O sono stati divisi in 2 gruppi in rapporto al tipo di anomalia di adattamento all’oscurità: Nel tipo I, l’adattamento dei bastoncelli è marcatamente ridotto; il completo recupero della sensibilità necessita di alcune ore e la soglia assoluta è normale o leggermente aumentata. Nel tipo II non è riconoscibile un adattamento dei bastoncelli; l'aspetto anomalo della retina è meno marcato e il fenomeno di Mizuo può essere assente (6).La malattia retinica in una famiglia pachistana, causata da una nuova delezione includendo Exon3 del gene GRK1, presenta alcuni aspetti differenti dalla forma tipica di M O: un fenomeno atipico di mizuo-Nakazuma e un elettroretinogramma dei bastoncelli non misurabile dopo 4 ore di adattamento al buio. La normalità dell’acuità visiva, del calibro dei vasi retinici e della risposta dell’elettroretinogramma dei coni, suggeriscono che la disfunzione retinica preceda l’eventuale degenerazione (5).
Storia naturale
La malattia di Oguchi, scoperta per la prima volta in individui giapponesi (1), è stata riscontrata occasionalmente anche in soggetti europei e americani (7). Nella popolazione giapponese un considerevole numero di pazienti presenta varie mutazioni del gene GRK1, provocando variazioni fenotipiche della malattia fra i vari soggetti affetti (8).Nella forma tipica di M O, la prognosi riguardo alla vista diurna è buona in assenza di progressione clinica., ma gli oftalmologi sanno che la M O, anche se catalogata come una forma stazionaria, può portare ad una riduzione dell’acuità visiva ed a un restringimento del campo visivo, specialmente in pazienti anziani. Gli sforzi per trovare una terapia per queste malattie sono concentrate proprio su queste forme più severe (9).
Eziologia
La malattia di Oguchi è una forma autosomica recessiva. Sono state riscontrate varie mutazioni che causano tale malattia, che includono mutazioni nel gene della rodopsina chinasi o dell’arrestina.Molti studi suggeriscono che l’antigene S della proteina 48kD (conosciuta come arrestino) può essere coinvolta nella trasduzione ‘oflight’ della fase di recupero; è stato, infatti, ipotizzato che l’antigene S si leghi e, così, attenui la rodopsina fosforilata attivata. Il legame dell’antigene S sembra stabilizzare la rodopsina fosforilata attivata e così ritarda la rigenerazione di rodopsina nativa. L’arretsina è, quindi, responsabile del metabolismo della rodopsina-chinasi, enzima che causa la ripolarizzazione dei bastoncelli dopo prolungata esposizione alla luce (3-10-11). Studi fitogenici e di connessione hanno permesso di localizzare il gene dell’antigene S (SAG) sul cromosoma 2q37 (12). Vi è un altrogene responsabile della M O: il recettore chinasi 1 accoppiato alla proteina G (GRK1; MIM, 180381). In uno studio europeo, tutti i pazienti presentavano mutazioni GRK1, mentre la maggioranza dei Giapponesi presentavano il gene SAG come causa della malattia e solo sporadicamente sono state riportate mutazioni di GRK1.
Diagnosi
La diagnosi della malattia di oguchi si basa sulla emeralopia e sul riscontro del fenomeno di Mizuo-nakamura., che è il tipico segno di questa, dove si possono osservare specifiche variazioni del fondo dell’occhio, diffuse o frammentarie di lucentezza metallica grigio-argento o giallo-oro con i vasi retinici che risaltano sullo sfondo. Un prolungato adattamento all’oscurità di 3 ore o più provoca la scomparsa di queste variazioni (6).L’adatttometro al buio evidenzia che l’adattamento è ritardato, tipica alterazione di questa malattia. L’elettroretinogramma a tutto campo con forte bagliore (ERGs) presenta una forma negativa (rapporto b/a < 1) che è altresì tipico della M O, perché l'onda a ha un'ampiezza normale ma l'onda b è marcatamente ridotta o assente. Sia l’ERGs scotopico che fotopico sono ridotti (13). In questa malattia vi è, invece, normale acuità visiva, normale calibro dei vasi retinici e normale risposta dei coni all’elettroretinogramma (4). La fluorescinoangiografia mostra variazioni microarchitetturali (6).La tomografia ottica (OCT) dà immagini degli strati esterni della retina dopo prolungato adattamento all’oscurità tipici della M O. L’assenza delle linee IS/OS nelle regioni extramaculari in condizioni di adattamento parziale all’oscurità è molto probabilmente dovuta al difetto dei fotorecettori dei bastoncelli di questa area. La comparsa delle linee IS/OS dopo prolungato adattamento al buio permette di ipotizzare che le alterazioni microstrutturali avvengano nei fotorecettori e che queste variazioni possono essere correlate con un miglioramento della funzione dei bastoncelli (13).Nella M O può essere fatto uno scan del menoma; nello studio di Zhang e Coll. la sequenza della PCR dideossinucleotide ciclica è stata usata per selezionare i geni candidati all’interno nelle regioni di legame o per definire le delazioni. Due forme di PCR (multiplex e modello allungato) sono state usate per determinare le delezioni e definire la sede delle deiezioni stesse (4).
Terapia
Al momento non esiste alcuna terapia specifica per la sindrome di Oguchi
Bibliografia
1) Oguchi C. Ueber eine abart von hemeralopsie. Acta Soc. Jap. 1907:11:123-342) Carr RE, Ripps H. Rhodopsin kinetics and rod adaptation in Oguchi's disease. Invest Ophthalmol 1is Sci 1967;6:426-363) Maw MA, John S, Jablonka S, et Al. Oguchi disease: suggestion of linkage to markers on chromosome 2q. J. Med. Genet. 1995;32:396-984) Yamamoto S, Sippel KC, Berson EL et Al. Defects in the rhodopsin kinase gene in the Oguchi form of stationary night blindness. Nat. Genet. 1997;15:175-78 5) Zhang Q, Zulfiqar F, Riazzudin SA et Al. A variant form of Oguchi disease mapped to 13q34 associated with partial deletion of GRK1 gene. Mol. Vision 2005;11:977-856) Boissonnot M, Robert MF, Gilbert-Dussardier B et Al. Syndrome d¿Oguchi ou cécité nocturne congénitale stationnaire: à propos d¿un cas. J. Franc. Ophtalmol. 2007 ;30(1):e2-47) Krill AE, Martn D. Photopic abnormalities in congenital stationary night blindness. Invest. Ophtalmol. 1971;10:211-128) Oishi A, Akimoto M, Kawagoen N et Al. Novel mutations in the GRK1 gene in Japanese patients with Oguchi disease. Am. J. Ophthalmol. 2007;144(3):475-779) Dryja-TP. Molecular genetics of Oguchi disease, fundus albipunctatus, and other forms of stationary night blindness: LVII Edward Jackson Memorial Lecture. Am. J. Ophthalmol. 2000;130(5):547-6310) Palczewski K, Rispoli G, Detwiler PB. The influence of arrestin (48K protein) and rhodopsin kinase on visual transduction. Neuron 1992;8:117-26.11) Khani S, Nielsen L, Vogt T. Biochemical evidence for pathogenicity of rhodopsin kinase mutation correlated with the Oguchi form of congenital blindness. Proc. Natl. Acad.Sci. 1998;95:2824-2712) Valverde D, Bayes M, Martinez I, et Al. Genetic fine localization of the arrestin (S-antigen) gene 4 cM distal from D2S172. Hum Genet 1994;94:193-4.13) Yamada K, Motomura Y, Matsumoto CS et Al.. Optical Coherence Tomographic evaluation of the outer retinal architecture in Oguchi disease. JPN. J. Ophthalmol. 2009;53:449-51.

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