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08/10/11

Dispositivi venosi periferici

clip_image002   Dispositivi venosi periferici

 


INTRODUZIONE
La terapia infusionale consiste nella somministrazione di liquidi, elettroliti, sostanze nutritive e farmacologiche, sangue ed emoderivati, in una vena. Viene utilizzata per pazienti che necessitano di un ulteriore apporto di liquidi e/o sostanze nutritive e terapeutiche sia in condizioni
di routine che di urgenza. Le vene che maggiormente si prestano per l’inserimento di cateterini intravenosi periferici o aghi butterfly sono quelle degli arti superiori: la basilica, la brachiale, le vene dell’avambraccio e della mano. Il loro utilizzo è tuttavia controindicato in arti compromessi (ictus cerebrale, mastectomia, asportazione di linfonodi, fistole arterovenose, o qualsiasi patologia vascolare).


COMPETENZE E RESPONSABILITA’
Il medico è responsabile della prescrizione, l’infermiere è responsabile della somministrazione e gestione della terapia infusionale.


SCELTA DEL SITO DI INSERZIONE
La scelta del sito di inserzione va valutata in base a: - qualità e quantità dei liquidi da infondere - durata della somministrazione - stato delle vene (presenza di ematomi, infiltrazioni, edemi). La scelta degli accessi venosi degli arti inferiori va riservata esclusivamente ai casi in cui non è possibile l'approccio routinario (impossibilità degli accessi agli arti superiori, stato confusionale) e comunque per periodi di breve durata.


SCELTA DEL DISPOSITIVO INTRAVASCOLARE VENOSO
La scelta dei dispositivi intravascolari venosi va effettuata in base a: - situazione anatomica del paziente e caratteristiche della vena - viscosità della soluzione
- durata, tipologia e quantità dei liquidi da infondere. Aghi Butterfly: Sono quelli più comunemente usati; sono in acciaio e sono provvisti di alette laterali fissate allo stelo; hanno un gauge che va da 19 a 25 e viene differenziato dai colori delle alette. Più grande è il numero di gauge più piccolo è il calibro dell’ ago. L’ago butterfly è utilizzato per brevi infusioni (non maggiore alle 12 ore) e nei casi di vene fragili e sottili. Non utilizzarli per le somministrazioni di liquidi e medicamenti che possono causare necrosi tessutale se si verifica uno stravaso. Cateterini venosi periferici: Sono costituiti da un mandrino metallico interno e da un catetere
esterno di diverso materiale: P.V.C., poliuretano, teflon. Essi variano di calibro e di lunghezza e sono distinguibili da un diverso colore. Più il numero è piccolo più il calibro è grosso. Vanno utilizzati principalmente per: - fornire un immediato e più sicuro accesso venoso in situazioni critiche - infusioni intermittenti - infusioni continue di liquidi e /o farmaci (nitroderivati, anticoagulanti, antiaritmici) - emotrasfusioni. Set per infusione: A seconda del tipo di somministrazione che si deve effettuare si hanno a disposizione i seguenti set: - deflussori standard ad una via, di lunghezza che varia da 1 a 2 metri (20 gtt. = 1 ml) - microgocciolatori (3 microgocce = 1 goccia; 60 gocce = 1 ml.) - deflussori a due vie - deflussori schermati per somministrazioni di farmaci fotosensibili - deflussori specifici per nitroderivati - deflussori specifici per sangue ed emoderivati - deflussori per pompe ad infusione - raccordi a 5 o 3 vie - rubinetti a 2/3 vie - dial-a- flow o regolatori di flusso - filtri, se prescritti.
PROCESSO DI LAVORO
- Previa prescrizione medica
- Consenso informato
- Privacy


PREPARAZIONE DELLE SOLUZIONI
Sanificare il piano di lavoro; Lavarsi le mani; Allestire il piano di lavoro con il materiale occorrente; Preparare le soluzioni osservando la regola delle 5 G (giusto paziente, giusto farmaco, giusta dose, giusta ora, giusta via di somministrazione); Evitare la diffusione dei farmaci nell’ ambiente (in particolare antibiotici
e antiblastici); Utilizzare una singola siringa per ogni farmaco che deve essere introdotto nell’apposito flacone o sacca; Completare la preparazione della terapia infusionale di un paziente prima di iniziare quella relativa al paziente successivo. Applicare sul flacone un’etichetta con: - nome e cognome del paziente - nome commerciale del farmaco - dosaggio del farmaco - ora di preparazione della soluzione da infondere - sequenza infusionale dei flaconi. Applicare asetticamente il deflussore al primo flacone da infondere. Utilizzare l’apposito supporto per le sacche
Proteggere il tappo dei flaconi successivi con un batuffolo imbevuto di disinfettante e fermato con cerotto. N.B. * Le soluzioni da infondere attraverso i dispositivi intravenosi
vanno somministrate indicativamente entro 6 ore dal momento
della preparazione (dopo le sei ore non si possono controllare le interazioni dei farmaci, aumenta il rischio di contaminazione della soluzione ed un eventuale decadimento della attività farmacologica della soluzione stessa). * Alcuni farmaci veicolati attraverso fleboclisi e comunque tutta la terapia endovenosa diretta vanno ricomposti e allestiti immediatamente prima dell’inizio della somministrazione. * Proteggere le soluzioni fotosensibili con pellicole opache.


SOMMINISTRAZIONI INFUSIONALI ATTRAVERSO AGHI BUTTERFLY.
MATERIALE OCCORRENTE: - Carrello per terapia infusionale - Aghi butterfly di vario calibro (n° 19/emotrasfusioni, n°21-23 infusioni) - Telo protettivo - Laccio emostatico - PVP iodio soluzione alcoolica al 10% * - Batuffoli di cotone - Guanti monouso in lattice - Deflussori - Cerotto anallergico - Bacinella reniforme - Contenitore rigido per rifiuti taglienti - Asta per infusione - Reggibraccio se necessario - Sacco per rifiuti. * N. B. In caso di accertata allergia ai composti iodati utilizzare clorexidina alcolica.


FASE DI SOMMINISTRAZIONE:
Lavarsi le mani; Informare e rassicurare il paziente sulla procedura; Osservare la regola delle 5G; Indossare i guanti in lattice monouso non sterili; Applicare il laccio emostatico; Scegliere il punto di inserzione e l’ago; Disinfettare la cute; Aspettare circa un minuto per consentire all’antisettico di agire; Non palpare il sito dopo che la zona è stata trattata con l’antisettico; Inserire l’ago; Accertarsi del suo corretto posizionamento; Rimuovere il laccio emostatico; Raccordare il set infusionale; Aprire il morsetto; Regolarizzare il flusso secondo le prescrizioni;Fissare l’ago alla cute con cerotto anallergico utilizzando il metodo a croce; Arrotolare la parte distale del deflussore e fissarlo alla cute. Informare il paziente collaborante, di avvertire l’ infermiere attraverso il sistema di chiamata quando: - l’infusione sta terminando - c’è una variazione di flusso - in presenza di sintomi locali (bruciore, gonfiore, dolore) o generali (sudorazione, palpitazioni, malessere) dopo l’inizio dell’infusione. Controllare il paziente e l’infusione periodicamente. Nel caso di pazienti non collaboranti, pazienti critici, pazienti sottoposti
a particolari infusioni (dopamina, nitroderivati, sangue ed emoderivati, antiaritmici, anticoagulanti) i controlli sono effettuati sulla base di frequenze predefinite.


FASE DI GESTIONE
Procedere al lavaggio delle mani prima di ogni approccio alla linea venosa. Controllare: - parametri vitali - diuresi
SOMMINISTRAZIONI INFUSIONALI ATTRAVERSO CATETERINI VENOSI PERIFERICI.
Materiale occorrente: - Carrello per terapia infusionale - Cateteri di vario calibro e lunghezza - PVP iodio soluzione alcolica al 10% - Batuffoli di cotone - Laccio emostatico - Bacinella reniforme - Contenitore rigido per eliminazione taglienti - Cerotto medicato sterile - Fixomull - Deflussori - Tappi perforabili con raccordo luer-lock - Telo protettivo - Reggibraccio se necessario - Guanti monouso in lattice non sterili - Sacco per rifiuti - Asta per infusione. *N.B. In caso di accertata allergia ai composti iodati utilizzare clorexidina alcolica.


FASE DI SOMMINISTRAZIONE
Lavarsi le mani. Informare e rassicurare il paziente sulla procedura. Osservare la regola delle 5G. Indossare i guanti in lattice monouso non sterili. Applicare il laccio emostatico. Scegliere il punto di inserzione e l’ago. Disinfettare la cute. Aspettare circa un minuto per consentire all’antisettico di agire. Non palpare il sito dopo che la zona è stata trattata con l’antisettico.
Inserire il cateterino venoso con tecnica asettica. Accertarsi del suo corretto posizionamento. Rimuovere il mandrino ed eliminarlo immediatamente nel contenitore
rigido per taglienti. Rimuovere il laccio emostatico. Raccordare il set infusionale. Aprire il morsetto. Regolarizzare il flusso secondo le prescrizioni. Coprire il sito con cerotto medicato sterile e sovrapporre una membrana
protettiva in poliacrilato (Fixomul). Informare il paziente collaborante, di avvertire l’infermiere attraverso il sistema di chiamata quando: - l’infusione sta terminando - c’è una variazione di flusso - in presenza di sintomi locali (bruciore,gonfiore,dolore) o generali (sudorazione, palpitazioni, malessere) dopo l’inizio dell’infusione. Registrare sulla cartella infermieristica la data e l’ora di inserimento.


FASE DI GESTIONE
Rimuovere il cateterino non appena il suo uso non è più indicato clnicamente. Procedere al lavaggio delle mani prima di ogni approccio alla linea venosa. Controllare giornalmente il sito di inserzione per evidenziare: cordone venoso palpabile, rossore, gonfiore, dolorabilità.
Rimuovere la cannula periferica ogni 48/72 ore compreso tutto il set infusionale e relativa medicazione. Sostituire immediatamente la medicazione se bagnata o sporca. Sostituire al termine dell’infusione e comunque ogni 24 ore i deflussori utilizzati per la somministrazione di sangue, emoderivati, lipidi. Disinfettare i tappi perforabili con pvp iodio prima di ogni somministrazione. Predisporre il set infusionale di appositi rubinetti e prolunghe se sono
previste somministrazioni multiple. Non perforare il raccordo in para dei deflussori. Non lasciare inseriti nelle vie infusionali aghi in quanto si sfilano facilmente diventando pericolosi per l’operatore e il paziente. Non utilizzare questa via per l’esecuzione di prelievi ematici
Riportare tutti i dati e le rilevazioni effettuate sulla cartella infermieristica.


RIMOZIONE DEI DISPOSITIVI
Materiale occorrente: - Alcool 70% - PVP iodio soluzione acquosa al 10% - Batuffoli di cotone - Bacinella reniforme - Contenitore rigido per eliminazione taglienti - Cerotto medicato - Guanti monouso in lattice non sterili. N.B.In caso di accertata allergia ai composti iodati utilizzare
clorexidina. Al termine della terapia infusionale: - clampare la via d’infusione - rimuovere delicatamente i cerotti di fissaggio se necessario inumidirli con alcol per facilitarne la rimozione - apporre un batuffolo imbevuto di P.V.P. - estrarre l’ago - eseguire una idonea pressione manuale del sito - eliminare l’ago nell’apposito contenitore per rifiuti taglienti - porre un tampone asciutto - accertarsi dell’avvenuta emostasi - eliminare il flacone di vetro nel contenitore per “vetri” - eliminare le sacche in pvc nel contenitore per “rifiuti speciali”.


COMPLICANZE A BREVE TERMINE:
- reazioni allergiche immediate (orticaria, broncospasmo, edema della glottide, shock anafilattico)* - effetti indesiderati legati al farmaco (brivido, febbre, senso di calore, nausea,vomito, diarrea, cefalea, vertigini, cardiopalmo)** effetti indesiderati legati alla gestione delle infusioni: infusione terapia rapida (digitale, ferro, potassio, antiaritmici,[ es. amiodarone] ipotensivi, coagulanti, fibrinolitici, antibiotici, soluzioni
ipertoniche di glucosio)** - aria nel circuito - stravaso venoso (edema, necrosi da farmaci fortemente irritanti:
es.antiblastici)*** - effetti indesiderati legati ad un errore nella preparazione della soluzione (farmaco e/o dosaggio errati)*


MEDIO TERMINE
Sovraccarico di liquidi (tachicardia, tachipnea)****


LUNGO TERMINE (che si verificano nel corso di una terapia per via endovenosa di lunga durata e/o a distanza della terapia endovenosa stessa).
-complicanze infettive:sistemiche (sepsi endocardite) -complicanze infettive e/o infiammatorie locali (infezioni del sito di inserzione,flebite) -alterazioni degli indici ematochimici,della crasi ematica,dei parametri
emocoagulativi ecc. * Sospendere immediatamente l'infusione, avvertire il medico mantenendo la via venosa con soluzione fisiologica ** rallentare la velocità di infusione e avvertire il medico ***sospendere l’infusione e riposizionare la via. ****sospendere l’infusione mantenere la via venosa e avvertire il medico.
Infusioni ad intermittenza attraverso i cateterini intravenosi. Prima di una nuova infusione: - disinfettare il tappo luer-lock con PVP Iodio - introdurre un ago butterflj ed effettuare il lavaggio del cateterino con soluzione fisiologica sterile 5ml. - accertata la pervietà della vena sraccordare la siringa e somministrare
la terapia. Al termine dell’infusione: -effettuare il lavaggio con soluzione fisiologica sterile 5/10 ml. N.B. I tappi luer.lock non perforabili non devono essere riutilizzati

FONTE: http://www.occhiopinocchio.it/Default.asp

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