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23/05/11

sindrome di Menkes

sindrome di Menkes

Nome Inglese: Menkes Syndrome

Frequenza: circa 1/ 300.000.

La sindrome di Menkes è un disordine neurodegenerativo che colpisce i soggetti maschi con una frequenza di circa uno su centomila nati vivi

La sindrome di Menkes è un disordine neurodegenerativo con ereditarietà recessiva legata al cromosoma X, che colpisce i soggetti maschi con una frequenza di circa uno su centomila nati vivi.
Tra i principali sintomi clinici, vanno segnalate una progressiva grave degenerazione neurologica, oltre ad anormalità scheletriche e vascolari, con un quadro grave che generalmente porta al decesso entro i primi anni di vita.
I neonati - spesso prematuri e all’inizio apparentemente normali - cominciano presto a presentare segni caratteristici, come anomalie dei capelli (che appaiono radi, arricciati e depigmentati), problemi neurologici (irritabilità, ritardo dello sviluppo psicomotorio, convulsioni) e alle ossa (osteoporosi, fratture).
Tra le altre complicanze che possono essere presenti, vi sono anche l’enfisema o anomalie urinarie.

Nel 1993 è stato possibile il clonaggio del gene umano della sindrome di Menkes e tale progresso della ricerca ha contribuito a chiarire le basi molecolari del difetto genetico che causa la malattia: si è infatti dimostrato che la cosiddetta proteina Menkes - che risulta assente nei piccoli pazienti - lega il rame, trasportandolo da un compartimento cellulare, definito Trans Golgi Network, all’esterno della cellula mediante vescicole.
L’analisi molecolare sui malati ha dimostrato inoltre che le mutazioni responsabili della malattia sono diverse e presenti in varie regioni del gene: ciò può comportare situazioni di maggiore longevità correlata a difetti genetici che non inattivano completamente la proteina, ma continuano a permetterne una parziale attività.

Negli anni Novanta la ricerca di base sul metabolismo del rame nell’uomo (il processo che è implicato in questa sindrome) ha consentito via via di capire il ruolo specifico della proteina Menkes e la sua interazione con altri trasportatori del rame, alcuni dei quali sono stati da poco isolati, mentre altri rimangono ancora da scoprire. Restano comunque ancora sconosciuti altri aspetti molecolari della patologia, legati ad esempio ai gravi deficit neurologici, i quali sono probabilmente dovuti alla carenza funzionale di una o più proteine cerebrali liganti rame, con problemi secondari alla carente attività di trasporto della proteina Menkes.

Fondamentale è quindi che la ricerca di base sia sostenuta, per chiarire nuovi aspetti dell’assorbimento del rame e della proteina Menkes a livello dei vari tessuti, in particolare di quello intestinale.
La speranza è che i progressi incoraggianti ottenuti dalla scienza possano portare all’utilizzo di nuove strategie farmacologiche per il trattamento della malattia.

SINTOMI: I più comuni sono:

Guance rosee e tozze;

Mancanza di tono muscolare, flaccidità (ipotonia);

Irritabilità;

Epilessia;

Capelli crespi e fragili;

Difficoltà di alimentazione;

Bassa temperatura corporea;

Speroni ossei;

Cambiamenti scheletrici;

Deterioramento mentale.

DIAGNOSI: C’è spesso una storia di sindrome di Menkes in un parente maschio. I segni comprendono lenta crescita nel grembo materno, bassa temperatura corporea, emorragie cerebrali, e l’aspetto anormale dei capelli al microscopio. Nei maschi, tutti i peli saranno anormali, ma nelle donne che portano questo tratto solo la metà dei capelli può essere anormale. Alcuni degli esami che possono essere effettuati includono:

Raggi-X dello scheletro o del cranio;

Livello sierico del rame;

Analisi delle cellule della pelle (fibroblasti);

Ceruloplasmina nel siero.

I test genetici possono mostrare una mutazione nel gene ATP7A

TERAPIA: Attualmente la terapia consiste nella somministrazione sottocutanea di rame-istidina. I

pazienti trattati presentano una più lunga sopravvivenza. Se iniziata precocemente, tale terapia appare efficace

anche nel rallentare il danno cerebrale. La risposta alla terapia è tuttavia variabile, con differenze che dipendono

probabilmente dal tipo di mutazione responsabile della malattia. Infine recenti studi hanno evidenziato una

possibile efficacia del pamidronato nel miglioramento della patologia ossea associata, con riduzione della

osteoporosi e del numero di fratture ossee.PROGNOSI: La maggior parte delle persone con questa patologia muore entro i primi anni di vita. Una possibile complicazione è l’epilessia.

PREVENZIONE: Contattare un medico se avete un caso in famiglia di sindrome di Menkes e prevedete di avere figli. Un bambino con questa condizione spesso mostra i primi sintomi nell’infanzia.

Vedere un consulente genetico se si desidera avere figli e si ha una storia familiare di sindrome di Menkes. I parenti della madre di un ragazzo con questa sindrome dovrebbero essere visitati da un genetista per scoprire se sono portatori.

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